Se bastasse ripetere il termine “sostenibilità” come un mantra perché nei fatti potessimo assistere a una evoluzione dello sviluppo che “soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”, allora nei fatti oggi avremmo già raggiunto quello sviluppo sostenibile.
Ma purtroppo non funziona come nei sogni o nelle favole, e allora uno dei modi perché oggigiorno si attuino politiche sostenibili, in ogni campo dell’agire umano, è parlarne, discuterne, argomentarne, convincersene e attuarle.
Nel campo della consulenza finanziaria e più in generale del risparmio gestito, la fase attuativa di normative europee e italiane ci pone in una situazione già avanzata sia a livello di dibattito -anche Anasf vi ha dedicato una sua edizione digitale di ConsulenTia il 23 febbraio intitolata “Dove l’energia incontra la sostenibilità”- sia dal punto di vista operativo -con il Regolamento Sfdr, entrato in vigore il 10 marzo, e la Tassonomia che si applicherà dal primo gennaio 2022 per le attività che contribuiscono agli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
È rilevante, dunque, che ogni parte dell’industria, i diversi attori, siano proattivi nel partecipare perché se è vero che l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile individua 17 goal da perseguire, è altrettanto vero che è un percorso per step. Come Anasf, già alla fine del 2020, abbiamo avviato, in collaborazione con Sda Bocconi, la realizzazione di un corso dedicato ai temi Esg, già frequentato a un anno da lancio da oltre 1.300 professionisti, in prevalenza consulenti finanziari, proprio con l’obiettivo di formare coloro che sono l’anello di congiunzione con gli investitori.
A distanza di un anno, parimenti, di questi professionisti, oltre 500 hanno sostenuto e superato il corso Esg di Efpa Italia che ne certifica la formazione. Secondo una ricerca da noi condotta con McKinsey, a marzo di quest’anno, il 13% delle masse dei consulenti finanziari è attualmente investito in prodotti Esg e oltre il 30% di loro ha più del 15% del portafoglio dei clienti investito in strumenti sostenibili.
In risalto però da quell’indagine sono emersi anche i fronti su cui lavorare per aumentare la sensibilità dei cittadini sugli investimenti sostenibili e, se è vero che anche a seguito della pandemia, l’interesse dei clienti verso i prodotti Esg è aumentato, è anche vero che la più interessata è la popolazione di giovani clienti, tra 24 e 39 anni, maggiormente propensa a investire in
prodotti Esg, che è anche quella con meno disponibilità.
Se quindi i consulenti finanziari dimostrano di essere attenti al tema della finanza sostenibile e di voler affinare sempre più la propria formazione, rimane però necessaria un’azione di maggiore educazione finanziaria per diffondere tra i cittadini il valore dei benefici di questi investimenti anche in termini di accrescimento del reddito. Soprattutto, bisogna favorire una maggiore comunicazione intergenerazionale tra i risparmiatori al fine di sostenere il processo di integrazione tra economia reale, risparmio e investimenti sostenibili.
(A cura di Germana Martano, direttore generale Anasf
Articolo tratto dal magazine We Wealth di ottobre 2021)
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