Il 63% delle aziende più inclusive punta sull'educazione finanziaria

Rita Annunziata
26.1.2022
Tempo di lettura: 5'
Intesa Sanpaolo inserita nel Bloomberg gender-equality index per il quinto anno consecutivo. Incluse anche Poste Italiane e Mediobanca

Il Bloomberg gender-equality index, ponderato sulla capitalizzazione di mercato, include le società quotate maggiormente impegnate nell’attività di reporting sui dati di genere

Il 63% delle aziende coinvolte sponsorizza programmi dedicati all’educazione finanziaria delle donne e il 65% all’educazione nelle discipline Stem

Intesa Sanpaolo è stata inserita per il quinto anno consecutivo con un punteggio di 82,39%, sopra la media del settore finanziario globale (72,69%)

Sono 418 le società che quest'anno hanno fatto capolino nel Bloomberg gender-equality index, il principale indice internazionale che valuta la qualità delle iniziative aziendali sull'eguaglianza e l'inclusione. Realtà appartenenti a 11 settori produttivi, con sede in 45 paesi e una capitalizzazione di mercato combinata di 16mila miliardi di dollari. E che, nelle parole del presidente Peter T. Grauer, hanno compreso l'importanza di affrontare le questioni di genere in un contesto di rapida evoluzione per la forza lavoro globale. Lanciando uno sguardo anche all'educazione finanziaria.

La metodologia


L'indice, ponderato sulla capitalizzazione di mercato, include le società quotate maggiormente impegnate nell'attività di reporting sui dati di genere. Analizzando cinque aree chiave: leadership femminile e sviluppo del talento, parità retributiva di genere, cultura d'inclusione, politiche contro le molestie e promozione di attività in favore delle donne. Quest'anno, si legge nel rapporto, un numero record di aziende ha divulgato i propri dati in tal senso, in crescita del 20% anno su anno. A dimostrazione non solo di un impegno crescente per l'uguaglianza di genere ma anche del fatto che la comunità imprenditoriale globale può “guidare la carica per un cambiamento significativo”.
In media, i consigli di amministrazione dei membri del Blomberg gender-equality index sono composti per il 31% da donne. Il 72%, inoltre, vanta un chief diversity officer o un dirigente con una responsabilità primaria sulle tematiche della diversità e dell'inclusione. Il 61% richiede una lista di candidati diversificata per genere quando si parla di posizioni dirigenziali e l'83% mette in campo una specifica strategia per il reclutamento delle donne. Tra l'altro, è anche più probabile che queste aziende adottino politiche a favore della genitorialità, come la presenza di sale per l'allattamento in loco per le neo mamme (nel 75% dei casi) o i sussidi per l'infanzia (nel 59%). Senza dimenticare, come anticipato in apertura, che il 63% sponsorizza programmi dedicati all'educazione finanziaria delle donne e il 65% all'educazione nelle discipline Stem (Science, technology, engineering and mathematics).

Le aziende incluse


In linea con lo scorso anno, le aziende del settore finanziario sono tra quelle maggiormente rappresentate. Tra loro, Intesa Sanpaolo è stata inserita per il quinto anno consecutivo con un punteggio pari all'82,39%, sopra la media del settore finanziario globale (72,69%) e delle società con sede in Italia (74,97%). Citata per il quarto anno consecutivo anche Mediobanca. “Riteniamo la diversità un valore e come tale un driver fondamentale per un modello di business sostenibile”, dichiara Alexandra Young, direttore risorse umane dell'istituto. “Ogni anno rinnoviamo l'impegno a promuovere una cultura aziendale inclusiva creando un ambiente di lavoro equo e offrendo pari opportunità di crescita a tutti i livelli, fattori che ci permettono di confermare anno dopo anno la nostra presenza nei principali indici”.

A intervenire infine sul tema Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane (per il terzo anno nel Gender-equality index). “Il risultato riconosce l'impegno del Gruppo nella tutela dei valori e dei principi di parità di genere in ogni ambito della vita aziendale”, commenta. Poi conclude: “L'inclusione per il terzo anno consecutivo è una soddisfazione ancora più grande perché dimostra il radicamento di questi valori nella nostra cultura aziendale e la condivisione del percorso a ogni livello di responsabilità, elevando ulteriormente la nostra reputazione sui mercati e tra la comunità finanziaria”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

Cosa vorresti fare?