Ftse Mib: 10 anni, 40 società, 450 mld di capitalizzazione

3.6.2019
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È tempo di bilanci per il Ftse Mib, l'indice principale di Borsa Italiana, che il 3 giugno 2019 ha compiuto 10 anni. Oggi le 40 società presenti registrano una capitalizzazione complessiva di oltre 450 miliardi di euro
Era il primo giugno 2009, quando Ftse Russell ha iniziato a gestire gli indici italiani lanciando la Ftse Italia Index Series che oltre al Ftse Mib comprende anche Ftse Italia Mid Cap e Ftse Italia Small Cap
Il 94% dell'ammontare detenuto dagli investitori istituzionali del Ftse Mib è estero, con oltre 8.000 fondi e 1.700 case di investimento internazionali
La società più grande del paniere è Enel, seguita da Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Generali
Quaranta società con una capitalizzazione complessiva di oltre 450 miliardi di euro, oltre 8.000 fondi e 1.700 case di investimento internazionali da 50 Paesi del mondo. È un curriculum di 10 anni, ma già molto ricco quello del Ftse Mib, il principale indice dei mercati azionari italiani. Il 3 giugno la campanella di Borsa Italiana ha avviato i festeggiamenti per i primi dieci anni dell'indice, con un evento a cui hanno partecipato, tra gli altri, Raffaele Jerusalmi, ceo di Borsa Italiana, Waqas Samad, ceo di Ftse Russell e Patrizia Grieco, presidente di Enel.
Oltre a essere il più rappresentativo indice azionario italiano, il Ftse Mib comprende le 40 azioni più capitalizzate e liquide del mercato principale di Borsa Italiana (Mta), che rappresentano oltre l'80% della capitalizzazione complessiva e quasi il 90% del controvalore degli scambi. Attualmente la società più grande del paniere è Enel, seguita da Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Generali. Le società di più recente ingresso sono Hera (marzo 2019), Amplifon, Diasorin e Juventus (dicembre 2018). Le revisioni standard dell'indice sono programmate quattro volte all'anno, nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
Era il primo giugno 2009, quando Ftse Russell ha iniziato a gestire gli indici italiani lanciando la Ftse Italia Index Series che oltre al Ftse Mib comprende anche Ftse Italia Mid Cape Ftse Italia Small Cap, che tutti insieme compongono il paniere del Ftse Italia All-Share, articolato negli indici settoriali della classificazione Icb. Da allora, la Ftse Italia Index Series si è arricchita di nuovi indici: il Ftse Aim Italiae il Ftse Italia Brands e la più recente famiglia degli indici Pir, costruita nella primavera del 2017 per rispondere ai vincoli di asset allocation previsti dalla normativa dei piani individuali di risparmio.
Proprio parlando di questi strumenti, la presidente del Comitato di Corporate Governance (oltre che di Enel) Patrizia Grieco ha sottolineato che la nuova normativa ha creato dei problemi alla raccolta e ha annunciato che stanno per arrivre nuove regole sugli Eltif, fondi chiusi dedicati alle Pmi. “Le nuove norme credo abbiano creato qualche problema al sistema”, ha commentato la manager a margine della cerimonia in Borsa Italiana. “Ora - ha continuato - stanno arrivando delle norme europee sugli Eltifs, che potrebbero in parte rimettere in moto questo flusso di capitali diretto principalmente alla piccola e media impresa”.
Sul tema è intervenuto anche Francesco De Astis, responsabile Italian Equity di Eurizon: “L'industria ha il compito di trasmettere in modo chiaro gli obiettivi al cliente e favorire lo sviluppo di prodotti coerenti con tale impostazione, come i Pir nati dalla legge di Bilancio del 2017. Strumenti creati per innescare un percorso virtuoso volto a indirizzare la ricchezza degli italiani verso l'economia reale del nostro Paese, soprattutto verso le società di media e piccola dimensione”. Per De Astis, “il ruolo dell'investitore attivo rimarrà importanteperché le reti distributive e il cliente finale continueranno a mantenere una stretta relazione con i gestori, soprattutto quando la situazione dei mercati diventa incerta e volatile”.
“Siamo molto felici di festeggiare oggi i 10 anni del Ftse Mib, il principale indice del nostro mercato che rappresenta le 40 società più liquide e capitalizzate”, ha dichiarato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana. “La scelta di calcolare l'intero set degli indici di Borsa attraverso un index provider di alto standing come Ftse Russell è stata presa innanzitutto per rendere il nostro mercato sempre più internazionale, con standard riconosciuti a livello globale. Il 94% dell'ammontare detenuto dagli investitori istituzionali è infatti estero con oltre 8.000 fondi e 1.700 case di investimento internazionali da 50 Paesi”, ha aggiunto Jerusalmi.
“Siamo felici di celebrare il decimo anniversario del Ftse Mib, l'indice di riferimento principale per il mercato azionario in Italia che rappresenta circa l'80% della capitalizzazione del mercato nazionale”, ha sottolineato Waqas Samad, ceo di Ftse Russell. “Oggi - ha continuato - le società che compongono l'intero paniere hanno una capitalizzazione di oltre 450 miliardi di euro. Continuiamo inoltre a registrare un crescente interesse da parte degli investitori che intendono lanciare nuovi prodotti usando come sottostante il Ftse Mib, indicatore rappresentativo dell'economia italiana”.
