Il programma delinea 24 politiche da implementare nei prossimi tre anni per potenziare il sistema dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rendere l’Italia un centro competitivo a livello globale, trasformando i risultati della ricerca in valore aggiunto per l’industria
Tra le iniziative a favore delle imprese quella di aumentare il numero di imprenditrici al femminile ed esperte di intelligenza artificiale, oltre ad attrarre startup e professionisti esteri con incentivi economici
Giancarlo Giorgetti: “Puntiamo a colmare il ritardo nello sviluppo e nell’adozione di soluzioni innovative in questo ambito tecnologico, dando nuovo impulso alla transizione digitale del nostro sistema produttivo”
Le iniziative a favore delle imprese
Partendo dalle imprese, tutte le iniziative condividono obiettivi comuni. Innanzitutto, prestare particolare attenzione alle aziende di piccole dimensioni, attive nei contesti geografici o socioeconomici periferici e svantaggiati. Poi, aumentare il numero di imprenditrici al femminile ed esperte di intelligenza artificiale, oltre ad attrarre startup e professionisti esteri con incentivi economici. E infine “allineare tutte le politiche di intelligenza artificiale relative all’elaborazione, aggregazione, condivisione e scambio dei dati, nonché alla sicurezza dei dati, con la Strategia nazionale per il cloud e con le iniziative in corso a livello europeo, a partire dalla Strategia europea dei dati e dalle recenti proposte di un Data governance act e di un regolamento sull’intelligenza artificiale”, si legge nel programma.
Le altre due aree di intervento
Quanto alla pubblica amministrazione, gli interventi in cantiere sono volti alla creazione di infrastrutture dati per sfruttare in sicurezza il potenziale del big data, ma anche alla semplificazione e personalizzazione dell’offerta dei servizi pubblici e all’innovazione delle amministrazioni, attraverso il rafforzamento dell’ecosistema GovTech (per esempio con bandi periodici per identificare e sostenere le startup che offrono soluzioni basate sull’intelligenza artificiale). Altre due aree d’intervento, come anticipato, riguardano i talenti e la ricerca. Nel primo caso si parla di interventi per incrementare il numero di dottorati e attrarre ricercatori, oltre a promuovere corsi e carriere nelle materie Stem (Science, technology, engineering and mathematics). Nel secondo, si punta a favorire le collaborazioni tra il mondo accademico e della ricerca, l’industria, gli enti pubblici e la società. Ma anche a creare nuove cattedre di ricerca sull’intelligenza artificiale e incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore. Per monitorare i progressi su ogni fronte, è stato infine costituito un gruppo di lavoro permanente sull’intelligenza artificiale in seno al Comitato interministeriale per la transizione digitale.
“Il sistema italiano della ricerca e della formazione è pronto a guidare il potenziamento di questo settore”, ha commentato Maria Cristina Messa, ministro dell’Università e della ricerca. “La strategia è una straordinaria occasione di crescita competitiva: creiamo le condizioni per i giovani italiani, soprattutto donne, che decidono di investire in corsi di studio e nella ricerca sull’intelligenza artificiale affinché possano farlo, ai massimi livelli, rimanendo nel nostro Paese. E stimoliamo scambi e incontri anche con tanti ricercatori provenienti da tutto il mondo”. “Con il Programma strategico per l’intelligenza artificiale puntiamo a colmare il ritardo nello sviluppo e nell’adozione di soluzioni innovative in questo ambito tecnologico, dando nuovo impulso alla transizione digitale del nostro sistema produttivo”, ha aggiunto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico. “L’intelligenza artificiale è lo strumento con cui il nostro Paese nei prossimi anni vuole rafforzare l’interazione tra centri di ricerca e impresa, in modo da creare le premesse per uno sviluppo basato sulla capacità di innovazione”.