Le aziende hanno dovuto prendere le giuste misure per adeguarsi all’evoluzione della tecnologia e all’incertezza legislativa innescata dal Covid
La pandemia di Covid ha innescato molti cambiamenti, costringendo le imprese ad adeguare i modelli e le strategie di business
Lo sanno bene quelle aziende e quelle imprese che, a partire dal 2020, per non essere “vinte” dalla crisi pandemica, hanno dovuto compiere numerosi sforzi per reggere l’impatto del virus e al tempo stesso rimanere: competitive in un mercato globale sempre più aggressivo; conformi ad una legislazione in continuo mutamento; al passo con i tempi in un contesto marcato da un progresso tecnologico in continuo divenire.
Come si apprende da un recente report pubblicato da EY, dal titolo “How to realize the value of your tax and finance function”, che prende le mosse dall’indagine Tax and Finance Operations Survey (TFO) del 2022, condotta su oltre 1.650 dirigenti (provenienti da 40 diverse giurisdizioni e appartenenti a differenti settori), mai come nell’ultimo biennio le aziende sono state messe alla prova.
Il panorama globale probabilmente non è mai stato così impegnativo per le imprese, le quali devono aggiornare le proprie priorità, nelle agende interne, per resistere a criticità nuove e come tali irrisolte e a problemi vecchi ma esacerbati dalla pandemia: si tratta di questioni legate alle modifiche legislative nel mondo dei lavoro, che giocano un ruolo di primo piano nell’organizzazione interna delle imprese, questioni concernenti le politiche ambientali sociali ed etiche, legate all’ambito ESG, e che non possono essere trascurate, questioni infine relative alle dinamiche fiscali che evolvono seguendo le miriadi di modifiche legislative introdotte dal legislatore.
Ebbene, anche se il contesto non è dei più semplici, come emerge dall’indagine di EY, la maggior parte delle imprese nel contesto pandemico ha aggiornato le proprie strategie e i propri modelli: l’84% delle imprese analizzate ha investito a livello di pianificazione fiscale e finanziaria; il 57% ha anche internalizzato e centralizzato alcuni servizi; il 56% è in co-sourcing con un provider con capacità significative nella fornitura di dati; il 35% sta, in più, investendo nell’automazione delle funzioni interne.
Questo adeguamento, in parte forzato da agenti esterni e in parte accelerato da piani interni di sviluppo che comunque sarebbero stati implementati, sta avendo un impatto diretto sulla destinazione del budget. In effetti, il 95% delle aziende nell’ultimo periodo ha scelto di impegnarsi a riallocare parte del proprio budget in attività strategiche; dunque, in strategie di pianificazione fiscale, con l’obiettivo di ottimizzare gli oneri ma anche evitare l’insorgere di controversie con il fisco.
Un’azienda, se nel suo percorso di crescita e attività è accompagnata da consulenti capaci, può trarre numerosi benefici dall’ambito fiscale che, a certe condizioni, può contribuire ad avvalorare le attività dell’impresa.
Come ha affermato, ad esempio, Kate Barton, del settore Tax di EY Global, le aziende che in questo periodo hanno compreso che il fisco può essere uno strumento e non un impedimento, sono quelle che ora stanno guadagnando di più in termini di fatturato e in termini di dividendi distribuiti.
Altrimenti detto, il Covid è stato un acceleratore di cambiamenti e, in tutta la complessità del fenomeno, la cui portata è ancora inedita, le aziende che hanno investito nel settore della fiscalità sono quelle che risultano più solide e affidabili, quindi capaci di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Investire parte del budget nel settore fiscale significa ridurre potenzialmente i costi dovuti a controversie, fruire appieno delle agevolazioni fiscali messe a disposizione dai governi, ri-pianificare le strategie fiscali al fine di ottimizzare gli oneri e ridurre lecitamente e legittimamente le imposte, evitare rischi di scandali (per evasione o elusione) e quindi rafforzare la reputazione del brand.
È evidente, però, che senza l’ausilio e il supporto di consulenti esperti, che sappiano integrare le conoscenze in ambito fiscale e normativo, con quelle altrettanto necessarie relative al settore digitale (non a caso si parla di tax technology), il fisco da potenziale volano per il proprio business, rimane – pur senza esserlo – per lo più un ostacolo.