Nel mercato dei bond globale la prospettiva di un percorso più ripido di rialzi dei tassi, delineato dalla Federal Reserve e anche, in parte, dalla Banca centrale europea, ha contribuito ad abbattere i prezzi
Il Bloomberg Global Aggregate Index, punto di riferimento per i rendimenti dei bond societari e governativi mondiali, ha registrato un ribasso dell’11% dal picco segnato nel gennaio 2021 – con una perdita di valore, in assoluto, da 2.600 miliardi di dollari
Lo choc sulle materie prime, infatti, ha aumentato le previsioni per l’inflazione, che tende ad erodere i ritorni reali con particolari danni per i sottoscrittori di prodotti a reddito fisso. Di conseguenza, nei giorni scorsi l’assenza di migliori alternative sembra aver incoraggiato un ritorno sull’azionario, mentre i bond, dal picco del gennaio 2021, hanno subito il peggior ribasso da decenni.
Il Bloomberg Global Aggregate Index, punto di riferimento per i rendimenti dei bond societari e governativi mondiali, ha registrato un ribasso dell’11% dal picco segnato nel gennaio 2021 – con una perdita di valore, in assoluto, da 2.600 miliardi di dollari. Per fare un confronto, durante la crisi finanziaria del 2008 la perdita era stata di 2mila miliardi di dollari.
Secondo un altro indicatore sull’Obbligazionario globale compilato da Morningstar la perdita da inizio 2022 è stata del 3,2%, al 22 marzo; per la categoria Obbligazionari Europa Emergente il calo è arrivato al 12,59%.
Nel precedente ciclo di rialzi dei tassi Fed, nel 2018, le perdite complessive di quell’anno si erano attestate all’1,2% nel Global bond index di Bloomberg: un calo ben più contenuto rispetto a quello osservato in questo inizio 2022. In questo caso, però, i rischi di un’inflazione fuori controllo sono decisamente più elevati: alle già presenti pressioni salariali, negli Usa, si sono aggiunti nuovi rincari collegati alla crisi ucraina e alle conseguenti sanzioni alla Russia.
Da inizio anno Buoni del Tesoro Usa decennali hanno visto un aumento dei rendimenti dell’85,82%, ossia dall’1,63% al 2,37%. In seguito all’invasione russa in Ucraina i rendimenti hanno avuto un effimero ribasso, ampiamente colmato sulla base delle crescenti aspettative di una dura svolta restrittiva della politica monetaria. Il 23 marzo, dopo indicazioni già piuttosto nette da parte del presidente della Fed, Jerome Powell, anche Loretta Mester, la presidente della Fed di Cleveland, si è spinta a dire che probabilmente rialzi da mezzo punto saranno necessari nel corso del 2022. E’ un contesto che starebbe riducendo la funzione di bene rifugio per i Treasuries, nonostante la minaccia bellica. Tuttavia, le condizioni più difficili per il reperimento delle materie prime e i rincari energetici metteranno a rischio soprattutto il comparto obbligazionario corporate.
“I venti contrari per il reddito fisso rimangono pesanti”, ha detto a Bloomberg Todd Schubert, capo della ricerca sul reddito fisso presso la Bank of Singapore, “gli investitori dovranno ricalibrare le aspettative di rendimento ed essere agili per sfruttare le dislocazioni del mercato”.