La Fed annuncia lo stop ai buyback e stabilisce un tetto ai dividendi delle grandi banche Usa
Lo scorso marzo, la Bce aveva invitato gli istituti di credito a non staccare cedole e sospendere i buyback fino a ottobre
L’intervista a Vincenzo Longo, premium client manager di IG
L’incertezza causata dalla pandemia porta a nuove restrizioni su dividendi e buyback per le grandi banche americane. A seguito dei risultati sugli stress test annuali delle 34 maggiori banche Usa e di ulteriori analisi condotte per valutarne la “resilienza” sulla base di tre ipotetici scenari di recessione (a V, a U e a W), l’Istituto Centrale ha deciso che le banche in questione dovranno sospendere il riacquisto di azioni proprie (che negli ultimi anni hanno rappresentato circa il 70% della remunerazione agli azionisti da parte dei grandi istituti ) e ha stabilito un tetto per i dividendi del terzo trimestre, indicando che non potranno superare quelli pagati nel secondo trimestre e introducendo una precisa formula di calcolo dei dividendi legata ai profitti realizzati.
Queste azioni, si legge nel comunicato ufficiale, hanno lo scopo di garantire la” resilienza” delle grandi banche nonostante l’incertezza economica causata dalla pandemia. Nello scenario peggiore, le banche in esame potrebbero infatti perdere fino a 700 miliardi di dollari a causa di prestiti in sofferenza, con un capital ratio medio (l’ammontare aggregato dei requisiti patrimoniali) che nello scenario peggiore si attesterebbe attorno al 7,7%, dal 12% del quarto trimestre 2019. Uno scenario che porterebbe alcuni istituti ad avvicinarsi alla soglia minime di capitale. Inoltre, per la prima volta in 10 anni di stress test, le banche dovranno “riesaminare le loro esigenze di capitale e inviare nuovamente i loro piani di capitale alla Federal Reserve entro la fine dell’anno”.
La notizia arriva dopo la raccomandazione dello scorso marzo da parte della Bce nei confronti delle banche europee, di sospendere la distribuzione di dividendi e i programmi di buyback almeno fino al primo ottobre 2020 al fine di “preservare al massimo il capitale” per contrastare gli effetti della pandemia.
Quella della Fed, “deve essere intesa come una misura precauzionale volta a salvaguardare l’integrità del sistema bancario e previene le fuoriuscite di capitale in un momento in cui le banche potrebbero far fatica a ritrovarne in caso di necessità” spiega a We Wealth Vincenzo Longo, premium client manager di IG, sottolineando che, in questa occasione l’Europa si è mostrata più previdente, anticipando la Fed nel mettere in capo tali misure.
Ma come hanno reagito i mercati? La notizia sicuramente non piace agli azionisti. Le grandi banche americane, dopo lo sprint di giovedì sulla scia della notizia di un possibile allentamento della Volcker rule da parte dei regolatori americani (ndr, una norma adottata dopo la crisi finanziaria del 2008-09 per limitare l’attività speculativa delle banche), viaggiano in territorio negativo con società come J.P Morgan e Goldman Sachs in forte calo. La notizia, evidenzia Longo, “spinge molti investitori che hanno puntato sulle banche americane a fare un passo indietro, in quanto appesantisce un elemento importante del tessuto economico americano ma non importante quanto lo è in Europa, dove il peso delle banche sull’economia reale è centrale”.
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