Pmi quotabili in calo fino al 25%: attesa la fine dell'emergenza

In uno scenario base (con il fatturato complessivo in calo del 6,8% nel 2020), il numero di imprese quotabili scivolerebbe verso il basso del -20% rispetto al periodo precedente alla diffusione della pandemia
In uno scenario negativo (con il fatturato complessivo in calo dell'8,2%), il crollo si attesterebbe sul -25%. A percepirne maggiormente i contraccolpi sarebbero le aziende attive nei servizi di alloggio e ristorazione
Nonostante la contrazione attesa, il numero di imprese quotabili all'inizio del 2021 resta comunque elevato (2.200 e 2.100). Ipotizzata una ripresa della tendenza alla quotazione nel post-covid
Ma, nel contesto pandemico, il campione si riduce in misura significativa. Per calcolare gli effetti della crisi, in particolare, sono stati stimati i bilanci delle imprese nel 2020 (basandosi su una metodologia interna di Banca d'Italia) e sono stati considerati due scenari sulla scia delle stime macroeconomiche del prodotto interno lordo nazionale elaborate dall'istituto nel mese di luglio: nello scenario base, il fatturato complessivo subirebbe una contrazione del 6,8% rispetto al 2019, mentre in quello negativo il crollo toccherebbe l'8,2%. Nel primo caso, dunque, secondo i ricercatori il numero di imprese quotabili scivolerebbe verso il basso del -20% rispetto al pre-covid (2.202), mentre nel secondo arriverebbe fino al -25% (2.086). A percepirne maggiormente i contraccolpi sono le imprese appartenenti alle classi più alte, a beneficio invece di quelle di più piccole dimensioni. Un effetto “meccanico”, spiega Bankitalia, legato al fatto che la contrazione dei ricavi determina “lo spostamento di alcune imprese dalle classi di fatturato più elevato a quelle più basse”.
In definitiva, secondo gli esperti, nonostante la contrazione attesa del bacino del 20 e del 25% sulla base dei rispettivi scenari di riferimento, il numero di imprese quotabili all'inizio del 2021 resterebbe comunque elevato (2.200 e 2.100, come anticipato). Di conseguenza, concludono, “a parità di altri fattori, è ipotizzabile che la tendenza alla quotazione in Borsa possa ritornare ai ritmi pre-crisi una volta che gli effetti del covid-19 si saranno esauriti e l'attività economica ripresa”. Tra l'altro, l'ipotetica quotazione di tutte le società individuate potrebbe “ridurre il sottodimensionamento del mercato azionario italiano rispetto a quelli delle maggiori economie”: la capitalizzazione di mercato addizionale toccherebbe i 71 miliardi di euro nello scenario base e i 68 miliardi nello scenario negativo.