Consob ha presentato, in anteprima al Salone del Risparmio, la sua ultima ricerca: “L’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale nell’asset management”. Per la responsabile dell’Ufficio Studi economici, Nadia Linciano, si tratta già di “una realtà” destinata a crescere. Nonostante i rischi
La ricerca, che ha sottoposto un questionario a società rappresentative del 50% del patrimonio gestito in Italia a fine 2020, ha evidenziato “come l’intelligenza artificiale sia già una realtà per l’industria del risparmio gestito e come lo diventerà ancora di più in futuro”, ha commentato la responsabile dell’Ufficio Studi economici della Consob, Nadia Linciano. “Si procede in questa direzione nella consapevolezza dei rischi”, ha aggiunto, “ma anche della necessità di mitigarli”. Le opportunità che il settore si aspetta di cogliere con questa innovazione, però, sono notevoli: oltre l’80% delle società ritiene che l’IA aumenti le performance nei processi di investimento, così come la posizione competitiva dell’azienda.
Analizzando nel dettaglio le applicazioni dell’IA nel processo d’investimento, ricorre con maggior frequenza l’impiego del machine learning nell’allocation tattica e nei ribilanciamenti, ma anche l’utilizzo delle tecniche di analytics avanzate per l’allocazione strategica e l’ottimizzazione. Entrambe queste tecnologie IA vengono applicate, con una certa frequenza, anche nella selezione dei singoli titoli su cui investire (stock/bond picking).
Due delle società intervistate da Consob, ha precisato Linciano, hanno affermato di utilizzare le tecnologie IA “per controllare le informazioni che le società pubblicano nei report di sostenibilità pubblicarti dalle aziende”, a testimonianza di un’applicazione già in essere nell’ambito Esg.
“Noi ci stiamo già sporcando le mani con questa tecnologia”, ha dichiarato nel corso dell’incontro Claudio Tosato, responsabile delle Quantitative Strategies presso Anima Sgr, che nell’ottobre 2020 ha lanciato il primo fondo Anima guidato da una strategia IA. Questo approccio offre al cliente “performance ad elevata qualità, in un contesto nel quale i mercati sono mossi da dinamiche non più solo macrofinanziarie, ma sempre più da eventi geopolitici o da fenomeni come il Covid”. Il valore aggiunto degli algoritmi consiste nella possibilità di integrare l’analisi di dati finanziari ed extrafinanziari, “dalle notizie alle opinioni sui social”, mentre “tutto questo avviene attraverso macchine dal costo relativamente basso”. Per il settore si tratta anche di “un’opportunità commerciale”, ha affermato Tosato, ricordando come il 10% dei fondi hedge faccia già uso di questi strumenti per prendere decisioni.
Secondo Perrazzelli, comunque, per gli attori del risparmio investire in tecnologia è un dovere, poiché si tratta di un “processo di adattamento fondamentale per l’ecosistema finanziario tradizionale” che potrà “favorire la crescita dimensionale delle imprese e la diversificazione delle fonti finanziamento”. La Banca d’Italia, ha concluso la vice direttrice generale di Palazzo Koch, sarà “in prima fila per accompagnare questa trasformazione”.