L’idea di partenza era quella di dare un’ulteriore riserva alla comunità, da utilizzarsi in caso di bisogno straordinario”. Un ulteriore sostegno a una realtà fiore all’occhiello del terzo settore in Italia: “Nel 2018 si sono festeggiati i 40 anni della comunità. Vogliamo che sopravviva almeno altri 40 anni”, prosegue l’art collection manager. Chiave del valore e della pianificazione patrimoniale strategica diventa l’arte, riconosciuta una volta di più come vero e proprio asset, tanto è vero che “nella diversificazione del portafoglio di attività della comunità, il cda di San Patrignano ha ritenuto di inserire anche le opere d’arte”.
Decisione che ha comportato il mettersi in moto di un sistema relazionale di collezionisti e appassionati, pronti a contribuire all’endowment con un sostegno concreto. Sostegno che si è materializzato con atti di donazione strutturati dallo studio notarile Marchetti (Milano). Lo studio Pedersoli (Milano) invece si è occupato di redigere il contratto di comodato tra la fondazione e il comune di Rimini.
In base agli atti di donazione delle opere, la fondazione si impegna non solo a non alienarle per almeno cinque anni, ma anche alla loro valorizzazione, ovvero alla loro pubblica fruibilità. È bene ricordare che l’esposizione di un’opera ne implica un accrescimento del valore. Basti guardare al pedigree dei lotti delle case d’asta: quanto più sono stati protagonisti di mostre importanti, tanto più valgono.
Le donazioni fatte alla Fondazione San Patrignano sono “di altissimo livello”, essendosi fissata “una soglia di qualità sotto la quale non si sarebbe potuto scendere”, specifica l’art collection manager. Così, al nucleo originario di donazione di un’intera, eccellente collezione, si sono aggiunte donazioni singole, pure molto importanti, anche da parte degli artisti stessi. Vi sono per esempio “un’opera magnifica di Ettore Spalletti, un grandissimo olio di Sandro Chia del 1980 (anno clou della transavanguardia), Enzo Cucchi, una bellissima opera di Flavio Favelli. A tutti gli artisti è stato garantito che le opere sarebbero state esposte a rotazione, anche con mostre itineranti.
Questa operazione, la prima grande operazione italiana di endowement, sta dando vita a una doppia valorizzazione, artistica e culturale, di beni mobili e immobili. Diventa più preziosa la collezione, catalizzatrice dell’interesse del pubblico e delle istituzioni, arricchita in unità nel contesto immobiliare medievale che la racchiude. “Il pacchetto delle donazioni ha due funzioni: garantisce la valorizzazione dell’opera, tutelando nello stesso tempo la comunità e la proprietà degli edifici del Part, inserendo una collezione privata in palazzi pubblici”, conclude Clarice Pecori Giraldi.
Trascorsi i cinque anni di inalienabilità, le opere potranno essere cedute – con diritto di prelazione – solo in caso di esigenze straordinarie della comunità, al fine di soddisfare prioritarie necessità degli ospiti in percorso di recupero dalla tossicodipendenza. Un caso scuola di quanto virtuosa possa essere la sinergia fra pubblico e privato quando professionisti eccellenti si mettono al servizio della volontà privata di contribuire al bene comune. E quando le istituzioni la accolgono con intelligenza, invece di ostacolarla. Aveva un bel dire, qualche politico italiano, quando affermava che “con l’arte non si mangia”.
Gli artisti della collezione
La collezione al momento include opere di artisti contemporanei come: Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Do?an, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang. Il Part ospita inoltre un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità San Patrignano.
Nota
Il taglio del nastro si è tenuto giovedì 24 settembre 2020 in presenza del presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del sindaco di Rimini Andrea Gnassi e della co-fondatrice della Fondazione San Patrignano Letizia Moratti.