I millennial – la generazione dei nati tra il 1981 e il 1996 – sono spesso rappresentati come un gruppo di post-adolescenti, senza risparmi. Si tratta in realtà di un gruppo anagraficamente molto eterogeno: i più anziani hanno già compiuto 40 anni e oggi si trovano in una fase della vita che vede moltiplicare i bisogni di natura finanziaria, legati alla casa, alla protezione della famiglia, alla pianificazione previdenziale e alla gestione dei risparmi e degli investimenti. Senza contare che, nei prossimi 10 o 20 anni, i millennial saranno protagonisti di uno straordinario trasferimento di ricchezza. Basterebbe questo a spiegare perché il private banking italiano deve imparare a relazionarsi fin da subito con i rappresentanti di questa generazione.
Il tema dei bisogni è particolarmente rilevante in ottica di consulenza patrimoniale. I millennial saranno stretti tra due fuochi: da una parte, si troveranno forse a sostenere i propri genitori, anche finanziariamente, per effetto di una longevità sempre più accentuata. Dall’altro, dovranno provvedere ai bisogni dei propri figli, a loro volta proiettati verso un contesto lavorativo sempre più competitivo, che richiederà percorsi formativi più lunghi e di standing sempre più elevato. Contemporaneamente, sarà prioritario accantonare abbondanti risparmi in ottica previdenziale: la pensione pubblica per i dipendenti ammontera? al 55/70% dell’ultima retribuzione e scendera? al 35/50% per i lavoratori autonomi, calcolano gli economisti di Smileconomy. Il moltiplicarsi dei bisogni imporra? degli obiettivi di risparmio molto piu? ambiziosi, da mettere a fuoco attraverso un percorso di consulenza patrimoniale piu? sofisticato, basato su un approccio goal-based: la gestione del patrimonio dovra? essere interpretata trovando una sintesi tra le esigenze dell’intero ciclo di vita, considerando anche le necessita? di altri membri della famiglia. Affinche? gli obiettivi finanziari dell’individuo e della famiglia trovino piena realizzazione sara? necessario pero? poter contare sulla forza dei mercati finanziari. Vale la pena ricordare che negli ultimi 121 anni, ha calcolato i Research institute di Credit Suisse, in collaborazione con gli economisti della London business school, le azioni globali hanno fornito un rendimento reale annualizzato del 5,3%, contro il 2,1% delle obbligazioni e lo 0,8% dei titoli del Tesoro (vedi grafico).
Se approcciate con il metodo giusto, le Borse hanno dimostrato di essere il migliore alleato degli investitori perche? sono la classe di attivo che massimizza i benefici della capitalizzazione composta: ogni anno i rendimenti ottenuti aumentano la base di calcolo su cui maturano le performance future. C’e? pero? un problema, fotografato anche dalla
EY Global Wealth Research 2021, sul futuro del wealth management: i millennial italiani sono
avversi al rischio – piu? ancora dei loro genitori – e la pandemia ha ulteriormente accentuato questa caratteristica. Percepiscono un
bisogno di protezione, in aumento,
ma non si assicurano. Molti investitori preferiscono affidare alla liquidita? e ai titoli governativi una funzione di tutela: un serbatoio di sicurezza, per ogni evenienza. E? un errore: per una gestione piu? efficiente ed efficace del patrimonio, invece, la protezione non dovrebbe essere demandata alla liquidita? o ai bond, ma agli strumenti assicurativi. Dotarsi di adeguate coperture, infatti, consentirebbe di liberare risorse da destinare a investimenti finanziari con un profilo di rischio e rendimento piu? elevato. Quindi capaci di dare accesso a performance piu? elevate nel tempo, coerenti con il raggiungimento di obiettivi finanziari piu? ambiziosi.
Come se ne esce? Attraverso un percorso di consulenza patrimoniale, che abbracci l’intero spettro dei bisogni finanziari, partendo dalla protezione, per eliminare i rischi, ottimizzando le risorse disponibili e aumentando i rendimenti attesi. Un approccio imprescindibile soprattutto per i millennial, che hanno piu? di altri necessita? di pianificare per il lungo termine e devono integrare una molteplicita? di obiettivi.
(Articolo a cura di Alberto Martini, direttore wealth management di Banca Mediolanum, tratto dal magazine We Wealth di novembre 2021)
I millennial – la generazione dei nati tra il 1981 e il 1996 – sono spesso rappresentati come un gruppo di post-adolescenti, senza risparmi. Si tratta in realtà di un gruppo anagraficamente molto eterogeno: i più anziani hanno già compiuto 40 anni e oggi si trovano in una fase della vita che vede mo…