La mappa dei business angel italiani: quanto e dove investono

Alberto Battaglia
13.12.2022
Tempo di lettura: 5'
In Italia ci sono oltre 1500 business angel e nel 2021 hanno investito oltre 93 miliardi, soprattutto (ma non è una sopresa) nel Nord Italia

I business angel italiani sono 1505, in aumento del 25% rispetto alla precedente rilevazione e, solo nel 2021, hanno investito circa 93,3 milioni di euro in imprese nello stadio iniziale di sviluppo. Si tratta di una popolazione di imprenditori o ex imprenditori tendenzialmente più diffusa nel Nord Italia (al 68%) e all'interno della quale prevalgono gli uomini, che rappresentano l'86% di tutti i business angel italiani. Sono alcuni dei dati raccolti dal Social Innovation Monitor, team di ricerca con base operativa al Politecnico di Torino che include un sondaggio di un campione rappresentativo dei business angel italiani composto da 320 individui. 


“Business angel” è solo la definizione più generale che comprende le “persone benestanti che, in cambio di una percentuale di equity, investono parte del proprio capitale in promettenti imprese in cui non hanno relazioni familiari o personali”. A differenza dei fondi di venture capital, questi “angeli degli affari” agiscono da soli o attraverso network formali o informali. All'interno di questa categoria, però, possono esserci varie sfumature: ad esempio quella del business angel “attivo”, che oltre a fornire capitale di avviamento o di crescita sono anche coinvolti in consulenza e assistenza pratica per l'azienda. 


Perché un certo tipo di imprenditoria ha bisogno dei business angel? Perché possono colmare l'ammanco di investimenti in capitale di rischio lasciato dal venture capital negli investimenti allo stadio iniziale dell'azienda e stimolare l'imprenditorialità a livello regionale. Ulteriore prova di questa teoria è emersa dalla ricerca: circa la metà dei business angel intervistati investe solo in Italia e, fra questi, il 71% non mai fatto neanche un investimento all'estero. 




“La nostra ricerca conferma che i business angel possono giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’innovazione all’interno del nostro ecosistema”, ha affermato la professoressa Elisa Ughetto, co-direttrice scientifica della ricerca e docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, “tali investitori, infatti, rappresentano un importante sostegno per lo sviluppo di giovani startup, aiutandole attivamente nella gestione e nella costruzione di basi solide per il loro sviluppo. Per tutti questi motivi – ha proseguito Ughetto –  l’angel investing è da considerarsi anche come una risorsa del nostro Paese nell’affrontare le varie sfide economiche attuali”.


Oltre alle motivazioni economiche, è emerso dal sondaggio, i business angel agiscono anche con motivazioni sociali: il 56% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di supportare anche organizzazioni caratterizzate da significativo impatto positivo sulla società. L’84% dei business angel che operano nell’ambito dell’impact investing, inoltre, dichiara di investire in settori sottocapitalizzati o di accettare ritorni economici inferiori a quelli di mercato perchè viene data maggiore importanza all'impatto sociale dell'iniziativa.


“Gli investimenti legati all’impact investing stanno aumentando in misura significativa”, ha aggiunto il professor Paolo Landoni, co-direttore scientifico della ricerca, “con questa ricerca continuiamo a evidenziare che anche tra i Business Angel vi è un numero sempre maggiore di investitori e investitrici che scelgono di impegnarsi nel supporto di startup che uniscono alla ricerca del profitto il perseguimento di un significativo impatto sociale o ambientale. Diversi di questi investitori per la presenza di questo impatto accettano anche la possibilità di ritorni finanziari minori”. 

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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