Criptovalute: winter is coming, che delusione

Da dicembre 2017 a gennaio 2018 il valore del bitcoin è crollato dell'85%, dai 20.000 ai 3.800 dollari, per poi attestarsi nel corso del 2018 sugli 8.000 dollari, e poi sprofondare di nuovo al di sotto di questa cifra venerdì 17 maggio 2019
Gartner, nel rilascio della sua ultima ricerca (17/05/2019) constata che oltre il 90% dei progetti di supply chain basati sulla tecnologia dei blocchi "presentano dei problemi"
La Bce ribadisce che le cripotvalute non ne influenzeranno in nessun modo le politiche monetarie, in quanto il loro impiego effettivo è ancora estremamente ridotto
La salute dei mercati privati e del venture capitalism racconta però una storia (parzialmente) diversa
La delusione delle criptovalute
Fra dicembre 2017 e gennaio 2018 il valore del bitcoin è crollato dell'85%, dai 20.000 ai 3.800 dollari, per poi attestarsi nel corso del 2018 sugli 8.000 dollari. E i dati di venerdì 17 maggio non sono più confortanti. Tanto per iniziare, secondo Coindesk il Btcoin, ha perso oltre il 10%, affondando sotto la soglia degli 8.000 dollari, quotando adesso a 7.182,06 dollari. In termini di capitalizzazione totale, il Bitcoin ha perso 21 miliardi di dollari. Guai anche per l'Ethereum, crollato dell'8% a 238,65 dollari e per il Litecoin arrivato a perdere il 9% 88,22 dollari. E' stato questo uno degli argomenti più caldi anche della convention VivaTech di Parigi.
E la blockchain?
Una ritirata che ha coinvolto necessariamente anche la tecnologia sottostante, la blockchain. La quale, per dirla con Bloomberg, "ha mancato il bersaglio, e di molto". E' allora giunto davvero il momento della delusione per le criptovalute? Dal palco di VivaTech hanno fatto sapere potrebbe trattarsi solo del consueto hype e contro-hype proprio della diffusione delle nuove tecnologie. Ma Gartner, nel rilascio della sua ultima ricerca (17/05/2019) constata che oltre il 90% dei progetti di supply chain basati sulla tecnologia dei blocchi "presentano dei problemi". Se è vero che gli operatori economici hanno identificato più di cento usi per la blockchain, è anche vero che la mancata identificazione di un suo preponderante utilizzo specifico ne sta causando la fatigue.
Il Grande Inverno delle criptovalute
A raffreddare ulteriormente gli entusiasmi ci pensa la Bce, la quale, nel suo "Crypto-Assets: Implications for financial stability, monetary policy, and payments and market infrastructures" ribadisce che le cripotvalute non ne influenzeranno in nessun modo le politiche monetarie, in quanto il loro impiego effettivo è ancora estremamente ridotto. D'altro canto, l'espansione delle stablecoin necessiterà di una sempre maggior vigilanza da parte della Banca Centrale Europea. Si definiscono stablecoin le crypto agganciate alle monete tradizionali o il cui valore è comunque stabilizzato da algoritmi.
Criptovalute: guardare oltre la delusione
Sempre da VivaTech però, l'americana Citigroup fa sapere di stare continuando ad investire in startup dell'ambito blockchain, puntando soprattutto a ciò che oggi manca: una vera integrazione della tecnologia dei blocchi nel sistema delle transazioni, laddove necessario. E l'espansione degli investimenti di venture capital le dà ragione (si veda anche qui): la blockchain è uno degli ambiti guardati con maggiore interesse. Sempre ricordando la lezione di Occam, secondo cui "Tutto ciò che non è necessario è inutile".