La banca di proprietà del Tesoro (azionista al 64%) ha ottenuto dal governo una speciale garanzia per i rischi legali
La legge di bilancio 2021 ha blindato i due miliardi di beneficio fiscale per la futura incorporante di Mps
È probabile che si proceda a una nuova pulizia di bilancio, mettendo fuori dalla banca ulteriori crediti deteriorati fra i tre e i sei miliardi
Intanto la Bce ha comunicato a Rocca Salimbeni i requisiti di patrimonializzazione (un totale del 10,75%) da soddisfare a partire dal 1° gennaio 2021.
L’eventuale ulteriore pulizia del bilancio Mps dovrà però passare dall’antitrust europeo. Un primo bivio in tal senso si avrà intorno al 20 gennaio 2021. Data questa in cui il ministero dell’Economia e delle Finanze si preoccuperà di spiegare le sue mosse in Ue.
Sul pianeta Unicredit, la questione Mps sembra essere passata momentaneamente in secondo piano. Il gruppo bancario è infatti impegnato della ricerca di un nome da sostituire a quello dell’uscente Pierre Mustier. Il toto nomi sembra essersi ristretto ad Alberto Nagel (Mediobanca), Fabio Gallia (Fincantieri), Victor Massiah (ex Ubi), Andrea Munari (Bnl), Bernardo Mongroni (Nexi). Il cda che investirà ufficialmente il nuovo ad si terrà il 15 aprile.
Restano sullo sfondo le remore dei soci esteri a un’acquisizione di Banca Monte Paschi. Blackrock e Capital Research (5% ciascuna del capitale di Unicredit), per dire, hanno fatto sapere di voler sposare la più grande cautela nei confronti di una eventuale operazione straordinaria con Siena. Posizioni da non sottovalutare: Unicredit ha lasciato sul terreno nel 2020 quasi metà del suo valore di Borsa.