Si parla di una vera e propria ondata di casi che ha finito per catturare l’attenzione degli assicuratori, secondo cui rischiano di far impennare i costi delle polizze per la responsabilità civile degli organi di gestione e controllo della società
Lo scorso maggio anche la Banca d’Inghilterra ha avvertito di un potenziale impatto dei contenziosi climatici (per esempio sul tema greenwashing o sul finanziamento di industrie ad alta emissione) su tali tipologie di polizze e di conseguenza sulle imprese
I contenziosi sul clima, sempre più frequenti, minacciano un’impennata dei costi delle assicurazioni aziendali. Già in crescita negli ultimi anni. Stando a quanto analizzato dal Financial Times, le aziende devono fronteggiare oggi crescenti minacce legali da parte di attivisti che contestano la veridicità delle dichiarazioni sulla sostenibilità e su obiettivi di decarbonizzazione definiti “troppo deboli” per proteggere gli azionisti da future perdite. È il caso per esempio di ClientEarth, ente di beneficenza di diritto ambientale, che sta preparando una serie di procedimenti legali contro i direttori esecutivi e non esecutivi della Shell per la loro presunta incapacità di definire una tabella di marcia per ridurre le emissioni a un ritmo adeguato. Ma non solo.
Si parla di una vera e propria ondata di casi che ha finito per catturare l’attenzione degli assicuratori, secondo cui rischiano di far impennare i costi delle polizze per la responsabilità civile degli organi di gestione e controllo della società (o polizze D&O, Directors & Officers) che consentono di tutelare il patrimonio personale di amministratori, direttori e procuratori qualora coinvolti in un eventuale risarcimento danni. Specie se gli attivisti vincessero alcune cause di spessore.
“Le questioni ambientali, sociali e di governance sono all’ordine del giorno dei sottoscrittori di polizze per la responsabilità civile degli organi di gestione e controllo della società”, spiega David Powell, head of technical underwriting della Lloyd’s Market Association. Aggiungendo tra l’altro come gli stessi sottoscrittori pongano sempre più domande ai potenziali clienti, per esempio su se la loro strategia verso lo zero netto (quando la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera non supera quella rimossa, ndr) sia stata rivista in modo indipendente. Secondo Angus Duncan, specialista di polizze D&O per Willis Towers Watson, anche gli assicuratori chiedono maggiori informazioni sulle politiche climatiche dei clienti e discutono con loro su possibili miglioramenti in termini di strategie e modifiche ai termini e all’ambito della polizza assicurativa sottoscritta.
Stando a quanto risulta al quotidiano economico-finanziario britannico, i prezzi delle polizze D&O sono diminuiti nel corso del secondo trimestre dell’anno, ma dopo quattro anni di incrementi a causa dell’aumento dei costi del contenzioso. Lo scorso maggio, anche la Bank of England ha avvertito di un potenziale impatto dei contenziosi climatici (per esempio sul tema greenwashing o sul finanziamento di industrie ad alta emissione) su tali tipologie di polizze e di conseguenza sulle imprese. Parlando di costi finanziari “ingenti”.
Tra l’altro, i crescenti requisiti di divulgazione ambientale hanno a loro volta contribuito ad aumentare i rischi per le imprese, secondo Terry FitzGerald, head of financial and professional liability di Liberty Specialty Markets. Questo perché potrebbero dover affrontare azioni legali per eventuali errori o essere ritenute responsabili per false dichiarazioni agli investitori. Senza dimenticare potenziali contenziosi qualora dovessero mancare gli obiettivi climatici.