Le variabili da considerare sono diverse e non riguardano soltanto le aspettative di vita o la necessità di eventuali cure sanitarie, ma anche i rendimenti attesi di azioni e obbligazioni. Oltre che l’andamento dei tassi d’interesse e dell’inflazione
La prima strategia consiste nel mettere da parte il 4% del proprio gruzzolo complessivo nel primo anno di pensionamento e poi, per determinare i prelievi annuali successivi, adeguare al rialzo la cifra dell’anno precedente in base al tasso d’inflazione
Risparmiare per la pensione potrebbe essere complesso. Ma spendere il gruzzolo accumulato, assicurandosi che duri, potrebbe esserlo ancora di più. Cnbc ha individuato tre modi per uscirne vincenti. E non mandare in fumo i propri risparmi.
Le variabili da considerare, spiegano dal network di notizie economiche e finanziarie, sono diverse e non riguardano soltanto le aspettative di vita o la necessità di eventuali cure sanitarie, ma anche i rendimenti attesi di azioni e obbligazioni. Oltre che l’andamento dei tassi d’interesse e dell’inflazione. Bisogna precisare, però, che le tre strategie tengono conto unicamente del portafoglio d’investimento ma i pensionati probabilmente potranno fare leva anche su un reddito garantito dalla previdenza sociale o su una rendita. Di conseguenza, potrebbero pagare le proprie spese fisse (come il cibo o l’alloggio) con queste risorse e avere maggior margine di manovra su quanto offerto dal proprio portafoglio d’investimento, dedicandolo a spese discrezionali come i viaggi o l’intrattenimento.
La regola del 4%
Il primo modo per spendere i risparmi accumulati per la pensione, assicurandosi che durino, è quello della regola del 4%. Una strategia che prevede di mettere da parte il 4% del proprio gruzzolo complessivo nel primo anno di pensionamento e poi, per determinare i prelievi annuali successivi, adeguare al rialzo la cifra dell’anno precedente in base al tasso d’inflazione. Per esempio, un investitore potrebbe prelevare 40mila dollari da un portafoglio di un milione di dollari il primo anno. L’anno successivo, a un tasso d’inflazione del 2% aggiungerebbe ulteriori 800 dollari (per 40.800 dollari complessivi). Nel terzo anno, un ulteriore tasso d’inflazione del 2% determinerebbe un prelievo totale di 41.616 dollari, e così via. “Uno dei pregi di questo approccio è che rappresenta un flusso costante di reddito”, scrivono su Cnbc. Ma per alcuni esperti, precisano, è troppo rigido. Anche perché i pensionati preleverebbero lo stesso importo indipendentemente dalle fluttuazioni di mercato.
Soffitto e pavimento
Questa strategia prevede di stabilire un tasso di prelievo iniziale (per esempio il 4%) ma stabilendo poi un tetto minimo (“pavimento”) e un tetto massimo (“soffitto”) rispetto ai quali non è possibile spendere ogni anno. Un metodo che, secondo Wade Pfau, docente dell’American college of financial services, risulterebbe più appropriato perché risponderebbe alle fluttuazioni di mercato ma imponendo comunque un intervallo di spesa. Ipotizziamo che un pensionato fissi sui 40mila dollari la somma ragionevole da spendere ogni anno rispetto a un gruzzolo iniziale di un milione (quindi un tasso di prelievo iniziale del 4%) e poi una spesa minima annuale di 25mila dollari e un limite massimo di 60mila. Questo significa che la sua famiglia potrebbe spendere ogni anno il 4% del portafoglio rimanente, ma tali prelievi non potranno essere inferiori o superiori rispetto agli importi minimi o massimi prestabiliti.
Guardrail
Ultimo metodo è quello che viene definito come “guardrail”. “La sua premessa di base: ottieni un aumento quando i mercati vanno bene e una riduzione quando non lo fanno”, si legge nell’analisi. In altre parole, si basa sulla regola del 4% ma con una differenza fondamentale. Quando il mercato va bene, i pensionati otterrebbero un aumento del 10% oltre l’adeguamento dell’inflazione e una riduzione del 10% in caso di ribasso. Un aumento del 10% si verificherebbe quando il tasso di prelievo scende al di sotto del 20% del suo livello iniziale (nel caso del 4% sopracitato si parlerebbe del 3,2%); diversamente, un calo del 10% si verificherebbe quando il prelievo aumenterebbe oltre il 20% rispetto al suo livello iniziale (nel caso del 4% si parlerebbe di più del 4,8%). Consideriamo per esempio che un pensionato ritiri il 4% di un milione di dollari il primo anno (40mila dollari, dunque). Il portafoglio crescerebbe a 1,4 milioni in un anno. A questo punto, il pensionato preleverebbe 40mila dollari più un adeguamento dell’inflazione secondo la regola del 4%, per un totale di 41.200 dollari sulla base di un tasso d’inflazione del 3%. Per verificare il fatto di ottenere anche un aumento del 10%, bisognerà dividere 41.200 per il saldo del portafoglio (1,4 milioni) per determinare il tasso di prelievo che in questo caso risulterebbe pari al 2,9% (il che soddisfa il criterio di almeno il 20% in meno rispetto al tasso iniziale del 4%). In definitiva, il pensionato aggiungerebbe il 10% alla cifra di 41.200 dollari per un totale di 45.320 di prelievo quell’anno.