Microsoft bye bye, Bill Gates sceglie la filantropia

Teresa Scarale
Teresa Scarale
16.3.2020
Tempo di lettura: 3'
L'ultimo legame formale è reciso, Bill Gates ha lasciato definitivamente l'organigramma di Microsoft per dedicarsi esclusivamente alla filantropia. Resterà però a fianco della sua creatura come consulente per indirizzarne la “visione” e gli “obiettivi di lungo periodo”

Bill Gates si è dimesso ufficialmente dal consiglio di amministrazione di Microsoft, recidendo così l'ultimo legame formale con la società che fondò nel 1975 e di cui era rimasto presidente fino al 2014

Da LinkedIn Gates fa sapere che lascia ogni incarico formale “per dedicarsi maggiormente alle sue priorità filantropiche”, verso le quali ha già indirizzato oltre 35 miliardi di dollari dal suo patrimonio personale

Gates ha lasciato dopo 15 anni anche il cda di Berkshire Hathaway, società di investimento di Warren Buffet. Al suo posto arriverà l'ex ceo di American Express Ken Chenault, che lascia a sua volta il cda di Facebook

Nata nel 1994, la Bill & Melinda Gates Foundation è la più grande organizzazione filantropica privata al mondo

Una liberazione senza abbandono. Nella giornata di venerdì 13 marzo 2020, a mercati chiusi, Bill Gates, 64 anni, si è dimesso ufficialmente dal consiglio di amministrazione di Microsoft, recidendo così l'ultimo legame formale con la società che fondò nel 1975 e di cui era rimasto presidente fino al 2014.

Bill Gates lascia Microsoft di venerdì 13 per dedicarsi alla filantropia


La decisione arriva nel giorno in cui Donald Trump dichiara l'emergenza nazionale negli Usa. La nota ufficiale della multinazionale fa sapere che il suo fondatore lascia ogni incarico formale “per dedicarsi maggiormente alle sue priorità filantropiche”. Gates stesso conferma le motivazioni dalla sua pagina LinkedIn, parte della galassia Microsoft dal 2016, quando la società di Redmont la acquistò per 26,2 miliardi di dollari in contanti. Sviluppo, istruzione, cambiamento climatico, salute globale. Su questo fronte, è alla ricerca contro la CoViD19 che la fondazione di Gates (insieme con Wellcome e il fondo di impatto di Mastercard) ha appena devoluto 125 milioni di dollari. Bill resterà comunque “consulente tecnico informale” per il ceo Satya Nadella e altri alti dirigenti Microsoft.
Non si tratta dell'unico addio di cui si è reso protagonista il cofondatore di Microsoft. Gates ha infatti lasciato dopo 15 anni anche il cda di Berkshire Hathaway, società di investimento del suo amico Warren Buffet. Al suo posto arriverà l'ex ceo di American Express Ken Chenault, che lascia a sua volta il cda di Facebook. Quello con Warren Buffet è un legame sancito anche dalla comune, massiccia attività di filantropia. Buffet, con Bill e Melinda Gates è infatti cofondatore di The Giving Pledge, fondata nel 2010 con 40 filantropi americani.

“Microsoft sarà sempre una parte importantissima della mia vita” è stata la dichiarazione di rito dell'ex amico di Steve Jobs. “Continuerò però ad esserle vicino per indirizzarne la visione e gli obiettivi di lungo periodo”.

"Intelligenza, energia, cuore"


Era il 2000 quando Gates si dimise da amministratore delegato di Microsoft per dedicarsi sempre più alla filantropia e agli investimenti di venture capital. Lasciò però il suo ruolo full-time nel 2008, per dedicarsi completamente alla Bill & Melinda Gates Foundation. Nata nel 1994, la fondazione è la più grande organizzazione filantropica privata al mondo. Ha attività per circa 46,8 miliardi di dollari e dà lavoro a circa 1.500 persone in Nord America, Europa, Asia e Africa. Ha ricevuto la benedizione di Warren Buffet nel 2006: “Bill e Melinda si applicano con inusuale intelligenza, energia e cuore per migliorare le vite di milioni di individui che non sono stati fortunati come noi tre”. Oltre “all'intelligenza, l'energia e il cuore” Bill Gates ha però destinato ad oggi oltre 35 miliardi di dollari in beneficenza (Warren Buffet circa 32 miliardi).
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione
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