Il Portogallo è una meta appetibile dal punto di vista fiscale per coloro che valutano l’ipotesi di trasferire in un altro Stato la propria residenza
Effettuare una pianificazione fiscale e patrimoniale mirata, prima di trasferire la propria residenza in Portogallo, consente di beneficiare di agevolazioni fiscali
Fatta questa premessa, che per i soggetti che valutano l’ipotesi di trasferirsi oltre confine può segnare la differenza, occorre soffermare l’attenzione sugli aspetti più propriamente fiscali.
In primo luogo, occorre trattare l’ipotesi legata al trasferimento di un soggetto extra-Ue in Portogallo: le misure vigenti in Portogallo per questa categoria di soggetti, pur non prevedendo (diretti) vantaggi fiscali, consentono al cittadino extra-Ue di ottenere facilmente la residenza portoghese; questa circostanza, inevitabilmente, rappresenta un vantaggio, in particolare per chi ha interesse (economico, affettivo) a operare come residente in uno Stato membro dell’Ue.
I soggetti interessati a trasferire la propria residenza in Portogallo, ma che non sono cittadini Ue, dovranno ottenere degli appositi permessi. Più nel dettaglio, in linea generale, i permessi che vengono in rilievo sono denominati: “Visto D7”, e “Golden Visa”.
Il primo di questi permessi (Visto D7) è particolarmente consigliato per i pensionati (o titolari di un reddito mensile non da lavoro dipendente) di fonte extra-Ue e cittadini non europei, intenzionati a trasferire la residenza in Portogallo. A tal riguardo, la norma richiede al soggetto interessato di soggiornare nel territorio dello Stato per almeno 6 mesi l’anno, se consecutivi, o per 8 mesi non consecutivi.
Il permesso denominato Golden Visa – anche noto come programma di permesso di soggiorno per attività di investimento – consente di ottenere la residenza portoghese anche permanendo sul territorio per pochissimo tempo (7 giorni) ma solo se (condizione essenziale) il soggetto interessato si impegna a effettuare investimenti nello Stato. Questo visto, inoltre, consente di ottenere il permesso di soggiornare nello Stato anche ai familiari del titolare dell’investimento.
Gli investimenti (sostanziosi, in quanto si parla di cifre dai 500 mila al milione di euro) richiesti dal Portogallo consentono di ottenere la residenza. Tra questi, a titolo esemplificativo, si annoverano, l’impegno: ad acquistare o riqualificare immobili situati in zone a bassa densità abitativa; a trasferire danaro su conto corrente riconducibile ad un ente bancario portoghese; ad effettuare investimenti nella ricerca scientifica, artistica o per la conservazione del patrimonio culturale nazionale; a trasferire denaro in fondi di investimenti o fondi venture capital; a costituire società nel territorio assumendo dipendenti portoghesi.
Si segnala, tuttavia, che a partire da gennaio 2022, a fronte di una recente modifica alla disciplina apportata dal governo portoghese, gli investimenti legati all’ottenimento della Golden Visa, non potranno più essere effettuati nelle zone di Lisbona, Porto, Algarve e in altre zone costiere, economicamente più competitive. Dovranno invece essere effettuati nelle zone interne del Paese.
Questo regime – che può essere utilizzato per 10 anni – consente, per le persone fisiche che non sono state residenti in Portogallo nei cinque anni precedenti, di beneficiare di una tassazione agevolata sui redditi di fonte estera.
In particolare, l’agevolazione si estende sui redditi prodotti al di fuori del Portogallo. Detti redditi, una volta ottenuto lo status di residente non abituale, possono essere: non soggetti a tassazione (si tratta di dividendi, interessi, plusvalenze su titoli e rendite immobiliari); essere sottoposti a un’aliquota ridotta del 10% (come nel caso della pensione). In entrambi i casi, per godere delle agevolazioni, i proventi non potranno provenire da giurisdizioni off-shore.
In questi termini, un italiano pensionato o trasferito in Portogallo potrebbe, per 10 anni, beneficiare, senza sostenere versamenti o con aliquota al 10%, di importanti agevolazioni fiscali per i redditi da pensione (non da impiego pubblico), da locazione, plusvalenze, interessi, maturati o percepiti al di fuori dal Portogallo.
È consigliabile farsi supportare da un consulente esperto, tanto per predisporre una pianificazione fiscale e patrimoniale efficace, tanto per svolgere le pratiche burocratiche tese all’ottenimento dello status di residente non abituale.