“Il valore aggiunto dell’offerta nella visione di un’ecosistema elettrico complesso, in cui l’auto è solo un nodo”, dice a We Wealth Davide Chiaroni, professore del Politecnico di Milano
L’industria europea dell’auto a motore endotermico sta investendo per fornire al mercato la sua proposta verde. La sola Volkswagen prevede di vendere un milione di veicoli elettrici nei prossimi cinque anni.
Ora la creatura di Elon Musk deve superare la prova degli utili: che può produrre solo se riesce a fare massa critica, arrivando a produrre mezzo milione di veicoli entro fine anno
Il mercato punta tutto sulla transizione elettrica confida nella capacità del carismatico imprenditore di mettere a terra i progetti ambiziosi che comunica
Elon Musk, il carismatico leader di Tesla, è il secondo uomo più ricco del mondo dopo. Insegue Jeff Bezos, secondo il
Bloomberg Billionaire Index, con un patrimonio stimato in 127,9 miliardi di dollari e supera Bill Gates, finito in terza posizione. A gennaio Musk figurava in 35esima posizione, ma nel corso dell’anno del Covid, complice l’accelerazione su temi come la sostenibilità, ha incrementato le sue ricchezze di oltre 100 miliardi. La notizia arriva in scia a quella di qualche girono fa dello sfondamento della soglia di 500 miliardi di dollari di capitalizzazione per la società dell’auto elettrica, il cui titolo dal 21 dicembre passerà sullo S&P 500 e, da inizio anno, è cresciuto del 540%.
“Sono dati che devono stimolare alcune riflessioni nel mondo automotive”, dice a We Wealth Davide Chiaroni, professore di strategia della School of management del Politecnico di Milano e vicedirettore dell’Energy & Strategy Group. “La prima è che la transizione verso la mobilità elettrica è ormai imprescindibile. Non riguarda solo l’auto, ma cambiando il modello di gestione anche della micro mobilità (vedi i monopattini) e della logistica e dei veicoli commerciali di media taglia e pesanti”.
Ma il valore aggiunto di Tesla sta nel fatto che ha lavorato a un concetto di ecosistema: “auto elettrica significa colonnine di ricarica, infrastrutture e sistemi di stoccaggio dell’energia. La wall box per il sistema domestico collegato alla generazione distribuita ne è l’esemplificazione: è la visione di un sistema che si basa sulla transizione all’elettrico e alla generazione distribuita in cui l’auto è un nodo che reagisce con la casa, con la città e fornisce servizi (per esempio energia attraverso il sistema di storage). Questa è la grande visione di Tesla che le altre case auto tradizionali, che pure si sono date molto da fare sul fronte degli investimenti, non hanno colto”. L’industria dell’auto a motore endotermico che solo fino a cinque anni fa proponeva nel complesso meno di dieci modelli nel 2020 ne lancia sul mercato 80 e un incumbent come Volkswagen prevede di vendere un milione di veicoli elettrici nei prossimi cinque anni.
Proprio dalla Germania arriva la sfida a Tesla: dal Paese che sul motore endotermico ha costruito la sua fortuna economica e che nel 2019 proprio per il crollo dell’automotive ha visto la produzione industriale calare. “Se guardiamo ai numeri e alla predisposizione di modelli che hanno a che vedere con l’elettrico e con gli investimenti nel settore, le case tedesche sono tra le prime in Europa. Il che non ha impedito la crisi in tutto l’indotto della componentistica sia tedesca sia italiana, vista l’interconnessione delle nostre pmi con quel mondo. Più da questa manifattura di nicchia che non ha la potenza di fuoco per innovare rapidamente dipende quel tracollo: così la catena del valore, il mondo delle batterie è in uno stato comatoso”. Mentre “La sfida dell’elettrico la stanno giocando tutte le grandi case auto europee. Spinte anche dalla tensione verso il mondo a emissioni zero che promana proprio dall’Ue – continua Chiaroni – E possono dare filo da torcere a Tesla, che ha il difetto della scala. Per quanto sia cresciuta, se le stime di Volkswagen sulle sue vendite nell’elettrico saranno rispettate, Tesla ha rispetto alla casa tedesca una capacità pari a un decimo”.
E proprio la scala è la ragione dietro alla maggiore obiezione che gli scettici pongono rispetto alle innovazioni di Tesla: ovvero la mancanza di utili. Che per un’azienda che sta creando un mercato e per farlo brucia cassa è fisiologico, “ma se Musk riesce a toccare la soglia di mezzo milioni di veicoli nel 2020 allora gli utili arriveranno. Il valore che Tesla ha oggi è un multiplo sull’utile estremamente elevato, una scommessa rischiosa ma il mercato sta scontando il rischio come lo ha scontato in altre imprese del mondo tech. In questo gioca un ruolo chiave lo stesso Musk, con il suo carisma. E dando la percezione di essere in grado di mettere a terra quello che promette”.
L’industria europea dell’auto a motore endotermico sta investendo per fornire al mercato la sua proposta verde. La sola Volkswagen prevede di vendere un milione di veicoli elettrici nei prossimi cinque anni.Ora la creatura di Elon Musk deve superare la prova degli utili: che può produrre solo se rie…
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