Secondo il report di Morgan Stanley le società più attive nella parità di genere sono state più performanti “del 2,8% annuo negli ultimi otto anni”
Gli autori dello studio spiegano che “le azioni delle società che rispettano la diversità di genere tendono ad avere maggiori dimensioni, rendimenti più elevati e a essere inclinate verso un beta inferiore”
Gli analisti hanno preso in considerazione 1.875 società quotate all’interno dell’indice Msci World da gennaio 2010 a maggio 2019
Puntare su una maggiore parità di genere quindi paga, anche in termini di rendimento. Ma non solo: “Le azioni delle società che rispettano la diversità di genere tendono ad avere maggiori dimensioni, rendimenti più elevati e a essere inclinate verso un beta inferiore”, quindi un minor livello di dipendenza dal rischio di mercato, scrivono gli autori dello studio di Morgan Stanley. La diversità di genere all’interno delle società è sempre più diffusa e i cda sono più diversificati, spiega la società, anche se non in modo uniforme a livello globale.
1- membri del consiglio di amministrazione
2- executive
3- manager
4- dipendenti
Gli analisti hanno preso in considerazione 1.875 società quotate all’interno dell’indice Msci World da gennaio 2010 a maggio 2019, valutando per ciascuna quante donne ricoprono i quattro ruoli sovracitati. Lo studio ha mostrato che le azioni delle società con un più alto punteggio Hers hanno sovraperformato negli ultimi otto anni rispetto alle omologhe in posizioni più basse in classifica.
Avere un punteggio Hers più alto, inoltre, garantisce un impatto positivo sui rendimenti long-short, anche includendo specifici fattori settoriali e regionali. I risultati dello studio variano infatti in base alle aree geografiche. A livello di redditività (Roe) il risultato è infatti diverso a seconda che si tratti di Asia, Europa o Stati Uniti. Nel dettaglio, “le società nordamericane con un elevato ranking Hers tendono ad avere Roe più elevati, mentre le società europee e asiatiche tendono ad avere Roe inferiori”.