“Aderire allo spirito dell’Ue significa puntare su una visione diversa dei sussidi per sostenere i settori in difficoltà. I sussidi non sono per sempre, né vogliamo diventare un Sussidistan”, dichiara Carlo Bonomi
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: “Stabilizzeremo e intensificheremo gli incentivi di industria 4.0”
In Italia fino a tre milioni di evasori fiscali
Ma avere una visione, continua il presidente di Confindustria, significa anche considerare quali obiettivi e strumenti “producono effetti su filiere decisive per la nostra industria e per chi vi lavora” e rivedere “dalle fondamenta il modo in cui si affronta il tema della coesione territoriale tra Nord e Sud”. Secondo Bonomi, considerando le risorse dispiegate dai diversi fondi europei, “si deduce che il vero problema non sono le risorse, ma la capacità tecnica delle regioni a minor crescita di impegnarle con progetti coerenti alle richieste dell’Unione europea”. Di conseguenza, aggiunge, è sconsigliabile aggiungere altri bonus a tempo, ma piuttosto bisognerebbe convogliare le risorse in pochi strumenti “incisivi e nuovi” che puntino soprattutto su infrastrutture e legalità. In Italia, infatti, i dati Inps e Istat dimostrano come si contino fino a tre milioni di evasori fiscali solo tra gli autonomi e altrettanti tra i dipendenti. “Sarebbe una bella prova che lo Stato metta tutti sullo stesso piano, senza più alimentare pregiudizi divisivi a seconda della diversa percezione del reddito”, dichiara Bonomi.
Recovery fund: guardare all’esempio di Relance France
Sul fronte del Recovery fund, il presidente di Confindustria torna poi a rivolgersi al premier Conte, chiarendo come un eventuale fallimento sul fronte dell’utilizzo delle risorse rappresenterebbe un “danno immenso” per il Paese. “La visione alta – aggiunge – serve anche per aderire ai chiari indirizzi espressi dall’Unione europea per l’utilizzo delle risorse del Recovery fund”, ma l’esempio sul quale volgere lo sguardo è quello di Relance France (il programma presentato dal governo francese per rilanciare l’economia del Paese, ndr), che si focalizza su tre obiettivi principali: la sostenibilità sociale e ambientale e la competitività delle imprese. Inoltre, “aderire allo spirito dell’Ue – continua Bonomi – significa puntare su una visione diversa dei sussidi per sostenere i settori in difficoltà”. Se durante i mesi più caldi della pandemia il governo italiano ha dispiegato misure di sostegno per rispondere alla sete di liquidità delle imprese, secondo Bonomi “i sussidi non sono per sempre” e per le filiere più colpite è necessario uno “sforzo particolare”.
“Rinuncia al Mes danno certo”
“Nell’entusiasmo per i 208 miliardi dall’Europa, che si aggiungono al Sure e alle nuove linee di credito Bei, tende a svanire l’attenzione sul danno certo per il Paese se il governo rinuncia al Mes sanitario privo di condizionalità”, avverte poi Bonomi. “Inoltre, non vorremmo trovarci un domani a constatare che l’onere della parte di Recovery fund percepito in trasferimenti sia finanziato con nuove tasse solo a carico delle imprese, specie di quelle che producono e, soprattutto, danno occupazione in Europa”.
La risposta positiva del governo
Le parole di Bonomi trovano accoglienza nelle risposte del governo. In particolare, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha ribadito come “la nostra strategia” debba essere “l’unità nazionale”. “Abbiamo bisogno di un paese dove sia semplice fare impresa – aggiunge – Stabilizzeremo e intensificheremo gli incentivi di industria 4.0”. Sulla stessa linea d’onda anche il premier Conte, che ha sottolineato come “con lo stesso spirito di unità con cui abbiamo affrontato la sfida della pandemia, dobbiamo ora contribuire tutti insieme a vincere la sfida della ripartenza”, con un nuovo patto pubblico-privato che possa “dare vita a un sistema di collaborazione e di co-investimento tra Stato e imprese italiane”.