Nel 2020, le startup hi-tech italiane hanno raccolto 683 milioni di euro, in calo del 2% rispetto a 12 mesi fa
I finanziamenti da attori formali (con una quota del 42% sul totale del capitale raccolto) registrano un’importante crescita (+34%). In forte calo la componente dei finanziamenti internazionali
Il 30% delle startup high-tech ha applicato variazioni al proprio modello di business durante la pandemia
L’ecosistema startup hi-tech italiano non si è fermato durante la pandemia, dimostrandosi resiliente alla crisi. Nel 2020, le startup ad alto contenuto tecnologico hanno infatti raccolto 683 milioni di euro (investimenti totali in equity). Un dato che è di poco inferiore al valore totale consuntivo registrato nel 2019 (pari a 694 milioni di euro) e che corrisponde a un calo del 2% rispetto a 12 mesi fa. È quanto emerso da una nuova ricerca condotta dall’?Osservatorio Startup Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ?in collaborazione con ?InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem.
“?Se la speranza per il 2020 era quella di raggiungere o addirittura superare finalmente la soglia di 1 miliardo di euro di investimenti equity in startup hi-tech italiane, lo shock e la relativa crisi legata al covid-19 hanno costretto l’ecosistema a fare i conti con una realtà ben diversa: dove la parola chiave non fosse necessariamente ‘crescita’ bensì ‘tenuta’”? ha evidenziato Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech.?”L’ecosistema italiano in questo ha dimostrato di aver resistito innanzitutto grazie al supporto degli attori istituzionali, che beneficiando della loro strutturazione e della capacità di pianificazione di lungo periodo hanno garantito l’erogazione di capitali alle startup nonostante le condizioni congiunturali negative, e in secondo luogo grazie ad alcune operazioni straordinarie (rispetto alla media dei round di finanziamento che caratterizzano il nostro ecosistema) che iniziano a verificarsi con una certa frequenza, a testimonianza dell’oggettivo valore riconosciuto a livello internazionale di alcune nostre realtà innovative d’eccellenza”? ha aggiunto Ghezzi.
Se, da un lato, alla luce del quadro delineato, possiamo affermare che l’ecosistema startup hi-tech italiano abbia retto allo shock pandemico, è altrettanto vero che le startup hi-tech hanno dimostrato una grande capacità di adattamento durante la pandemia, mostrando in alcuni casi nuove strade per fronteggiare la crisi. Lo confermano i risultati di una ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano. Stando allo studio.
Dal report emerge infatti come il 30% delle startup high-tech abbia applicato variazioni al proprio modello di business durante la pandemia. Tra le principali motivazioni segnalate: rispondere ad un nuovo bisogno di mercato (indicata dal 72% delle startup), creare nuove fonti di ricavo (44%) o aumentare la propria legittimità con iniziative di impatto sociale e ambientale (34%) e pura sopravvivenza (13%). Non solo, ma oltre la metà delle startup hi-tech italiane (il 63%) ha dichiarato di aver intrapreso proprie iniziative a supporto dell’emergenza covid-19 tra fase di lockdown, fase 2 o new normal. Infine, sono molte le neo imprese che hanno preso parte a iniziative di terzi. In particolare, il 41% ha aderito al programma dello Stato “Solidarietà digitale”, il 29% ha partecipato a contest o call for ideas e il 27% a progetti di ricerca e sviluppo di altre organizzazioni.