La crescita delle imprese passa (anche) dal Pnrr e dal fisco

14.3.2022
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Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un'occasione unica per garantire un effettivo rilancio del sistema Paese. Allo stesso tempo, è necessario attuare importanti riforme
Non si può puntare tutto sulla dotazione economica legata al Pnrr se prima, o contestualmente, non si implementano interventi mirati atti a risolvere vecchi nodi che non permettono alle imprese di essere competitive
La riforma fiscale è strategica per la crescita del Pil italiano e l’attrazione dei capitali stranieri
Per stimolare il tessuto economico del paese, aprire a nuovi orizzonti di crescita per le imprese, attrare investitori e società estere, creare infrastrutture e con esse posti di lavoro, non è possibile trascurare il piano fiscale.
Questa è una delle conclusioni che è possibile trarre, tra le altre cose, dall'incontro organizzato da Ernst Young, nell'ambito dell'Ey Tax Day, del 14 marzo 2022 presso Palazzo Mezzanotte a Milano
L'incontro, strutturato nel solco nel precedente evento Ey – Riforma Italia, dello scorso settembre 2021, attraverso gli interventi di rappresentanti istituzionali, accademici e protagonisti della business community, è stata occasione per avviare una importante riflessione sulle principali questioni fiscali che, in questo momento, occupano l'agenda del legislatore e, in un certo modo, preoccupano contribuenti, imprenditori e investitori. A tal riguardo, si è provato a fare il punto, tra le altre cose, sul ruolo ricoperto dagli incentivi fiscali per la crescita delle imprese; sulla necessità di una riforma della giustizia tributaria; sulla competizione fiscale internazionale tra Stati e sulle aspettative legate al Pnrr.
L'incontro è stato anche – e soprattutto – l'occasione per comprendere perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza (approvato oltre sei mesi fa) è un'occasione unica per garantire un effettivo rilancio del sistema Paese e, allo stesso tempo, per quali ragioni - se non si compiono alcuni passaggi essenziali dal punto di vista normativo - le aspettative legate al miglior utilizzo di questa enorme dotazione economica potrebbero essere disattese.
Come ha messo in evidenza, in apertura dell'evento, Stefania Raddoccia – Managing Partner di Ey Tax & Law in Italia: "dopo anni di incertezza pandemica" e, inoltre, nel mentre delle crescenti "tensioni geopolitiche, non possiamo perdere il focus sulla trasformazione del Paese e del tessuto produttivo". Proprio per questo, "occorre non perdere di vista che la trasformazione passa anche e in gran parte dal Pnrr”.
E invero, a voler guardare da vicino le opinioni che si stanno formando nella business community attorno al Pnrr e alle prospettive ad esso legate, emerge che il sentiment generale non è dei più positivi. Al contrario: l'ottimismo è in rallentamento.
Da una survey condotta da Ey e Swg su un campione di oltre 1230 soggetti tra manager e opinione pubblica, emerge che un terzo dei manager intervistati afferma di non conoscere il piano di Ripresa e Resilienza in maniera adeguata.
Benché il 70% dei manager intervistati si dice fiducioso dell'azione svolta dal governo, è in crescita lo scetticismo sulle prospettive legate al Pnrr. Anzi, per quasi il 40% degli intervistati l'enfasi data al Pnrr è eccessiva e si corre il rischio di perdere di vista le altre priorità del Paese.
In buona sostanza, non si può puntare tutto sulla dotazione economica legata al Pnrr se prima, o contestualmente, non si implementano interventi mirati atti a risolvere i nodi che da tempo impediscono al Paese, dunque alle imprese, agli imprenditori, e alle attività economiche di spiccare il volo: è fondamentale investire in nuove infrastrutture, snellire l'apparato burocratico della Pubblica amministrazione, rendere più efficiente la giustizia anche tributaria
Più nel dettaglio, dall'analisi di Ey e Swg si apprende che le riforme percepite più importanti sono quelle che riguardano la realizzazione delle infrastrutture tecnologiche (che, secondo il 50% degli intervistati sono fondamentali per il rilancio economico del Paese), le riforme della pubblica amministrazione e della giustizia amministrativa (per oltre il 30%). Sono inoltre cruciali le riforme del fisco e della giustizia civile per aumentare l'attrattività del Paese nei confronti degli investitori esteri.
Il fisco, in effetti, nel nostro Paese è ancora per larga parte percepito come un ostacolo e non, invece, come potenziale volano per l'impresa. La maggior parte degli intervistati ritiene, non a caso, che la complessità del sistema fiscale italiano è un ostacolo alla competitività internazionale delle imprese italiane; che la complessità del sistema fiscale italiano ostacola l'ingresso in Italia di imprese straniere interessate ad investire nel Paese; che il fisco sia lontano dalle esigenze delle imprese e da quelle delle famiglie.
