Stando a una nuova indagine condotta da Crif, nel corso dell’ultimo biennio, il 77% dei Confidi maggiori italiani ha avviato almeno due progetti fintech
L’ 84,6% dei Confidi ha in programma l’avvio di almeno un progetto in questo ambito
Quasi il 20% delle attività fintech riguarda ambiti nuovi e ad alto contenuto innovativo (es. crowdfunding, social lending, sistemi di pagamento e minibond)
Il 36% dei Confidi intervistati si attende un’ulteriore evoluzione in termini di ampliamento dei segmenti di clientela e business coinvolti dal Fintech anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie
La tecnofinanza sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella strategia dei Confidi maggiori in Italia. Nell’ultimo biennio, oltre 3 istituti su 4 (il 77%) hanno infatti avviato almeno due progetti in ambito fintech, mentre solo il 7,7% non si è ancora attivato. Inoltre, guardando al prossimo futuro, solo il 15,4% dei Confidi non ha in programma l’avvio di nuovi progetti in questo ambito, mentre il restante 84,6% prevede di attivarne almeno uno. Sono alcuni dei dati emersi da una nuova indagine svolta da Crif in collaborazione con il prof. Lorenzo Gai dell’Università degli Studi di Firenze condotta su un campione rappresentativo di Confidi maggiori, con uno stock complessivo pari a circa 4,8 miliardi di euro di garanzie alle pmi domestiche al 31 dicembre 2019.
Focus sui progetti: su quali ambiti si concentrano e a chi sono rivolti
Stando allo studio, i progetti fintech dei Confidi maggiori riguardano il business prevalente o direttamente ricollegabile ad esso (gestione delle garanzie, consulenza, credito diretto e valutazione del rischio). Tuttavia, si sottolinea come quasi il 20% delle attività sia concentrato su ambiti nuovi e ad alto contenuto innovativo, come crowdfunding, social lending, sistemi di pagamento e minibond. Per quanto riguarda i segmenti a cui sono indirizzati i progetti, il 78% è rivolto alle imprese clienti, mentre il 22% è dedicato alla relazione con le banche. A livello tecnologico prevalgono attività che puntano a digitalizzare il legame con tali segmenti attraverso la firma digitale (28,2% del totale), il cloud e l’Api (entrambi al 20,5%).
Risvolti sul business e strategie
Dal punto di vista dei profitti attesi, l’analisi delinea un rapporto tra costi e ricavi positivo: oltre il 90% dei Confidi riporta costi progettuali ed implementativi compresi entro 100 mila euro ma circa il 70% ha ricavi attesi superiori a questo importo. Inoltre, secondo quanto stimato dai Confidi, la combinazione tra l’inizio di nuovi progetti e l’entrata in attività di quelli in corso potrà portare ad un incremento di ricavi di oltre 100 mila euro annui per circa il 70% dei casi. Sotto il profilo organizzativo, guardando alle funzioni interne ritenute responsabili dell’ideazione e della realizzazione dei progetti legati all’ambito fintech, l’indagine ha rilevato una mancanza di univocità di strategie all’interno dei Confidi. Per il 22,6% del campione, la responsabilità ricade nella sfera dell’organizzazione aziendale mentre per il 18,9% il ruolo di guida è assunto direttamente dalla Direzione generale. Seguono la funzione IT (17%), risk management e compliance (entrambi con il 13,2%). Inoltre, il 78,6% dei progetti vede il coinvolgimento di partner terzi per attività di consulenza e IT.
Sfide future e previsioni
L’incertezza del quadro normativo è indicata dai Confidi (in circa il 40% dei casi) come uno dei principali ostacoli alla piena diffusione del fintech all’interno della categoria. Seguono gli alti costi di implementazione. Inoltre, è meno percepito il rischio che una maggiore concorrenza da parte di operatori non finanziari (indicati dal 20% del totale) e di player dello stesso settore di business (8%). Infine, il 36% dei Confidi intervistati si attende un’ulteriore evoluzione in termini di ampliamento dei segmenti di clientela e business coinvolti dal fintech in futuro, anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie.
“I risultati di questa ricerca confermano che anche per i Confidi, così come per tutti gli operatori finanziari, il percorso verso un nuovo approccio al cliente è ormai tracciato e che innovazione e nuove tecnologie sono destinate a giocare un ruolo sempre più cruciale. Del resto, in uno scenario in cui gli investimenti nello sviluppo e implementazione di soluzioni Fintech hanno abbondantemente superato i 100 miliardi di dollari, è normale che anche i Confidi siano focalizzati su nuove soluzioni in grado di migliorare concretamente i processi verso i propri clienti finali così come verso le aziende di credito” ha commentato Vito Antonio Furio, Director di Crif.
Stando a una nuova indagine condotta da Crif, nel corso dell’ultimo biennio, il 77% dei Confidi maggiori italiani ha avviato almeno due progetti fintechL’ 84,6% dei Confidi ha in programma l’avvio di almeno un progetto in questo ambitoQuasi il 20% delle attività fintech riguarda ambiti nuovi e ad al…