Pnrr: obiettivi da centrare e risorse in arrivo (anche per le imprese)

Rita Annunziata
3.1.2022
Tempo di lettura: 5'
L'Italia ha raggiunto i 51 obiettivi previsti dal Pnrr per il 2021. Ma, nelle parole del premier Draghi, non è il momento “di adagiarsi”. Da centrare nel 2022 sono ben 102 obiettivi per 40 miliardi di fondi. Firmato intanto il decreto attuativo del Piano voucher per le imprese

L’Italia ha rispettato l’impegno a conseguire i primi 51 obiettivi entro il 2021 al fine di presentare la domanda di pagamento della prima rata di rimborso da 24,1 miliardi

Il Mise ha destinato 516 milioni di euro alla digitalizzazione del tessuto produttivo, come previsto dal decreto attuativo del “Piano voucher per le imprese” firmato da Giorgetti

Per il 2022 il Pnrr prevede l’approvazione di 66 riforme (23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari) e il raggiungimento di 102 obiettivi

Gli obiettivi fissati per lo scorso anno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati raggiunti: dall'entrata in vigore dei nuovi crediti d'imposta del Piano Transizione 4.0 all'avvio del Fondo impresa donna da 440 milioni di euro. Fino alla riforma della proprietà industriale, il primo provvedimento del piano avviato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti lo scorso 24 giugno. Ma, nelle parole del premier Mario Draghi, non è il momento “di adagiarsi”. Da centrare nel 2022 sono 102 obiettivi e 66 riforme. Un'occasione unica, spiega il premier, per dimostrare che tutte le risorse “sono spese correttamente e onestamente”, evitando “fenomeni di corruzione e infiltrazioni delle organizzazioni criminali”.

Gli obiettivi raggiunti nel 2021


Come ribadito da Draghi nella premessa alla prima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, l'Italia ha infatti rispettato l'impegno a conseguire i primi 51 obiettivi entro il 2021 al fine di presentare la domanda di pagamento della prima rata di rimborso da 24,1 miliardi di euro. Il Mise, in particolare, ha ricordato che lo scorso anno sono entrati in vigore i nuovi crediti d'imposta del Piano Transizione 4.0 con un ampliamento della platea di imprese beneficiarie, la durata del credito d'imposta su base biennale e le tipologie di investimenti immateriali agevolabili. Inoltre, sono stati messi sul piatto 750 milioni di euro per i contratti di sviluppo per favorire gli investimenti nell'industria, nel turismo e nella tutela ambientale. Senza dimenticare, a tal proposito, le riforme delle discipline dei contratti di sviluppo e degli accordi di innovazione “per premiare i progetti d'investimento che oltre a puntare sullo sviluppo industriale e la sostenibilità ambientale si impegnano a tutelare i lavoratori di aree territoriali e aziende in crisi”, spiega il Mise in una nota.
A favore invece dell'imprenditorialità al femminile, lo scorso ottobre il ministro Giorgetti ha firmato il decreto interministeriale attuativo del Fondo impresa donna, con ben sei mesi di anticipo sulla tabella di marcia definita dalla legge di bilancio 2021. Una misura che punta a stimolare la presenza delle donne nel sistema produttivo tricolore, sostenendo le competenze e la creatività delle professioniste al femminile nella creazione di nuove attività imprenditoriali e nell'avvio di progetti innovativi. A beneficare dei mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati potranno essere quattro categorie di soggetti: cooperative e società di persone che vantano almeno il 60% di donne socie, società di capitali con quote e board per due terzi al femminile, imprese individuali gestite da donne, e lavoratrici autonome. Il progetto è stato avviato il 30 settembre con un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro per poi essere arricchito di ulteriori 400 milioni di euro a favore dell'imprenditoria femminile. Da ricordare infine la riforma della proprietà industriale, cui è stato destinato un finanziamento straordinario di 30 milioni di euro, e l'istituzione di una struttura tecnica di missione che “dovrà coordinare l'attuazione degli interventi e delle riforme strutturali di competenza del ministero nell'ambito del Pnrr”, scrive il Mise.

Il Piano voucher per le imprese


Intanto, il ministero ha destinato 516 milioni di euro alla digitalizzazione del tessuto produttivo, come previsto dal decreto attuativo del “Piano voucher per le imprese” firmato da Giorgetti. Un intervento che rientra nella Strategia italiana per la banda ultralarga e che potrebbe estendersi a una platea di imprese beneficiarie che si aggira tra 850mila e 1.400.000. Le aziende potranno richiedere un unico voucher (dal valore minimo di 300 euro fino a un massimo di 2mila euro e con una durata del contratto da un minimo di 18 mesi a un massimo di 36 mesi) per un incremento della velocità di connessione da 30 Mbit/s a oltre 1Gbit/s. Per il passaggio a connessioni a 1 Gbit/s, il valore del voucher può essere accresciuto fino a un massimo di 500 euro al fine di coprire una parte dei costi sostenuti dalle imprese beneficiarie e giustificati dagli operatori.

Le sfide per il nuovo anno


Come anticipato in apertura, per l'anno in corso il Pnrr prevede l'approvazione di 66 riforme (23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari) concentrate prevalentemente nel secondo trimestre. Entro il 30 giugno è attesa la riforma della carriera degli insegnanti e del codice appalti pubblici mentre entro il 31 dicembre un sistema di formazione di qualità per le scuole, un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese, e la legge annuale sulla concorrenza 2021. Quanto agli obiettivi da centrare per ottenere la seconda a la terza rata dei fondi per 40 miliardi di euro complessivi sono ben 102: 47 entro il 1° semestre e 55 nel 2° semestre.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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