Quest’anno ogni famiglia registrerà una riduzione della spesa di circa 3mila euro
“Le famiglie continueranno a essere prudenti e a risparmiare anche a scopo precauzionale”, si legge in una nota di Confindustria
Il 12,5% delle imprese prevede che la ripresa dell’export dovrà attendere la fine dell’estate
A tal proposito, Confesercenti rileva che quest’anno ogni famiglia registrerà una riduzione della spesa di circa 3mila euro, raggiungendo i livelli toccati nel 1999. Una flessione che riguarderà in particolare alberghi, ristoranti e pubblici esercizi per circa 25 miliardi di euro di ricavi, ma anche il comparto della ricreazione e della cultura per 13 miliardi, e il settore dell’abbigliamento, calzature, mobili ed elettrodomestici per 11 miliardi.
Gli effetti sull’export
A incidere sulla mancata ripartenza è anche il business estero che, secondo Confindustria, ha risentito della “diversa tempistica con la quale sono state introdotte misure restrittive nei partner commerciali dell’Italia dove si è diffuso il virus”. Sebbene, secondo un’indagine di Promos Italia, il 17,3% delle imprese sostenga di essere già ripartito, il 12,5% prevede che la ripresa dell’export dovrà attendere la fine dell’estate. E i mercati più colpiti sono quelli europei per il 25,4%, gli Stati Uniti e il Nord America per il 6% e la Cina per l’1,8%.
Il 19,1% delle imprese teme la chiusura
Intanto, il tessuto imprenditoriale italiano continua a essere intriso di sfiducia. Secondo i dati di Promos Italia, il 10,1% delle imprese è convinto che dovrà ricorrere a dei tagli nella fase della ripartenza, mentre il 19,1% teme la chiusura entro la fine dell’anno qualora non arrivassero aiuti concreti. È attesa, dunque, per il nuovo decreto del governo Conte, affinché nel mese di maggio possa rispondere alle mancanze e alle criticità delle precedenti disposizioni.