Tra queste troviamo: la digitalizzazione, il rischio distributivo, il protection gap e il rischio salute
“Il sistema Paese è di fronte a un’opportunità che contiene grandi potenzialità di resilienza e può rappresentare la fonte di una ragionevole speranza e di un netto rilancio sociale ed economico” scrive Riccardo Cesari, consigliere Ivass
Un altro rischio che si deve affrontare è quello distributivo. Questo si sta diversificando e ibridando. “Si tende a superare le tradizionali distinzioni tra canali agenziali e canali telematici: le imprese telematiche cercano il contatto “caldo” e quelle tradizionali sviluppano la digitalizzazione anche delle agenzie.”, scrive Cesari. L’offerta di servizi di più alta qualità e l’aumento della dimensione media delle agenzie possono migliorare il posizionamento degli agenti – spiega Cesari- la cui caratteristica di micro-imprese comporta, inevitabilmente, tutti i problemi dimensionali ben noti anche in altri settori produttivi.
Terzo problema è il protection gap. La strutturale sottoassicurazione danni del sistema italiano ha mostrato tutti i suoi effetti negativi allo scoppiare dei nuovi e maggiori rischi. “Fino ad oggi si è ritenuto che il protection gap fosse fondamentalmente un problema dal lato della domanda. Oggi, a fronte dei cigni (o pipistrelli) neri che si sono materializzati di recente, non è affatto scontato che l’offerta sia disponibile ad includere tutte le coperture che la domanda potrebbe esprimere”, sottolinea Cesari.
Certamente due settori stanno conoscendo una ripresa: quello della mobilità e quello della responsabilità civile generale, entrambi legati agli effetti della pandemia e alla necessaria ripresa delle attività in condizioni di minor sicurezza. Anche la casa può essere un nuovo spunto su cui puntare visto l’aumento dello smart working.
E infine la pandemia globale ha fatto riscoprire il rischio salute. Il Covid-19 ha da un lato rallentato molte decisioni di spesa, incluse quelle assicurative, e dall’altro ha puntato l’attenzione e messo in primo piano il tema salute e la fragilità delle strutture sanitarie pubbliche. La telemedicina, il supporto hi-tech, le coperture di long term care possono trovare più ampia diffusione, alla luce di una combinazione esplosiva di denatalità e invecchiamento che può mettere a dura prova il welfare state nazionale. “Non è escluso che la caratteristica intrinseca della pandemia virale faccia venir meno quegli aspetti (come l’indipendenza delle esposizioni al rischio) che rendono possibile la sua assicurabilità a un prezzo accettabile. Certamente, un singolo e una comunità operanti in un contesto con più ampie coperture assicurative possono affrontare meglio anche i rischi non assicurati o non assicurabili. A livello sociale, l’investimento in educazione assicurativa (per i rischi assicurabili) e in educazione civica (per i rischi non assicurabili) aumentano la resistenza ai rischi, l’autoassicurazione e la resilienza” conclude Cesari.