I trustees della Ifrs foundation si sono incontrati lo scorso febbraio per esaminare le risposte arrivate al documento posto in consultazione sugli standard per il reporting di sostenibilità
Sono arrivate ben 576 lettere di commento da dove è emerso proprio come ci sia una forte necessità di migliorare la coerenza nell’analisi della sostenibilità a livello globale
Ma facciamo un passo indietro. I trustees della Ifrs foundation si sono incontrati lo scorso febbraio per esaminare le risposte arrivate al documento posto in consultazione sugli standard per il reporting di sostenibilità.
1) Se c’è la necessità di standard di sostenibilità globali
2) Si vuole affidare a Ifrs foundation il ruolo di standard setter
3) In caso affermativo, quali sono i requisiti fondamenti per il successo dell’iniziativa.
E dunque, sono arrivate ben 576 lettere di commento, come ricorda l’Ania, da dove è appunto emerso proprio come ci sia una forte necessità di migliorare la coerenza nell’analisi della sostenibilità a livello globale.
I prossimi passi
Alla luce di ciò, i trustees hanno deciso di analizzare in maniera più approfondita i feedback pervenuti in risposta alla terza domanda, ovvero quella relativa alle condizioni necessarie al successo dell’iniziativa, prima di considerare se costituire o meno un nuovo board. Per questo si è istituito un “trustee steering committee” che supervisionerà le prossime fasi del lavoro.
Si vorrebbe presentare una proposta definitiva, comprensiva di una road-map con le relative tempistiche, entro la fine di settembre e potrebbero annunciare l’istituzione di un Sustainability standards board in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop26, che si terrà a novembre.
L’Esma
Da parte sua l’Esma, Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ha pubblicato una lettera inviata alla Commissione europea con la quale esprime il proprio punto di vista sul tema delle valutazioni e dei rating Esg. E dunque l’Esma identifica 4 punti da considerare:
1) l mercato dei rating Esg e di altri strumenti di valutazione è attualmente non regolamentato e non supervisionato. Se combinato con le crescenti richieste normative per la considerazione delle informazioni Esg, aumentano i rischi di greenwashing, allocazione errata del capitale e vendita errata di prodotti.
2) Dovrebbe esserci una definizione comune di rating Esg che copra l’ampio spettro di possibili valutazioni Esg attualmente offerte. Ciò contribuirà a rendere a prova di futuro qualsiasi quadro normativo e a mitigare la possibile obsolescenza
3) Il regime di vigilanza e regolamentazione dovrebbe essere adattato all’attuale struttura del mercato e accogliere sia i grandi fornitori multinazionali che possono essere soggetti ai quadri normativi esistenti, sia le entità più piccole
4) I fornitori di rating Esg possono far parte di gruppi più grandi che forniscono servizi come la certificazione di obbligazioni verdi e rating del credito. D’altro canto, anche gli operatori più piccoli trarrebbero vantaggio dall’avere accesso a un regime a livello dell’Ue. Data questa sovrapposizione e per beneficiare delle economie di scala nella vigilanza, l’Esma è pronta a sostenere eventuali future responsabilità di vigilanza in questo settore.