L’incremento medio annuo dei ricavi dal 2013 al 2018 è stato pari al 9% con un forte traino da parte delle start up
Le start up crescono in media del 60% nello stesso periodo. Anche la marginalità registra una crescita costante nel corso degli anni e supera il 10% nel 2018
“Alcune tech company italiane stanno cavalcando con successo la dinamica a doppia cifra di alcuni segmenti del mercato digitale, anche attraverso percorsi di crescita esterna (merger & acquisition), dimostrando grande visione e capacità imprenditoriale. – commenta Andrea Rangone, Amministratore delegato del gruppo digital360 -. Nel pieno della quarta rivoluzione industriale, che si contraddistingue per la pervasività del digitale in ogni business, le tech company italiane svolgono un ruolo cruciale nella trasformazione e nell’innovazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni”.
L’Osservatorio Tech Company del Politecnico di Milano ha analizzato oltre 10mila bilanci di società di capitali del Canale ICT italiano con fatturato superiore a 500mila euro, da cui emerge una crescita dei ricavi tra il 2013 e il 2018 più accentuata tra le imprese di taglia media (+11,6% per quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni di euro, +12,7% per quelle con fatturato 10 e i 50 mln di euro). Sono migliori poi le performance di imprese “top partner” dei 10 grandi vendor globali (+10,9%) e quelle che hanno in portafoglio soluzioni innovative come Cloud, IoT, Big Data e AI (+9,9%). “Mediamente, le tech company italiane mostrano buoni risultati, con una crescita significativa dei ricavi, pari al 9% medio annuo e marginalità superiori al 10%, in un settore in profonda trasformazione – commenta Raffaello Balocco, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Tech Company del Politecnico di Milano –. Da un lato, diminuiscono, a seguito dell’uscita dal mercato di alcuni player storici, le imprese focalizzate solo sul ‘volume’, dall’altro mostrano risultati sopra la media alcuni nuovi player con soluzioni ‘verticali’. Ma la spinta più forte arriva dalle startup, capaci di portare innovazione dirompente in alcuni ambiti”.
Ma frenata l’entusiasmo. L’analisi mostra infatti come gli strumenti di marketing utilizzati sono ancora “tradizionali”. Ci sono dunque ancora poche le tech company che stanno sfruttando al meglio i nuovi strumenti di marketing digitale a supporto della comunicazione e della generazione di opportunità di business.
L’analisi rivela dunque come il budget investito in attività di marketing nel 2019 si attesti all’1% del fatturato complessivo, ma sia destinato a aumentare in oltre il 60% delle imprese. Le attività di marketing più diffuse sono l’organizzazione di eventi “fisici” (nel 77% delle imprese) e l’utilizzo dei social in modalità “gratuita” (79%), ma il livello di soddisfazione di questi canali è spesso al di sotto delle aspettative. “I tech buyer cercano sempre più online informazioni su prodotti e servizi, ma molte imprese del settore sono guidate da un approccio orientato più alla vendita che al marketing – prosegue Balocco –. Oggi si utilizzano soprattutto canali di marketing “tradizionali” che generano poca soddisfazione, mentre è ancora poco percepita l’importanza degli strumenti online, utilizzati solitamente con iniziative ‘spot’ non integrate in un piano complessivo. Un quadro da cui emerge la grande opportunità di un utilizzo dei diversi strumenti di marketing online, all’interno di una chiara strategia complessiva per generare opportunità di business”.