“I mercati finanziari si sono fortemente evoluti negli ultimi anni, questo ha favorito un rapido sviluppo nella componente passiva della gestione degli investimenti e ha reso necessaria un'evoluzione anche sul fronte della gestione attiva, a cui si richiede sempre più un'offerta chiara in termini di proposizione/metodologia e coerente in termini di prodotto offerto”, ha poi spiegato De Astis. “Mi aspetto che gli investimenti in strumenti passivi - ha proseguito - continuino a trovare uno spazio importante nell'allocazione dei portafogli futuri accanto ai prodotti a gestione attiva. Il punto di equilibrio deve essere ancora trovato, ma ci sono segnali che le due anime possano continuare a coesistere in futuro”.
10 anni di Ftse Mib
Oltre a essere il più rappresentativo indice azionario italiano, il Ftse Mib comprende le 40 azioni più capitalizzate e liquide del mercato principale di Borsa Italiana (Mta), che rappresentano oltre l'80% della capitalizzazione complessiva e quasi il 90% del controvalore degli scambi. Attualmente la società più grande del paniere è Enel, seguita da Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Generali. Le società di più recente ingresso sono Hera (marzo 2019), Amplifon, Diasorin e Juventus (dicembre 2018). Le revisioni standard dell'indice sono programmate quattro volte all'anno, nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
Era il primo giugno 2009, quando Ftse Russell ha iniziato a gestire gli indici italiani lanciando la Ftse Italia Index Series che oltre al Ftse Mib comprende anche Ftse Italia Mid Cape Ftse Italia Small Cap, che tutti insieme compongono il paniere del Ftse Italia All-Share, articolato negli indici settoriali della classificazione Icb. Da allora, la Ftse Italia Index Series si è arricchita di nuovi indici: il Ftse Aim Italiae il Ftse Italia Brands e la più recente famiglia degli indici Pir, costruita nella primavera del 2017 per rispondere ai vincoli di asset allocation previsti dalla normativa dei piani individuali di risparmio.
Uno sguardo ai Pir
Proprio parlando di questi strumenti, la presidente del Comitato di Corporate Governance (oltre che di Enel) Patrizia Grieco ha sottolineato che la nuova normativa ha creato dei problemi alla raccolta e ha annunciato che stanno per arrivre nuove regole sugli Eltif, fondi chiusi dedicati alle Pmi. “Le nuove norme credo abbiano creato qualche problema al sistema”, ha commentato la manager a margine della cerimonia in Borsa Italiana. “Ora - ha continuato - stanno arrivando delle norme europee sugli Eltifs, che potrebbero in parte rimettere in moto questo flusso di capitali diretto principalmente alla piccola e media impresa”.
Sul tema è intervenuto anche Francesco De Astis, responsabile Italian Equity di Eurizon: “L'industria ha il compito di trasmettere in modo chiaro gli obiettivi al cliente e favorire lo sviluppo di prodotti coerenti con tale impostazione, come i Pir nati dalla legge di Bilancio del 2017. Strumenti creati per innescare un percorso virtuoso volto a indirizzare la ricchezza degli italiani verso l'economia reale del nostro Paese, soprattutto verso le società di media e piccola dimensione”. Per De Astis, “il ruolo dell'investitore attivo rimarrà importanteperché le reti distributive e il cliente finale continueranno a mantenere una stretta relazione con i gestori, soprattutto quando la situazione dei mercati diventa incerta e volatile”.
I commenti ai 10 anni dell'indice
“Siamo molto felici di festeggiare oggi i 10 anni del Ftse Mib, il principale indice del nostro mercato che rappresenta le 40 società più liquide e capitalizzate”, ha dichiarato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana. “La scelta di calcolare l'intero set degli indici di Borsa attraverso un index provider di alto standing come Ftse Russell è stata presa innanzitutto per rendere il nostro mercato sempre più internazionale, con standard riconosciuti a livello globale. Il 94% dell'ammontare detenuto dagli investitori istituzionali è infatti estero con oltre 8.000 fondi e 1.700 case di investimento internazionali da 50 Paesi”, ha aggiunto Jerusalmi.
“Siamo felici di celebrare il decimo anniversario del Ftse Mib, l'indice di riferimento principale per il mercato azionario in Italia che rappresenta circa l'80% della capitalizzazione del mercato nazionale”, ha sottolineato Waqas Samad, ceo di Ftse Russell. “Oggi - ha continuato - le società che compongono l'intero paniere hanno una capitalizzazione di oltre 450 miliardi di euro. Continuiamo inoltre a registrare un crescente interesse da parte degli investitori che intendono lanciare nuovi prodotti usando come sottostante il Ftse Mib, indicatore rappresentativo dell'economia italiana”.
“I mercati finanziari si sono fortemente evoluti negli ultimi anni, questo ha favorito un rapido sviluppo nella componente passiva della gestione degli investimenti e ha reso necessaria un'evoluzione anche sul fronte della gestione attiva, a cui si richiede sempre più un'offerta chiara in termini di proposizione/metodologia e coerente in termini di prodotto offerto”, ha poi spiegato De Astis. “Mi aspetto che gli investimenti in strumenti passivi - ha proseguito - continuino a trovare uno spazio importante nell'allocazione dei portafogli futuri accanto ai prodotti a gestione attiva. Il punto di equilibrio deve essere ancora trovato, ma ci sono segnali che le due anime possano continuare a coesistere in futuro”.