Negli ultimi cinque anni il controvalore medio giornaliero è cresciuto del 79%
Secondo Anna Lambiase di Ir Top Consulting, nel prossimo triennio si potrebbe arrivare ad almeno 200-220 società quotate
“Il debito non è sufficiente da solo a far crescere l’economia, ma è importante anche un’attenzione al capitale di rischio”, aggiunge l’esperta
Nel 2019 il giro d’affari complessivo del mercato Aim Italia era pari a 5,6 miliardi di euro, con 127 società quotate, una crescita media dei ricavi del 17% rispetto al 2018 (che ha riguardato il 77% delle imprese) e dell’Ebitda del 10,2%. La capitalizzazione, invece, sfiorava i 5,8 miliardi di euro e la raccolta Ipo era pari a 3,9 miliardi, oltre alla raccolta da mercato secondario di 920 milioni per un totale di 4,8 miliardi.
Nel quinquennio 2015-2020, inoltre, secondo l’analisi di Ir Top Consulting sono migliorati i principali parametri standard di corporate governance: il 98% delle società gode di almeno una componente indipendente nel board, in crescita di sette punti percentuali rispetto al 2015, e il 61% registra almeno una quota rosa nel consiglio di amministrazione (in questo caso la crescita è di 19 punti percentuali). Crescono anche i giorni con scambi (+15% nel 2020 rispetto al 2015) e migliora la trasparenza, tra comunicati stampa su attività aziendali e sviluppo del business, disclosure sulle operazioni straordinarie e informative periodiche aggiuntive.
“Nel breve termine una spinta alla crescita lato capitale potrebbe venire dai pir alternativi. Quanto al lungo termine, negli ultimi anni le quotazioni hanno segnato dei record grazie agli incentivi sui costi di quotazione (il credito d’imposta fino a un importo di 500mila euro per il 50% dei costi complessivamente sostenuti, ndr). Qualora nel prossimo triennio venissero rinnovati, potrebbero rappresentare un ulteriore impulso alla crescita del mercato, arrivando ad almeno 200-220 società quotate”.
Ma non mancheranno alcuni ostacoli lungo il percorso. “Nel breve termine il tema covid presenta ancora qualche incertezza. È evidente che questo periodo non è stato positivo per i processi di quotazione e per i risultati delle aziende, che perderanno nel bilancio almeno tre o quattro mesi. Ma anche una mancata definizione degli incentivi fiscali per favorire le aziende nel processo di quotazione e, in generale, l’educazione finanziaria degli imprenditori che spesso non conoscono questi strumenti alternativi, non sono da sottovalutare”.
Il debito, conclude l’esperta, non è sufficiente da solo a far crescere l’economia, ma è importante anche un’attenzione al capitale di rischio. “Crediamo che questo strumento finanziario per le piccole e medie imprese sia il veicolo adeguato per la rinascita post-covid di molti settori, che possono trovare nel capitale di rischio un’alternativa per progetti di sviluppo, crescita all’estero, innovazione, e una reale ripresa”.