Cina, che fine ha fatto la guerra commerciale con gli Usa

Le ragioni di conflitto fra Cina e Stati Uniti si sono fatte ancor più numerose nel 2021, dalle tensioni sullo spionaggio informatico alle accuse di genocidio lanciate su Pechino
La Segretaria del Tesoro, Janet Yellen, si è detta consapevole dei limiti degli accordi di Fase 1 lanciati a inizio 2020. La Cina non ha mantenuto buona parte delle promesse, ma Washington non ha ancora reagito
Anche se non conviene ammetterlo pubblicamente, il mantenimento dei dazi di Trump costituisce per Biden un'arma negoziale in vista di futuri accordi con la Cina
Nel programma elettorale di Biden la Cina ricopriva un ruolo del tutto marginale. Nessun impegno chiaro era stato assunto, a differenza dei capitoli dedicati alla Russia o all'Iran. Significativa era stata anche l'assenza della Cina nel primo discorso di politica estera tenuto da Biden lo scorso febbraio presso il Dipartimento di Stato, dominato dallo scenario mediorientale e dai rapporti con la Russia. Eppure, la partita strategica nei confronti del crescente potere cinese dovrebbe essere in cima ai pensieri della politica estera americana. Biden, che criticò l'atteggiamento di Trump nei confronti della Cina durante la campagna presidenziale, non ha ancora compiuto passi significativi per invertire la rotta tracciata dal predecessore.
Anche se è sparita dal lessico giornalistico, la guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti è ancora in atto. Washington continua applicare tariffe sull'importazione di prodotti cinesi per un controvalore di 360 miliardi di dollari.
Inoltre, l'accordo commerciale di Fase 1 raggiunto fra i due Paesi nel gennaio 2020 è stato clamorosamente disatteso da Pechino, che non ha importato dagli Usa le quote di prodotti concordate. L'accordo prevede l'importazione di beni e servizi americani aggiuntivi per 200 miliardi di dollari (rispetto ai livelli del 2017); tale obiettivo è stato mancato in una misura pari al 40% nel 2020 e al 30% in questa prima metà del 2021, ha calcolato il Peterson Institute for International Economics.
US exports to China of products covered by the Phase One deal in 2020 failed spectacularly—falling more than 40% short of the target.@ChadBown explains why the deal is a flop: https://t.co/ZdxTlVEZlb pic.twitter.com/gPMvWAGLcj
— Peterson Institute (@PIIE) February 10, 2021
“Il tipo di accordo che ha negoziato la precedente amministrazione”, ha dichiarato Yellen in un'intervista al New York Times pubblicata il 16 luglio, “non ha risolto sotto molti aspetti i problemi fondamentali che abbiamo con la Cina”. Per il momento, però, gli Usa non hanno adottato alcun provvedimento correttivo.
Anche se venisse promessa la rimozione dei dazi, gli Stati Uniti avrebbero poche chance di pilotare le scelte di Pechino. Difficilmente, infatti, il partito Comunista cinese acconsentirebbe alla riduzione dei sussidi pubblici alle imprese che alterano la concorrenza fra le due maggiori economie mondiali.
Uno scenario che pende verso nuove tensioni
In questi primi sei mesi di presidenza Biden, poi, i motivi di contrasto fra Usa e Cina non sono affatto diminuiti. Lunedì 19 luglio la Casa Bianca ha pubblicamente accusato Pechino di aver appoggiato gruppo di criminali informatici coinvolti, in particolare, in un attacco al programma per le email di Microsoft. Il caso era scoppiato lo scorso marzo e aveva colpito, fra gli altri, anche l'Autorità bancaria europea (Eba). Vari diplomatici cinesi ha definito come “prive di basi” le accuse lanciate, in comune, dagli Usa e dai loro alleati.
Anche gli abusi perpetrati ai danni della popolazione uigura nella provincia cinese dello Xinjiang sono un altro tema di aperto contrasto fra le due potenze, con gli Usa che hanno apertamente accusato l'avversario di genocidio ai danni della minoranza di fede musulmana e inflitto, lo scorso marzo, le prime sanzioni ai danni di alcuni funzionari cinesi coinvolti.
La volontà di rappresentare l'America come il leader occidentale che si oppone all'ascesa delle autocrazie, il messaggio lanciato dal G7 tenutosi lo scorso giugno in Inghilterra, non fa che alimentare un clima già definito da “guerra fredda”. Nei fatti, le relazioni fra Usa e Cina non si sono affatto ammorbidite dopo Trump, Al contrario, sono forse ancor più difficili di prima.