Per questa ragione, come sottolinea ancora Raddoccia, occorre guardare con favore al Pnrr ma non dimenticare di accelerare sulle riforme che, a partire dal fisco, sono la chiave per rendere “il Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale”.
Dello stesso avviso Davide Bergami, Partner di EY Tax & Law, secondo il quale la riforma fiscale è strategica “per la crescita del Pil italiano e l'attrazione dei capitali stranieri”.
L'incontro è stato anche – e soprattutto – l'occasione per comprendere perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza (approvato oltre sei mesi fa) è un'occasione unica per garantire un effettivo rilancio del sistema Paese e, allo stesso tempo, per quali ragioni - se non si compiono alcuni passaggi essenziali dal punto di vista normativo - le aspettative legate al miglior utilizzo di questa enorme dotazione economica potrebbero essere disattese.
Come ha messo in evidenza, in apertura dell'evento, Stefania Raddoccia – Managing Partner di Ey Tax & Law in Italia: "dopo anni di incertezza pandemica" e, inoltre, nel mentre delle crescenti "tensioni geopolitiche, non possiamo perdere il focus sulla trasformazione del Paese e del tessuto produttivo". Proprio per questo, "occorre non perdere di vista che la trasformazione passa anche e in gran parte dal Pnrr”.
E invero, a voler guardare da vicino le opinioni che si stanno formando nella business community attorno al Pnrr e alle prospettive ad esso legate, emerge che il sentiment generale non è dei più positivi. Al contrario: l'ottimismo è in rallentamento.
Da una survey condotta da Ey e Swg su un campione di oltre 1230 soggetti tra manager e opinione pubblica, emerge che un terzo dei manager intervistati afferma di non conoscere il piano di Ripresa e Resilienza in maniera adeguata.
Benché il 70% dei manager intervistati si dice fiducioso dell'azione svolta dal governo, è in crescita lo scetticismo sulle prospettive legate al Pnrr. Anzi, per quasi il 40% degli intervistati l'enfasi data al Pnrr è eccessiva e si corre il rischio di perdere di vista le altre priorità del Paese.
In buona sostanza, non si può puntare tutto sulla dotazione economica legata al Pnrr se prima, o contestualmente, non si implementano interventi mirati atti a risolvere i nodi che da tempo impediscono al Paese, dunque alle imprese, agli imprenditori, e alle attività economiche di spiccare il volo: è fondamentale investire in nuove infrastrutture, snellire l'apparato burocratico della Pubblica amministrazione, rendere più efficiente la giustizia anche tributaria
Più nel dettaglio, dall'analisi di Ey e Swg si apprende che le riforme percepite più importanti sono quelle che riguardano la realizzazione delle infrastrutture tecnologiche (che, secondo il 50% degli intervistati sono fondamentali per il rilancio economico del Paese), le riforme della pubblica amministrazione e della giustizia amministrativa (per oltre il 30%). Sono inoltre cruciali le riforme del fisco e della giustizia civile per aumentare l'attrattività del Paese nei confronti degli investitori esteri.
Il fisco, in effetti, nel nostro Paese è ancora per larga parte percepito come un ostacolo e non, invece, come potenziale volano per l'impresa. La maggior parte degli intervistati ritiene, non a caso, che la complessità del sistema fiscale italiano è un ostacolo alla competitività internazionale delle imprese italiane; che la complessità del sistema fiscale italiano ostacola l'ingresso in Italia di imprese straniere interessate ad investire nel Paese; che il fisco sia lontano dalle esigenze delle imprese e da quelle delle famiglie.
Per questa ragione, come sottolinea ancora Raddoccia, occorre guardare con favore al Pnrr ma non dimenticare di accelerare sulle riforme che, a partire dal fisco, sono la chiave per rendere “il Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale”.
Dello stesso avviso Davide Bergami, Partner di EY Tax & Law, secondo il quale la riforma fiscale è strategica “per la crescita del Pil italiano e l'attrazione dei capitali stranieri”.
Infine, nel rapporto tra sistema fiscale e Green Deal europeo, ad avviso della maggior parte degli intervistati nella survey anzidetta, la tassazione delle imprese dovrebbe presentare maggiore uniformità all'interno dei Paesi europei e l'80% dei manager concorda nell'affermare che le aziende che inquinano di più dovrebbero avere una tassazione più elevata a compensazione dei danni arrecati all'ambiente.
Sul fronte degli incentivi fiscali implementati negli ultimi anni, si registra invece un riconoscimento pressoché unanime del loro impatto positivo relativamente alla crescita dei consumi e alla capacità di rilanciare investimenti e volumi di affari in settori cruciali o che avevano subito forti impatti durante la pandemia.
Sul fronte degli incentivi fiscali implementati negli ultimi anni, si registra invece un riconoscimento pressoché unanime del loro impatto positivo relativamente alla crescita dei consumi e alla capacità di rilanciare investimenti e volumi di affari in settori cruciali o che avevano subito forti impatti durante la pandemia.