Btp, le nuove emissioni di aprile: è un'occasione che non tornerà?

Rispetto a inizio marzo il rendimento del Buono del Tesoro italiano decennale è sceso dall'area 4,6% al 4,2%
Se la tendenza dovesse consolidarsi, potrebbe essere interessante cogliere le opportunità offerte dai tassi attuali
Tornano le emissioni del Tesoro a medio e lungo termine: fra il 13 e 14 aprile verranno piazzate sul mercato tre nuove tranche di Btp a 3 e 30 anni e un nuovo titolo a 7 anni che probabilmente attirerà di più l'attenzione degli investitori al dettaglio, solitamente restii a impegnarsi su scadenze molto lunghe (e a correre il rischio di una vendita anticipata in perdita).
Il Btp resta uno degli investimenti più cercati, quantomeno online. Lo dimostra una curva sempre crescente dell'interesse mostrato su Google Trends, in cui la parola Btp, almeno fino alla settimana del fallimento di Silicon Valley Bank (un mese fa) non era mai stato tanto cercata dal 2004. Rispetto a inizio marzo il rendimento del Buono del Tesoro italiano decennale è sceso dall'area 4,6% al 4,2%. L'attesa stretta del credito bancario dovuta alla crisi di fiducia innescata dal trambusto su Credit Suisse e la possibilità che la Bce decida di moderare il suo percorso di rialzo dei tassi, seguendo sostanzialmente la rotta della Federal Reserve, ha compresso i rendimenti dei titoli di Stato rispetto alle favorevoli condizioni di alcune settimane fa. Lo ricordiamo, le attese sul futuro andamento dei tassi di riferimento della Bce tendono a influenzare i rendimenti dei titoli di Stato, con impatti differenti a seconda della durata del titolo.
Ma quanto offre oggi il Tesoro per chi decide di acquistare Btp?
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Btp, ecco le cedole delle nuove emissioni di aprile
Per il titolo a tre anni, a scadenza 15 aprile 2023 la cedola è del 3,8%, un po' più alta rispetto al 3,7% annuo offerto dal nuovo Btp a sette anni in scadenza il 15 giugno 2030. L'aspettativa riflessa in questi rendimenti è che, archiviato il picco di inflazione osservato nel dopo-covid, si tornerà a un'inflazione e a tassi di riferimento più bassi, che renderanno questo 3,7% sufficientemente appetibile. Secondo le attuali previsioni della Banca centrale europea, infatti, l'inflazione nell'Eurozona tornerà al 2% verso l'inizio del 2025, compiendo la gran parte del tratto di strada rispetto ai livelli di elevata inflazione attuali nel corso del 2023.
I rendimenti offerti per il titolo a 30 anni, 20esima tranche di un titolo con vita residua di 21 anni (scadenza 1/9/2044), salgono al 4,75%. Per la 31esima tranche del titolo trentennale con 14 anni di vita residua (scadenza al 1/2/2037) la cedola è invece del 4%.
“In questa fase sul Btp si osservano sia aspetti positivi sia negativi. Il lato positivo è che rispetto ai titoli di Stato della maggioranza degli altri Paesi europei offre un rendimento maggiore”, ha affermato a We Wealth il consulente finanziario indipendente Tommaso Castelli (HCinque Scf). L'ipotesi per la quale occorre mantenere una cautela, però, consiste nella previsione su quella che sarà l'inflazione nei prossimi anni, che potrebbe non combaciare con le stime della Bce. “Storicamente gli choc inflattivi prodotti dalle guerre sono stati persistenti, questo ci spinge a preferire le scadenze più brevi”, ha affermato Castelli, per il quale il taglio a tre anni, il più ravvicinato fra quelli in emissione, “va ancora bene”.
E le alternative? HCinque in questo momento guarda con interesse anche in bond societari con scadenze non troppo lunghe, beneficiando di rendimenti che in questo momento sono interessanti, in particolare per i portafogli più consistenti e che possono avere accesso a bond societari dai tagli minimi elevati.
Btp, i dettagli dell'emissione di aprile
I codici Isin delle varie emissioni sono:
- Btp a 3 anni IT0005538597
- Btp 30 anni (scadenza 1/9/2044) IT0004923998
- Btp 30 anni (scadenza al 1/2/2037) IT0003934657
Entro le ore 15 e 30 del 14 aprile sarà possibile presentare, presso il proprio intermediario (come la banca o le poste), le domande per l'asta supplementare essendo già decorsi i termini per le prenotazioni per l'asta principale. “Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell'impegno assunto di raccogliere e gestire le prenotazioni del pubblico, una provvigione commisurata all'ammontare nominale sottoscritto, esclusivamente nelle aste ordinarie dei titoli assegnati”, ha precisato il Mef, “di conseguenza tali soggetti non potranno applicare alcun onere di intermediazione sulle sottoscrizioni della clientela”.
“Gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l'eventuale versamento di un acconto sull'importo nominale prenotato”.