Fintech: scopri le opportunità della tecnofinanza

24.5.2021
Tempo di lettura: 7'
Cos'è il fintech? Quali tecnologie sono alla base di questa rivoluzione? E chi sono i protagonisti? Ecco una guida pratica per orientarsi nel mondo della tecnofinanza
Sfogliando i principali quotidiani economici e finanziari vi sarà sicuramente capitato di imbattervi nel termine “fintech”. Dai pagamenti ai prestiti, dagli investimenti alle assicurazioni, questo fenomeno in rapida ascesa sta rivoluzionando l'industria dei servizi finanziari in tutte le sue declinazioni. Velocità, semplicità e user experience sono alcune delle leve che hanno permesso alle società fintech di conquistare un numero sempre maggiore di consumatori, sviluppandosi rapidamente negli ultimi anni. Per dare alcuni numeri, l'indice Fintech Adoption di EY, evidenzia come l'adozione dei servizi fintech a livello globale sia cresciuta a ritmi vertiginosi, passando dal 16% nel 2015 al 64% nel 2019.
Questa guida ha l'obiettivo di fornire al lettore una panoramica sul mondo della tecnofinanza, facendo chiarezza su alcune delle tematiche chiave ad esso legate. In particolare, verranno affrontati i seguenti punti:
- Cosa significa fintech
- Nuove tecnologie
- Robot advisor
- Criptovalute
- I protagonisti e le startup
Cosa significa Fintech?
Partiamo dalle basi. Innanzitutto, il termine fintech, nasce dall'unione di due parole: finance (finanza) e technology (tecnologia). Il Financial Stability Board (FSB), ha definito il fintech come “l'innovazione finanziaria, resa possibile dalla tecnologia, che potrebbe tradursi in nuovi modelli di business, applicazioni, processi o prodotti con un effetto determinante sui mercati finanziari, sulle istituzioni, o sull'offerta di servizi finanziari”. Attualmente però, non esiste una definizione univoca e condivisa del termine, che, nella sua accezione più generica, viene usato per indicare l'applicazione delle tecnologie in ambito finanziario. Il panorama è estremamente ampio. L'insurtech (l'applicazione delle tecnologie in campo assicurativo), il wealth tech (nel wealth management), il reg tech (nella regolamentazione) e le criptovalute sono solo alcune delle categorie che rientrano nell'ombrello del fintech.
Psd2 e Open banking
Parlando di fintech non possiamo non citare la seconda direttiva europea sui servizi di pagamento, meglio conosciuta come Psd2, che si prospetta come un vero e proprio game-changer per il settore. Tale direttiva - entrata in vigore il 13 gennaio del 2018, ma effettivamente obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2021 – ha aperto ufficialmente una nuova era nel mondo dei servizi finanziari, quella dell'open banking. In estrema sintesi, la Psd2 obbliga le banche europee ad aprire le proprie API (Application Programming Interface) permettendo così a soggetti terzi, tra appunto cui le fintech, di accedere, previa autorizzazione del diretto interessato, a una serie di dati finanziari (su pagamenti e conti correnti) dei clienti. Inutile dire che, questa novità regolamentare apre importanti opportunità per le fintech, soprattutto in un'ottica di collaborazione con il mondo bancario tradizionale.
Fintech in Italia
Negli ultimi anni, l'ecosistema fintech italiano si è sviluppato rapidamente. Basti pensare che, come evidenziato da un'analisi di EY, le startup italiane attive nella tecnofinanza sono 345 (dato 2020), un bel salto rispetto alle 199 del 2015 e alle 16 del 2011. Anche se il mercato è ancora limitato in termini di volumi investiti (con circa 700 milioni di euro raccolti dal 2010 al 2019), dal 2016 al 2019, i finanziamenti verso queste realtà sono cresciuti con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) di oltre il 60%. Stando a un'indagine Nielsen e l'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, il 33% degli utenti italiani tra i 18 e i 74 anni ha utilizzato almeno un servizio Fintech o Insurtech, con una soddisfazione media elevata.
Fintech district di Milano
Inaugurato nel 2017 nel quartiere Isola di Milano, il Fintech district, mira ad essere il punto di riferimento per la tecnofinanza italiana. Si tratta di un hub, fondato e promosso da SellaLab e da Copernico, in cui i principali operatori fintech presenti in Italia hanno la possibilità di lavorare insieme per favorire la nascita di collaborazioni industriali e commerciali, attrarre nuovi investimenti e dare impulso allo sviluppo del settore. Attualmente la community conta oltre 170 player fintech e molteplici collaborazioni con istituzioni pubbliche, investitori, professionisti, istituzioni finanziarie, hub internazionali di innovazione, università e aziende.
