La startup italo-tedesca che è diventata l’Airbnb dei lavoratori expat

Una piattaforma che fornisce soluzioni abitative per giovani
professionisti globe trotter e che rende più efficiente e flessibile il
processo di scelta e fruizione della stessa. Parliamo di Habyt, ex startup
(oggi leader globale del suo mercato, il co living degli uffici), fondata nel
2017 in Germania da due italiani. Ovvero Luca Bovone, ceo, e uno dei primi
manager di Dropbox in Europa e Giorgio Ciancaleoni, ex country manager per
l’Italia di Homebell. Una sorta di AirBnb per modello di business ma anche per
il mondo in cui nasce. L’idea arriva quando Bovone si trova a dover affrontare
un problema personale, legato alla ricerca di un’abitazione temporanea nella
città dove lavora. “Cambiando città in Europa molto spesso, per lavoro, diventa
molto difficile trovare una stanza o un appartamento dove stare per un periodo
di media durata (che corrisponde a uno stage o un periodo di lavoro di sei mesi
o un anno), con la difficoltà di contrattare con proprietari di immobili in
un'altra lingua quando sei giovane o sprovveduto”, racconta Bovone a We Wealth.

L'economia della condivisione
In un mondo in cui la tecnologia ha semplificato la fruizione di prodotti e servizi attraverso l’idea dello sharing (vedi Uber per i viaggi in auto o Spotify per la musica) l’idea allora è quella di mettere a disposizione – come aveva fatto AirBnb nel turismo – alloggi per i lavoratori expat. “L’obiettivo è stato fin da subito quello di dare vita a un prodotto semplice, standardizzato anche sul fronte del design e accessibile in maniera digitale – spiega il ceo - quando una persona si trasferisce anche in un altro paese, può trovare una soluzione abitativa velocemente e in maniera disintermediata”. Tutte le soluzioni inserite in piattaforma sono di design e dotate di servizi e optional pensati in ottica di community: ovvero con l’obiettivo di rendere la permanenza piacevole a persone con interessi ed esigenze simili.
Il modello di business di Habyt
Il portafoglio immobili non è di proprietà: Habyt stipula accordi con i proprietari che comprendono contratti di gestione o affitto a lungo termine. “Siamo certi che a livello di filosofia il business funzioni in tutte le città con oltre 500mila abitanti, che siano costruite intorno a università, poli scientifici ed economici – afferma Bovoni - Selezioniamo le location in base all’analisi interna e in base alle informazioni già disponibili su fonti esterni. Per esempio su Idealista data, per capire che tipo di domanda c’è in una certa zona: dai dati tiriamo fuori un modello finanziario predittivo che stima con quale probabilità e a che prezzo si potrà affittare un immobile”.
Il fattore differenziante è la tecnologia. “Attraverso quella sviluppata internamente, creiamo delle efficienze a livello di top line e a livello di costo. A livello di top line, non appena una stanza diventa libera, il sistema centrale la posta in automatico sulle varie piattaforme in modo da poter ricevere le richieste dei potenziali locatari. Questo permette di massimizzare prezzo e tasso di occupazione che è sempre superiore al 95%. Sul fronte dei costi, la tecnologia automatizza tutto dal momento in cui cliente firma digitalmente il contratto, fino al check in e check out, senza interazione umana”.
Da startup a colosso che controlla 8500 strutture in dieci Paesi
Ed è grazie a questo modello che Habyt è riuscita a crescere fino a diventare un colosso: partita con un due appartamenti per 7 stanze complessive a Berlino, oggi controlla 8.500 strutture distribuite in dieci Paesi nel mondo, tra Europa e Asia-Pacific. Berlino, Francoforte, Amburgo, Monaco, Amsterdam, Madrid, Barcellona, Lisbona, Milano, Torino, Singapore, Hong Kong e Tokyo e altre città si aggiungono continuamente: circa 30mila metri quadrati nuovi, circa mille stanze ogni trimestre. Il fatturato nel 2021 ha raggiunto quota 36 milioni di euro, e Bovone stima di chiudere il 2022 a 100 milioni quest’anno, e di arrivare a 300 milioni nel 2023.
M&A e raccolta di capitale
Un obiettivo realistico, grazie alla strategia serrata di M&A e alle massicce raccolte di capitali. In ogni nuovo mercato geografico l’azienda entra attraverso l’acquisizione di una piattaforma simile, che compra grazie ai finanziamenti di investitori italiani e internazionali (che nel progetto evidentemente credono). Ad aprile 2022 Habyt ha acquisito Hmelt, azienda gemella leader in Asia Pacifico e raccolto un nuovo round da 27 milioni di dollari da investitori internazionali. In tutto, dalla fondazione i finanziamenti ricevuti sono stati superiori ai 50 milioni. E nel solo 2021 le acquisizioni sono state una lunga serie: la società tedesca di co-living homefully, Goliving, Erasmo’s Room, Quarters, e la milanese Roomie con cui si è rafforzata in Italia. La testa però resta in Germania. “Il team centrale che fa tecnologia e servizi a supporto è a Berlino e poi abbiamo persone assunte e contractor che si occupano di manutenzione e pulizia in ciascun mercato – direttamente tramite società del gruppo”.
Il punto di arrivo della strategia, ora, è di permettere al cliente (per il 90% lavoratori expat e per il 10% studenti adulti, over 25) di muoversi liberamente tra le strutture del gruppo, in tuta la rete globale. Offrendo contratti che consentono di fare anche trasferte temporanee per poi tornare alla location iniziale. L’evoluzione è continua e segue le mutate esigenze dei Gen Z che iniziano a entrare nel mondo del lavoro. D’altronde il PropTech, nel 2021, secondo l’Italian PropTech Monitor (IPM) conta 184 realtà con sede o operanti in Italia (+21% sul 2020). È l’immobiliare che si digitalizza, dagli affitti on line a breve termine della propria proprietà privata, alla casa connessa, al coworking in spazi che vengono gestiti e noleggiati, fino ai database per vedere o affittare a lungo termine, ma anche il facility management, l’home service, IoT home. Nei prossimi 5 anni le applicazioni di Big data, analytics e IoT avranno implicazioni che neanche possiamo immaginare. Così come la blockchain, con la possibilità di conservare una catena di informazioni immutabili e indistruttibili, consentirà, per esempio, di digitalizzare completamente i registri catastali e tenere traccia di tutte le transazioni. Chissà Habyt come sfrutterà queste evoluzioni a favore dei propri lavoratori expat in cerca di casa.