Corsa all'oro, ai massimi da 6 anni: boom di lingottini

26.6.2019
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Per l'oro è boom. Il grande classico dei beni rifugio ha toccato il record da 6 anni a questa parte: 1.443 dollari (circa 1270 euro) all'oncia il 25 giugno 2019. Decisiva la politica accomodante della Federal Reserve: spinte ulteriori potrebbero arrivare dalla riunione di luglio
Tra il febbraio e il maggio 2019 c'era stato un rallentamento, forse anche a causa delle schermaglie fra Trump e la Fed
Ma poi, a causa dell'atteggiamento da "colomba" della banca centrale americana, l'oro ha vissuto un nuovo slancio
A mettere il carico da 90 sono state le questioni geopolitiche, cui gli operatori guardano con sempre maggiore preoccupazione: non solo guerra dei dazi, ma anche le crescenti tensioni con l'Iran
Lingotto record. Il valore di 28,35 grammi (un'oncia) di oro al 25 giugno 2019 si attestava a 1270 euro (1443 dollari).
Tra il febbraio e il maggio 2019 c'era stato un rallentamento, forse anche a causa delle schermaglie fra Trump e la Fed. Ma poi, a causa dell'atteggiamento da "colomba" della banca centrale americana, l'oro ha vissuto un nuovo slancio. Con l'inversione di rotta della politica della Federal Reserve – la quale ha indicato la probabilità non remota di un taglio dei tassi - i rendimenti dei bond governativi Usa (Treasury) sono diminuiti e il dollaro si è indebolito. Il che ha giocato a favore del prezzo dell'oro, tornato ad essere il bene rifugio per eccellenza.
A mettere il carico da 90 sono state le questioni geopolitiche, cui gli operatori guardano con sempre maggiore preoccupazione. In primis, i pochi progressi palesi nella disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina. Restano infatti dubbi sul fatto che i presidenti di entrambi i paesi possano sbloccare lo stallo durante l'incontro del G20 di Osaka il 28 e il 29 giugno 2019.
Sul fronte mediorientale purtroppo, il rischio di uno scontro militare è in aumento. Il motivo è che l'Iran sta per violare i termini del Piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action - Jcpoa). Attacchi come quelli alle petroliere Usa e l'abbattimento di un drone statunitense rivendicato dalla Guardia rivoluzionaria iraniana, potrebbero segnare l'avvio di una escalation militare. Era solo l'aprile 2019 quando McKinsey si chiedeva se l'oro potesse ritornare all'età dell'oro. La risposta è si: agli occhi degli investitori, il metallo giallo resta uno dei pochi porti davvero sicuri durante le epoche di tensioni geopolitiche. E anche per gli oculati risparmiatori italiani è boom di "lingottini".
Oro, un boom che parte dalla Fed...
Tra il febbraio e il maggio 2019 c'era stato un rallentamento, forse anche a causa delle schermaglie fra Trump e la Fed. Ma poi, a causa dell'atteggiamento da "colomba" della banca centrale americana, l'oro ha vissuto un nuovo slancio. Con l'inversione di rotta della politica della Federal Reserve – la quale ha indicato la probabilità non remota di un taglio dei tassi - i rendimenti dei bond governativi Usa (Treasury) sono diminuiti e il dollaro si è indebolito. Il che ha giocato a favore del prezzo dell'oro, tornato ad essere il bene rifugio per eccellenza.
... e prosegue con la geopolitica
A mettere il carico da 90 sono state le questioni geopolitiche, cui gli operatori guardano con sempre maggiore preoccupazione. In primis, i pochi progressi palesi nella disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina. Restano infatti dubbi sul fatto che i presidenti di entrambi i paesi possano sbloccare lo stallo durante l'incontro del G20 di Osaka il 28 e il 29 giugno 2019.
Sul fronte mediorientale purtroppo, il rischio di uno scontro militare è in aumento. Il motivo è che l'Iran sta per violare i termini del Piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action - Jcpoa). Attacchi come quelli alle petroliere Usa e l'abbattimento di un drone statunitense rivendicato dalla Guardia rivoluzionaria iraniana, potrebbero segnare l'avvio di una escalation militare. Era solo l'aprile 2019 quando McKinsey si chiedeva se l'oro potesse ritornare all'età dell'oro. La risposta è si: agli occhi degli investitori, il metallo giallo resta uno dei pochi porti davvero sicuri durante le epoche di tensioni geopolitiche. E anche per gli oculati risparmiatori italiani è boom di "lingottini".
Le acque basse in cui navigava l'oro prima del rally di quest'anno: dal 2011 al 2018 le grosse imprese aurifere avevano perso 129 miliardi di dollari di valore. Vedremo se è davvero l'ora del recupero. Courtesy McKinsey
L'occhio critico di McKinsey alla vigilia del boom in corso: le riserve delle più importanti imprese del settore aureo erano crollate al di sotto dei livelli del 2007. Courtesy McKinsey