Nuove tecnologie
Come abbiamo detto, la parola fintech unisce il concetto di finanza a quello di tecnologia. Vediamo allora alcune delle tecnologie emergenti destinate a trasformare l'industria dei servizi finanziari.
La blockchain (letteralmente "catena di blocchi"), la più nota della famiglia delle tecnologie distributed ledger (sistemi basati su un registro distribuito), è una tecnologia estremamente complessa e non è facile comprenderne il funzionamento. In parole semplici, si tratta di un registro digitale condiviso e immutabile che permette di registrare, attraverso blocchi concatenati tramite crittografia, dati e informazioni (es. transazioni) in modo sicuro, verificabile e permanente, senza la necessità di un'autorità centrale che validi il processo. Grazie a queste caratteristiche, la blockchain trova una serie di applicazioni nel mondo dei servizi finanziari, dalla gestione dei pagamenti alla supply chain finance. Le criptovalute, di cui parleremo più avanti, sono basate su questa tecnologia.
Quando si parla di big data si fa riferimento a un'enorme mole informazioni, strutturate e non, impossibili da elaborare con gli strumenti tradizionali. Strettamente connessa ai big data è l'intelligenza artificiale, ovvero la capacità di una macchina di simulare le funzioni tipicamente umane quali il ragionamento, prendendo decisioni basate sui dati. Questa tecnologia data-driven, che permette di analizzare ed elaborare complessi data set, ricavandone preziosi insight, sta aiutando il mondo della finanza su vari fronti, quali ad esempio, l'ottimizzazione dei processi (es. profilazione dei clienti) o la gestione del rischio finanziario. Inoltre, negli ultimi anni, sono nate una serie di soluzioni e strumenti che ne sfruttano i vantaggi, come nel caso dei robot advisor, di cui parleremo nella prossima sezione.
Blockchain
La blockchain (letteralmente "catena di blocchi"), la più nota della famiglia delle tecnologie distributed ledger (sistemi basati su un registro distribuito), è una tecnologia estremamente complessa e non è facile comprenderne il funzionamento. In parole semplici, si tratta di un registro digitale condiviso e immutabile che permette di registrare, attraverso blocchi concatenati tramite crittografia, dati e informazioni (es. transazioni) in modo sicuro, verificabile e permanente, senza la necessità di un'autorità centrale che validi il processo. Grazie a queste caratteristiche, la blockchain trova una serie di applicazioni nel mondo dei servizi finanziari, dalla gestione dei pagamenti alla supply chain finance. Le criptovalute, di cui parleremo più avanti, sono basate su questa tecnologia.
Big data e intelligenza artificiale
Quando si parla di big data si fa riferimento a un'enorme mole informazioni, strutturate e non, impossibili da elaborare con gli strumenti tradizionali. Strettamente connessa ai big data è l'intelligenza artificiale, ovvero la capacità di una macchina di simulare le funzioni tipicamente umane quali il ragionamento, prendendo decisioni basate sui dati. Questa tecnologia data-driven, che permette di analizzare ed elaborare complessi data set, ricavandone preziosi insight, sta aiutando il mondo della finanza su vari fronti, quali ad esempio, l'ottimizzazione dei processi (es. profilazione dei clienti) o la gestione del rischio finanziario. Inoltre, negli ultimi anni, sono nate una serie di soluzioni e strumenti che ne sfruttano i vantaggi, come nel caso dei robot advisor, di cui parleremo nella prossima sezione.
Robo Advisor
Come anticipato, i robo advisor si servono dell'intelligenza artificiale. Ma cosa sono esattamente? L'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano li definisce come “piattaforme digitali capaci di offrire servizi di consulenza in materia di investimento in maniera automatizzata, senza alcun intervento umano, coerentemente con le caratteristiche e gli obiettivi dell'investitore”. In pratica, i robo advisor valutano il profilo di rischio dell'investitore per poi andare a costruire, grazie all'utilizzo di complessi algoritmi, un portafoglio di investimento ad hoc, tipicamente investito in Exchange traded funds (Etf). Esistono poi modelli ibridi, che combinano l'elemento umano e quello digitale in una o più fasi del processo. Altra storia è il cosiddetto “Robo-for-Advisory”, ovvero l'utilizzo di strumenti automatizzati da parte del consulente per creare valore nella relazione con il cliente.
