Depurati gli effetti della pandemia, il Return on equity delle reti è stato di 20 punti superiore rispetto a quello registrato nel 2020 dalle controparti commerciali
Le rettifiche sui crediti e i costi operativi più elevati delle commerciali sono alla base della disparità osservata fra le due categorie
Il return on equity (RoE), una delle principali misure che indicano la redditività dell’impresa, risulta del 22% nel primo gruppo e del 2% nel secondo. Se si utilizzano i “dati grezzi”, ossia non depurati dagli effetti della pandemia sulle rettifiche, il RoE della banca-rete meno performante (pari al 5%) è più basso di un solo un punto rispetto alla banca commerciale più redditiva nel 2020 (6%).
Per ripulire il confronto dagli effetti negativi del covid-19 sui crediti delle banche commerciali, Excellence si è affidata alle stime di Bankitalia, che aveva quantificato al 46% il valore delle rettifiche sui crediti delle banche Commerciali imputabili alle conseguenze della pandemia. “Applicando tale coefficiente, rimanendo invariate a 0,7 punti base le Rettifiche sui Crediti/Asset delle reti, quelle delle commerciali scendono da 46 a 25 punti base”, afferma Excellence, sottolineando “una notevole differenza di risultato tra i due modelli di business”. Se questa correzione non venisse effettuata in favore delle banche commerciali, il RoE del 2020, per questa categoria, scenderebbe dal 2 al -1% (come risulta dal grafico in alto).
I maggiori ritorni per gli azionisti delle reti sono, invece, dovuti a due altri fattori. Il primo, come abbiamo visto, è l’impatto delle rettifiche sui crediti/asset che è nettamente più penalizzante nel caso delle banche commerciali, i cui finanziamenti sono indirizzati a categorie di soggetti più a rischio (privati e imprese).
A gravare maggiormente sui bilanci delle banche commerciali sono, poi, i costi operativi in rapporto agli asset, pari a 131 punti base contro i 40 delle banche-reti. Non è un segreto, infatti, che la struttura di una banca commerciale prevede un numero di dipendenti molto più elevato, a cui corrispondono, ovviamente, più stipendi da pagare.
“Nell’attuale momento di tassi d’interesse vicino allo zero, che secondo i principali analisti potrebbero rimanere tali nel medio periodo, la capacità di remunerare gli azionisti è generata più dal modello di business della banca più che da altri elementi, e ciò a prescindere dai contraccolpi dell’emergenza sanitaria”, ha commentato, Maurizio Primanni, Ceo di Excellence Consulting. “La differenza non è stabilita tanto dal patrimonio, dai costi operativi o dal margine di intermediazione, sempre maggiori nelle banche Commerciali, ma dalle rettifiche sul credito erogato. Si pone quindi la necessità di evolvere il sistema di finanziamento alle imprese, riducendo nel tempo il peso del credito bancario e aumentando conseguentemente la diffusione dei prodotti alternativi di Private Debt e Private Equity, i quali però richiedono un intervento di revisione complessiva dei sistemi organizzativi, comportamentali e delle competenze delle banche”.