Sempre più imprese cercano il “green” nel curriculum

Per circa 2,6 milioni di ingressi, pari al 79,4% delle entrate programmate, le competenze “green” sono ritenute indispensabili per lo svolgimento della professione
La domanda tende a crescere in caso di livelli di istruzione più elevati, dall’84% per i laureati all’83,5% per chi possiede un diploma di istruzione tecnica superiore
La spinta verso la transizione all’ecosostenibilità farà emergere “green jobs” trasversali a più settori, come l’esperto in green marketing e il giurista ambientale
Ecco i “green job” del futuro
Parallelamente, a crescere è anche la domanda di “green job”, un concetto che comprende le professioni specifiche richieste per soddisfare i nuovi bisogni della green economy, ma anche lavori esistenti che dovranno affrontare un reskilling in chiave green e figure non strettamente “verdi” ma coinvolte nel cambiamento generato dai macro-trend della sostenibilità ambientale. A tal proposito, nel 2020, il numero complessivo di contratti programmati dalle imprese ha risentito gli effetti negativi della crisi pandemica, registrando un calo del 30% rispetto all'anno precedente (1,1 milioni di ingressi contro gli 1,6 milioni del 2019). Ma, in valore assoluto, la quota di entrate programmate per i green job è cresciuta di un punto percentuale anno su anno, dal 34,7% al 35,7%. Una testimonianza del fatto che, malgrado l'emergenza, l'interesse per il “green” non abbia subito contraccolpi.
Allargando la lente d'ingrandimento ai macrosettori, quello industriale guadagna la fetta maggiore di entrate relative ai green jobs (67,4%), affiancato dai servizi con il 22,8%. Una percentuale, tra l'altro, in crescita dell'1,9% rispetto al 2019. Le incidenze maggiori si segnalano per l'industria delle costruzioni (85,4%, +3,4 punti percentuali rispetto al 2019), per le industrie della gomma e delle materie plastiche (85,2%, +4,7%), per la meccanica (85,1%, +0,7%) e per la metallurgia (83,9%, +5,6%). A trainare invece il macrosettore dei servizi sono i trasporti e la logistica (74,1%), ma anche il commercio all'ingrosso (62%), il commercio e la riparazione di autoveicoli e motocicli (53,5%) e l'informatica e telecomunicazioni (50,4%). A livello territoriale, infine, la richiesta di competenze “green” supera la media nazionale nel nord ovest (38,2% contro il 35,7%), mentre la quota più bassa si registra al centro (32,7%). Su un trend positivo le imprese di sud e isole, che passano dal 32,4 al 35,2% di ingressi previsti rispetto al 2019.