Stando ai dati elaborati da Statista, si stima che, a livello globale, le masse gestite da robo advisor supereranno quota nel 1,3 mila miliardi di dollari nel 2021, con un CAGR dal 2021 al 2025 del 20,11%, che dovrebbe portare il totale degli Aum (Asset under management) a superare i 2,8 mila miliardi di dollari nel 2025. Il mercato più maturo risulta quello statunitense, con circa 973 miliardi di dollari di Aum stimati nel 2021.
Tra i principali vantaggi offerti da questi servizi d'investimento, possiamo innanzitutto citare la riduzione dei costi di consulenza e gestione. Stando al report “Cost-Income Ratios and Robo-Advisory” a cura di Deloitte, la loro commissione annuale di gestione è generalmente compresa fra lo 0,02% e l'1% sul valore degli Aum, contro il 2-3% applicato dai wealth manager tradizionali. Un altro punto a favore è che, essendo macchine, il fattore “emotività” viene a mancare. Infine, i servizi sono disponibili 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Non bisogna però dimenticare che la tecnologia non è infallibile e che la consulenza di un professionista può fare la differenza quando si tratta di prendere decisioni di investimento.
Stando ai dati elaborati da Statista, si stima che, a livello globale, le masse gestite da robo advisor supereranno quota nel 1,3 mila miliardi di dollari nel 2021, con un CAGR dal 2021 al 2025 del 20,11%, che dovrebbe portare il totale degli Aum (Asset under management) a superare i 2,8 mila miliardi di dollari nel 2025. Il mercato più maturo risulta quello statunitense, con circa 973 miliardi di dollari di Aum stimati nel 2021.
Tra i principali vantaggi offerti da questi servizi d'investimento, possiamo innanzitutto citare la riduzione dei costi di consulenza e gestione. Stando al report “Cost-Income Ratios and Robo-Advisory” a cura di Deloitte, la loro commissione annuale di gestione è generalmente compresa fra lo 0,02% e l'1% sul valore degli Aum, contro il 2-3% applicato dai wealth manager tradizionali. Un altro punto a favore è che, essendo macchine, il fattore “emotività” viene a mancare. Infine, i servizi sono disponibili 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Non bisogna però dimenticare che la tecnologia non è infallibile e che la consulenza di un professionista può fare la differenza quando si tratta di prendere decisioni di investimento.
Criptovalute
Non possiamo parlare di fintech senza citare le criptovalute. Basate sulla tecnologia blockchain, le criptovalute sono monete virtuali decentralizzate, ovvero non soggette al controllo di governi e istituti finanziari. Queste valute possono infatti essere scambiate in modalità peer-to-peer senza necessità di intermediari. A validare le transazioni sono dei soggetti chiamati “miner”, che si occupano di risolvere complessi calcoli matematici attraverso potenti sistemi hardware. Il bitcoin, ideato nel 2008 da un anonimo inventore (conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto) e lanciato nel 2009 è la prima e sicuramente la più nota tra le criptovalute. Ad oggi però ne esistono oltre 4mila nel mondo (dato Statista 2021), molte delle quali sono praticamente sconosciute. Tra le principali possiamo citare Ethereum, LiteCoin, Dogecoin, Monero, Ripple, Nem, Dash e Stellar. Negli ultimi anni, il mercato delle criptovalute, caratterizzato da un'estrema volatilità, è cresciuto vertiginosamente entrando sempre più nel mirino dei regulator, tanto che, a settembre 2020, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamentazione in materia.
I protagonisti e le startup
Ora che abbiamo affrontato alcuni dei temi chiave legati al fintech, vediamo alcuni dei principali player del mercato.
Ant Group, il colosso cinese dei pagamenti online controllato da Alibaba, è fintech più valutata al mondo. In un round di finanziamento nel 2018, la società era stata valutata ben 150 miliardi di dollari. Ant group gestisce Alipay, la più grande piattaforma di pagamento on-line e mobile a livello globale. A fine 2020, l'azienda doveva essere protagonista della più grande Ipo della storia, che avrebbe portato la sua valutazione a quota 313 miliardi di dollari. Un debutto che, a causa dello stop arrivato dalle autorità finanziarie di Pechino, non è mai andato in porto.
Fondata nel 2011 dai fratelli Patrick e John Collison con sede centrale a San Francisco, Stripe offre un'infrastruttura per le transazioni finanziarie via Internet. A marzo 2021, la società ha chiuso un round di finanziamento da 600 milioni di dollari, che ha portato la sua valutazione a 95 miliardi di dollari. Con questo ultimo round, la fintech si è aggiudicata il titolo di startup statunitense con la maggiore valutazione.
