Si parte da Sebach, punto di riferimento dei servizi di noleggio di bagni mobili, che guadagna la vetta del podio. Segue American Express Italia al 2° posto, unica del settore financial services & insurance insieme al Gruppo Assimoco (che ottiene invece il 15° posto)
Bedusa: “Il mercato del lavoro, attualmente, è caratterizzato da cambiamenti veloci e nuovi assestamenti che richiedono alle organizzazioni di farsi trovare pronte e al contempo innovare per generare nuove strategie aziendali”
Meritocrazia, giustizia ed equità. Non solo quando si parla di retribuzione. Sono alcuni dei fattori che contribuiscono a definire i migliori luoghi di lavoro per le donne, nella sesta edizione della classifica realizzata da Great place to work Italia. Un’indagine che ha coinvolto oltre 200 imprese e 19mila collaboratori, evidenziando i settori che favoriscono un ambiente inclusivo e accogliente. E restituendo, nelle parole del presidente Beniamino Bedusa, un’immagine “ancora più netta dell’importanza della ripartizione equa dei ruoli a livelli organizzativi più elevati”.
La classifica dei 20 “best workplace for women”
Si parte da Sebach, punto di riferimento dei servizi di noleggio di bagni mobili, che guadagna la vetta del podio delle 20 migliori aziende italiane in cui le donne sono più felici di lavorare. Segue American Express Italia al 2° posto, unica del settore financial services & insurance insieme al Gruppo Assimoco che ottiene invece il 15° posto. Chiudono la top 5 AHK Italien (specializzata in consulenza manageriale), P.A. Advice (specializzata in soluzioni per la pubblica amministrazione) e Teleperformance Italia (leader nell’offerta di servizi di contact center). Seguono Reverse, Biogen Italia, Ingram Micro, Stryker Italia, Cisco Systems Italy, Bending Spoons, Kiabi, MSD Italia, Hilton, Gruppo Assimoco, Sorgenia, Bristol-Myers-Squibb, Webranking, Ipsen e Sidea Group. I settori maggiormente rappresentati sono dunque professional services (5 aziende), biotechnology & pharmaceuticals (4 aziende) e information technology (4 aziende).
Le caratteristiche delle aziende a prova di donna
Si tratta di società virtuose, che vantano una presenza femminile superiore rispetto alla media nazionale. Il 54% della popolazione aziendale e il 43% del top management si compone di donne a fronte rispettivamente del 28% e del 26% del campione complessivo. Un gap che tende ancor più ad ampliarsi se si guarda all’Europa: secondo gli ultimi dati del Gender diversity index dell’European institute for gender equality, solo il 17% delle donne riveste un ruolo nei management aziendali.
Un’altra variabile considerata ai fini del ranking è il “parity index” rappresentato a sua volta da sei fattori in cui le top 20 hanno mostrato performance migliori rispetto alle altre aziende coinvolte. I collaboratori delle “best-in-class” hanno infatti il 18% di probabilità in più di dichiarare che le persone vengono retribuite in modo equo per il lavoro che svolgono, un ulteriore 18% di possibilità in più di ritenere di ricevere una parte equa della ricchezza generata dall’azienda e il 16% di probabilità in più di ammettere che le promozioni vanno a chi le merita di più. Si registra inoltre un +12% sulla giustizia (“i responsabili non fanno favoritismi”), un +8% sulla percezione dell’equità di genere (“le persone qui vengono trattate in modo imparziale indipendentemente dal sesso”) e un +6% sulla gestione del tempo (“posso assentarmi dal lavoro quando penso di averne bisogno”). Quanto al work-life balance (equilibrio vita-lavoro) si parla invece di uno scarto di 20 punti percentuali (85% contro il 65%) tra le aziende nella top 20 e la media nazionale. Chiudono il cerchio il tema del coinvolgimento delle collaboratrici nei cambiamenti aziendali, che evidenzia un gap di 15 punti percentuali (82% contro il 67%).
Bedusa: “Le organizzazioni si facciano trovare pronte”
“Il mercato del lavoro, attualmente, è caratterizzato da cambiamenti veloci e nuovi assestamenti che richiedono alle organizzazioni di farsi trovare pronte e al contempo innovare per generare nuove strategie aziendali”, avverte Bedusa. “A tal proposito, le analisi si sono concentrate anche sull’opportunità di innovazione come elemento di inclusione femminile e come sintesi del contributo strategico delle donne nella gestione aziendale e nelle organizzazioni”. La top 20, spiega, vanta in tal senso “punteggi mediamente superiori di 17 punti non solo nell’Innovation Index, focalizzato sulla capacità delle aziende di intercettare e considerare le idee proposte dai collaboratori, di riconoscere gli errori come facente parte dell’attività lavorativa e la sperimentazione indipendentemente dal risultato”, ma anche un +17% di risposte positive rispetto alle altre aziende analizzate quando si chiede ai collaboratori quante reali opportunità hanno avuto nell’ultimo anno per sviluppare nuove e migliori modalità di lavoro. Un aspetto “ancor più strategico”, conclude Bedusa, se si osserva “che le aziende presenti in classifica sono in larga parte appartenenti a settori ad alto tasso di innovazione, come quello farmaceutico, dei servizi professionali o IT”.