Il World Economic Forum ha realizzato un sondaggio sulla percezione dei rischi collegati al cambiamento climatico nel mondo, coinvolgendo 23.507 persone in 34 Paesi
A temere le conseguenze del cambiamento climatico nei prossimi dieci anni sono, in eguale misura, il 71%, tanto gli under 35 quanto le altre due fasce d’età (35-49 e 50-74)
Il cambiamento climatico e le sue conseguenze sono già stati largamente percepiti in prima persona dalla gran parte degli abitanti del pianeta. La maggioranza assoluta delle popolazioni appartenenti a 34 grandi Paesi dichiara di aver già osservato, nel posto in cui vive, le conseguenze del cambiamento climatico in misura molto o abbastanza grave. In Italia la percentuale di chi lo afferma sale dal 56% della media dei Paesi intervistati al 71%; la sesta più elevata. I dati sono stati raccolti dal World Economic Forum, in un sondaggio condotto sulla piattaforma Ipsos fra il 22 luglio e il 5 agosto, coinvolgendo 23.507 persone in 34 Paesi.
Una percentuale ancora più elevata degli intervistati, il 71% a livello globale e l’81% in Italia, prevede di subire entro 10 anni le conseguenze del cambiamento climatico, in misura grave o abbastanza grave. In entrambe le classifiche il Messico e l’Ungheria risultano fra i Paesi più preoccupati, occupando una delle prime tre posizioni.
Sul versante opposto, quello dei Paesi le cui popolazioni ritengono di non aver subito nella propria regione conseguenze significative né di temerne nei prossimi 10 anni, ci sono Svezia e Malesia. Va comunque sottolineato come, anche in quest’ultimo Paese, il meno preoccupato per le conseguenze future del climate change, vi sia comunque una maggioranza del 52%.
Oltre un terzo degli intervistati a livello globale, il 35%, ritiene molto o abbastanza probabile che il cambiamento climatico costringerà a doversi spostare dal luogo di residenza entro i prossimi 25 anni.
Questa previsione è largamente maggioritaria in India (65%) e Turchia (64%) mentre la terza più elevata – a sorpresa viste le risposte alle precedenti domande – è stata rilevata in Malesia (49%). In Italia il timore di un futuro cambiamento di abitazione forzato dal cambiamento climatico si colloca poco al di sotto della media, ed è stato espresso dal 33% degli intervistati.
Una questione di livello di istruzione più che di età
Una delle evidenze meno prevedibili, fra quelle emerse dalla nuova indagine del World Economic Forum, riguarda l’analisi delle risposte fornite sulla base delle diverse estrazioni demografiche e sociali degli intervistati. Si scopre, così, che a temere le conseguenze del cambiamento climatico nei prossimi dieci anni sono, in eguale misura, il 71%, tanto gli under 35 quanto le altre due fasce d’età (35-49 e 50-74). Il risultato è analogo anche quando la domanda presa in esame è quella relativa alle conseguenze già osservate fino ad oggi. A divergere, anche per ragioni legate all’aspettativa di vita residua, è il rischio percepito di un cambiamento forzato della residenza nei successivi 25 anni: lo ritiene probabile il il 43% degli under 35 contro il 37% dei 35-49enni e il 25% dei 50-74enni.
Per tutti e tre i quesiti, comunque, ad aver dichiarato un maggior timore delle conseguenze del cambiamento climatico sono i soggetti collocati nei livelli di istruzione più elevati. Hanno detto di aver già subito conseguenze del climate change il 58% degli intervistati più istruiti, contro il 50% di quelli nella fascia di istruzione più bassa. Ritiene che subirà il cambiamento climatico nei prossimi 10 anni, il 73% dei più istruiti contro il 64% meno istruito. Infine, temono un cambiamento forzato di residenza nei prossimi 25 anni il 38% dei più istruiti contro il 34% di quelli che lo sono di meno.