Klarna (Europa)
Come negli Usa, in Europa la startup più valutata arriva dal mondo della tecnofinanza e opera nel settore dei pagamenti. Si tratta della svedese Klarna, che fornisce soluzioni di pagamento in 17 paesi. A marzo 2021, la fintech ha annunciato il completamento di un nuovo round di finanziamento da un miliardo di dollari, raggiungendo una valutazione complessiva di 31 miliardi.
Anche nel Bel Paese, a fare da protagoniste sono le aziende nel segmento dei pagamenti. Nexi, quotata sul mercato MTA di Borsa Italiana, é la più valutata tra le fintech in Italia. La società opera in tre segmenti di mercato: merchant services & solutions, cards & digital payments e digital banking solutions. A novembre 2020 fusione tra Nexi e Nets ha dato vita al più grande gruppo europeo per i pagamenti digitali. Tra le società non quotate, spicca Satispay. La piattaforma di mobile payment basata su un network alternativo alle carte di credito o debito è stata l'unica italiana a comparire nell'edizione 2020 della prestigiosa classifica stilata da Cb Insights “The Fintech 250”, che raggruppa le società più promettenti del settore a livello globale. A novembre 2020, dopo un round di finanziamento di serie C dal valore di 93 milioni di euro, che ha visto l'ingresso di importanti azionisti come Tim Ventures Square, Inc. e Tencent, la valutazione post-money della società è salita a 248 milioni di euro.
Anche se in termini di valutazione è il settore dei pagamenti a dominare la scena, esistono diversi player di dimensioni rilevanti appartenenti ad altri segmenti. Tra questi possiamo citare la app di trading Robinhood, Coinbase, piattaforma per lo scambio di criptovalute e la challenger bank Nubank.
Ant Group (Cina)
Ant Group, il colosso cinese dei pagamenti online controllato da Alibaba, è fintech più valutata al mondo. In un round di finanziamento nel 2018, la società era stata valutata ben 150 miliardi di dollari. Ant group gestisce Alipay, la più grande piattaforma di pagamento on-line e mobile a livello globale. A fine 2020, l'azienda doveva essere protagonista della più grande Ipo della storia, che avrebbe portato la sua valutazione a quota 313 miliardi di dollari. Un debutto che, a causa dello stop arrivato dalle autorità finanziarie di Pechino, non è mai andato in porto.
Stripe (Usa)
Fondata nel 2011 dai fratelli Patrick e John Collison con sede centrale a San Francisco, Stripe offre un'infrastruttura per le transazioni finanziarie via Internet. A marzo 2021, la società ha chiuso un round di finanziamento da 600 milioni di dollari, che ha portato la sua valutazione a 95 miliardi di dollari. Con questo ultimo round, la fintech si è aggiudicata il titolo di startup statunitense con la maggiore valutazione.
Klarna (Europa)
Come negli Usa, in Europa la startup più valutata arriva dal mondo della tecnofinanza e opera nel settore dei pagamenti. Si tratta della svedese Klarna, che fornisce soluzioni di pagamento in 17 paesi. A marzo 2021, la fintech ha annunciato il completamento di un nuovo round di finanziamento da un miliardo di dollari, raggiungendo una valutazione complessiva di 31 miliardi.
I campioni italiani
Anche nel Bel Paese, a fare da protagoniste sono le aziende nel segmento dei pagamenti. Nexi, quotata sul mercato MTA di Borsa Italiana, é la più valutata tra le fintech in Italia. La società opera in tre segmenti di mercato: merchant services & solutions, cards & digital payments e digital banking solutions. A novembre 2020 fusione tra Nexi e Nets ha dato vita al più grande gruppo europeo per i pagamenti digitali. Tra le società non quotate, spicca Satispay. La piattaforma di mobile payment basata su un network alternativo alle carte di credito o debito è stata l'unica italiana a comparire nell'edizione 2020 della prestigiosa classifica stilata da Cb Insights “The Fintech 250”, che raggruppa le società più promettenti del settore a livello globale. A novembre 2020, dopo un round di finanziamento di serie C dal valore di 93 milioni di euro, che ha visto l'ingresso di importanti azionisti come Tim Ventures Square, Inc. e Tencent, la valutazione post-money della società è salita a 248 milioni di euro.
Anche se in termini di valutazione è il settore dei pagamenti a dominare la scena, esistono diversi player di dimensioni rilevanti appartenenti ad altri segmenti. Tra questi possiamo citare la app di trading Robinhood, Coinbase, piattaforma per lo scambio di criptovalute e la challenger bank Nubank.