Più sicure di raggiungere gli obiettivi, meno colpite da paura e ansia quando si parla di pianificazione:è quanto emerge dalla seconda edizione di un sondaggio realizzato da US Bank, su un campione di oltre 3mila americani con almeno 25mila asset investibili
Fra gli under 35, il 48% delle donne e il 60% degli uomini hanno fatto almeno un investimento sulla base delle informazioni di un influencer online
La prima rilevazione, pubblicata nel marzo 2020, agli inizi del covid-19, aveva mostrato come le donne fossero “meno fiduciose e meno impegnate nella gestione del denaro rispetto agli uomini” con la tendenza “a iniziare ad investire più tardi” e “ad associare emozioni negative alla pianificazione finanziaria”. Con la nuova indagine, pubblicata in occasione della Giornata internazionale della donna, è emerso come “molti di questi divari si stiano riducendo”.
Ad esempio, nel 2020 il 33% delle donne affermava di provare ansia nei confronti dell’investimento, contro il 27% attuale. Analogamente, il senso di paura è sceso dal 12 all’8%, quello di inadeguatezza dal 13 all’11%. A crescere, invece, è stata l’associazione fra investimento e felicità, dal 28 al 31%, eccitazione, dal 29 al 34%, infine il senso di orgoglio, dal 35 al 37%. Oltre a questi aspetti strettamente emotivi, sono migliorati anche i giudizi delle donne riguardo alle proprie capacità di raggiungimento degli obiettivi. Nel 2020, il 23% delle donne e il 34% degli uomini ritenevano di essere sufficientemente preparati finanziariamente per poter coprire le loro future esigenze finanziarie; nel nuovo sondaggio, le percentuali sono salite rispettivamente al 36 e al 37% – con un evidente recupero del campione femminile su quello maschile.
Il balzo maggiore nella fiducia si è osservato fra le donne della fascia under 35: se nel 2020 a dirsi convinte di poter gestire le proprie finanze era 56% delle giovani donne, nel 2022 la percentuale è salita al 71%. “L’intuizione più positiva di questo secondo sondaggio Women & Wealth è il progresso che le donne più giovani hanno fatto nell’impegnarsi e gestire le loro finanze”, ha detto Gunjan Kedia, vice presidente della gestione patrimoniale e dei servizi di investimento alla US Bank.
Anche nella fascia Gen X e Boomer si sono osservati miglioramenti, benché più contenuti (da 50 a 53% e da 41 a 46%). A livello generazionale il maggiore gap nella fiducia nelle capacità finanziarie si osserva nella Gen X, laddove gli uomini ottimisti sono nettamente più numerosi delle controparti femminili (il 63% contro il 53%).
Riguardo a una delle maggiori sfide della pianificazione finanziaria, la pensione, si è notevolmente assottigliato il divario nella fiducia fra uomini e donne. Se nel 2020 il 48% delle donne il 61% degli uomini si era detto ottimista sul fatto di poter andare in pensione, nell’ultimo sondaggio le percentuali sono salite a 57 e 62% – ancora, con un netto recupero delle donne.
L’impatto degli influencer e delle app di trading
Non è possibile trarre una relazione diretta con l’aumento della fiducia, ma fra le generazioni più giovani risulta particolarmente diffusa la formazione finanziaria mediata dai social media e dai relativi influencer. Fra Gen Z e Millennial il 47% delle donne e il 54% degli uomini hanno fatto un investimento sulla base di qualcosa di appreso sui social media, il 48% delle donne e il 60% degli uomini hanno fatto un investimento sulla base delle informazioni di un influencer online, e il 57% delle donne e il 66% degli uomini hanno investito tramite una app di trading. Non deve stupire, quindi, se gli uomini e le donne che fanno uso di app di trading e di finanza personale si sentono nettamente più sicure sulle capacità di poter raggiungere la pensione (lo ritiene il 71% degli uomini e il 65% delle donne, contro il 55 e il 53% delle controparti che non usano questi strumenti digitali).
Donne, le aspettative sul consulente finanziario
Le differenze nel modo in cui uomini e donne vedono il ruolo di supporto emotivo del consulente non sono eclatanti. Generalmente le competenze di pianificazione finanziaria sono considerate le più importanti, ma per la generazione boomer quest’aspetto è superato dalla disponibilità a dedicare del tempo al cliente per ascoltarlo (lo dice l’88% delle donne e l’81% degli uomini in questa generazione). Generalmente, le competenze di tipo “emotivo” del consulente sono più apprezzate dalle donne, rispetto agli uomini, specialmente nella Gen X e molto meno in quelle più giovani.