Che rischi corro con i miei investimenti? Chiedilo a un consulente
Sono stati due anni di fuoco per i risparmiatori, che hanno visto i loro investimenti prima colpiti dall’incertezza della pandemia e dalla guerra in Ucraina e ora affondati dall’inflazione galoppante
Secondo un’indagine condotta dall’Ocse nel 2020, a livello internazionale l’Italia è uno dei Paesi con il più basso livello di alfabetizzazione finanziaria
Il ruolo del consulente diventa cruciale in tanti aspetti finanziari, come anche nell’aiutare a pianificare le spese e a programmarle per costituire un piccolo o grande patrimonio a lungo termine, e per i piani pensionistici integrativi
Sono stati due anni di fuoco per i risparmiatori, che hanno visto i loro investimenti prima colpiti dall’incertezza della pandemia e dalla guerra in Ucraina e ora affondati dall’inflazione galoppante. Una difficoltà nell’amministrare i risparmi con cui tutti ci confrontiamo ogni giorno e “certificata” dal recentissimo Ey Global Wealth Research Report 2023 da cui emerge che per il 57% dei risparmiatori italiani la gestione del patrimonio è diventata più complessa nell’ultimo biennio. In particolare, lo pensa il 72% degli investitori della Gen X (i nati tra il 1965 e il 1980), rispetto al 49% dei baby boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) e al 39% dei millennial (i nati tra il 1981 e il 1996). Dall’analisi emerge che nel nostro Paese la propensione a fare investimenti più rischiosi nonostante la volatilità dei mercati è maggiore (56%) tra gli investitori della Gen X, piuttosto che tra i baby boomer che si attestano al 22% e i millennial al 39%. Un dato in contrasto con gli obiettivi d'investimento dichiarati dai risparmiatori che rimangono in gran parte difensivi: il 38% degli intervistati, infatti, punta a proteggere il patrimonio, mentre il 35% vuole garantirsi un rendimento adeguato. Questo dualismo probabilmente è legato al fatto che solo il 52% degli investitori italiani (contro il 62% a livello europeo) si sente preparato a raggiungere i propri obiettivi finanziari (il 64% dei baby boomer; 56% Gen X; 31% millennial). Una scarsa preparazione sui fatti finanziari che poi si traduce in passi falsi e sicure perdite. Dalla survey emerge, infatti, che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore di servizi a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. E i millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%). Quindi, invece di chiedere aiuto a un esperto, soprattutto tra i più giovani dilaga il “fai da te” finanziario, dove si chiede alle piattaforme d’investimento online di costruire portafogli diversificati sostituendosi alla pianificazione finanziaria con un promotore o un consulente.
Italia al palo per alfabetizzazione finanziaria
D’altronde, secondo un’indagine condotta dall’Ocse nel 2020, a livello internazionale l’Italia è uno dei paesi con il più basso livello di alfabetizzazione finanziaria. Su 26 Paesi coinvolti nell’analisi, il nostro Paese si è piazzato all’ultimo posto quanto a conoscenza finanziaria di base, con un punteggio di 11,1 su 21. Il rapporto sottolinea che donne, anziani e persone con un basso livello di alfabetizzazione digitale scontano ritardi maggiori, mentre gli uomini tra i 30 e i 59 anni hanno più strumenti. Punteggi bassi anche per i giovani, che sono anche la categoria più esposta a un rischio di eccessivo indebitamento dovuto all’utilizzo di internet e dei pagamenti virtuali che rendono molto più semplice spendere anche a chi non ha gli strumenti per farlo in modo consapevole.
Le differenze con il mondo anglosassone
Nel nostro Paese, a differenza del più sviluppato mondo anglosassone, il consulente finanziario non è ancora visto come una figura chiave a cui rivolgersi per la finanza personale, ma piuttosto come “un qualcosa di cui si può fare meno”. In Italia siamo abituati a ricorrere al “fai da te” quando si parla di gestione del risparmio e investimenti o pianificazione finanziaria. Eppure il consulente finanziario non è utile solo a chi ha la fortuna di possedere grandi patrimoni, ma anche a persone con redditi normali. Infatti, il ventaglio di competenze di questo professionista, che si occupa di suggerire operazioni e strategie per far fruttare redditi e altri asset, è davvero ampio. In primo luogo, perché il promotore finanziario esegue una valutazione della situazione generale – una sorta di check up al portafoglio - consigliando le migliori possibilità per proteggere il capitale e crearne uno assicurando il benessere futuro della famiglia. E visto che il guadagno inizia dal risparmio, il suo ruolo diventa cruciale anche nell’aiutare a pianificare le spese e a programmarle per costituire un piccolo o grande patrimonio a lungo termine. Anche sul piano pensionistico è fondamentale avere al proprio fianco un promotore finanziario che conosce tutti i modi e le possibilità per incrementare la pensione con investimenti a breve e medio termine o attraverso l’importante pilastro della previdenza integrativa, mentre sul fronte assicurativo il suo intervento può essere decisivo quando si stipula un mutuo, un finanziamento o una polizza assicurativa.
L’intervento del governo sull’educazione finanziaria
Una situazione di “ignoranza finanziaria” che ha spinto persino il governo a correre ai ripari, inserendo l’educazione finanziaria all’interno dell’insegnamento dell‘educazione civica. Lo prevede, infatti l’articolo 21 del disegno di legge Competitività dei capitali approvato lo scorso 11 aprile dal Consiglio dei ministri che introduce il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”. Un piccolo passo avanti per favorire l’inclusione finanziaria, economica e sociale di ragazze e ragazzi, che si spera migliorerà il livello di alfabetizzazione finanziaria di tutti gli italiani.
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