La legislazione lussemburghese offre al contraente di un contratto di assicurazione vita o di capitalizzazione lussemburghese uno dei quadri di sicurezza più solidi d’Europa.
Rispetto a una unit-linked italiana, ci sono meno vincoli sul piano dell’asset allocation.
Non è un caso se l’87% dei soggetti intervistati in occasione del Terzo rapporto Abi Censis dichiara, in riferimento agli obiettivi di gestione del denaro: “Voglio fare investimenti che tutelano me e la mia famiglia nel futuro”.
Un equilibrio sottile
Come se ne esce? Le due caratteristiche – sicurezza e flessibilità – si coniugano in modo efficiente, anche dal punto di vista fiscale, nel private insurance. Uno strumento efficace, ma ancora non adeguatamente conosciuto e apprezzato, per rispondere anche alle esigenze legate al passaggio generazionale e alla gestione delle complessità connesse alla pianificazione patrimoniale.
Il triangolo della sicurezza
Da un lato, per i sottoscrittori di un contratto di assicurazione sulla vita emesso da una compagnia lussemburghese vale il meccanismo noto come “triangolo della sicurezza”, che si esprime attraverso un accordo tripartito tra la compagnia, la banca depositaria e il Commissariat aux Assurances (l’organo di vigilanza): il patrimonio del cliente è separato dagli asset della compagnia assicurativa, in quanto custodito presso una banca depositaria indipendente, autorizzata dall’autorità di vigilanza, e all’interno di un conto segregato.
A sua volta, la banca depositaria è tenuta a separare gli attivi del cliente dai propri. “La legislazione lussemburghese offre al contraente di un contratto di assicurazione vita o di capitalizzazione lussemburghese uno dei quadri di sicurezza più solidi d’Europa”, spiega Berardo Staglianò, country manager Italia di Wealins (gruppo Foyer), compagnia lussemburghese con asset in gestione pari a 13,5 miliardi di euro e 1,7 miliardi di raccolta nel 2020.
Meno vincoli per le polizze lussemburghesi
Attraverso un fondo interno dedicato”, osserva Staglianò, “è possibile scegliere la strategia d’investimento più adatta al proprio profilo di rischio e rendimento, attingendo alle competenze di un gestore professionale esterno”.
Un mercato in crescita
I dati relativi al 2020 registrano un’ottima tenuta, con riserve totali a quota 34 miliardi di euro, a fronte di una raccolta pari a 5 miliardi.
I benefici fiscali
Dato il suo profilo previdenziale, infatti, l’assicurazione sulla vita beneficia generalmente di una tassazione più vantaggiosa rispetto ad altre forme di investimento: le plusvalenze e gli interessi maturati nel corso della vita del contratto sono tassati solo al momento della liquidazione delle prestazioni, quando si verifica il sinistro o al riscatto.
Grazie al differimento del prelievo fiscale (tax deferral), il capitale e i redditi prodotti dal contratto rimangono pienamente investiti e continuano, a loro volta, a generare un rendimento. Inoltre, il contratto di assi curazione vita risponde efficacemente alle necessità di trasmissione del patrimonio: il contraente può nominare liberamente uno o più beneficiari del contratto, anche esterni all’asse ereditario.
La scelta dei beneficiari può essere modificata per tutta la durata di vita della
polizza, permettendo di privilegiare, nei limiti di legge, un avente diritto specifico o di nominare beneficiari multipli, senza passare ogni volta dal notaio. Inoltre, l’esenzione delle imposte di successione lo rende uno strumento particolarmente apprezzato nella pianificazione successoria.