L’Italia presenta “una finestra di opportunità straordinaria”, chiosa Gaudio. Può contare su una politica monetaria espansiva, fatta di tassi bassi e liquidità sovrabbondante, ancora per il 2022 e forse il 2023.
La correzione in Cina apre opportunità, per chi si muove in una logica di più lungo termine
È vero che la maggior parte degli esperti pone l’accento sul carattere transitorio delle pressioni inflattive. E questo giustificherebbe un atteggiamento ancora morbido, rassicurante in ottica di mercato, da parte delle autorità monetarie. Anche quelle che si apprestano a una normalizzazione delle misure ultraespansive. Ma “alcuni segnali suggeriscono un cambio di traiettoria: l’inflazione potrebbe essere meno transitoria di quanto si possa immaginare. Lo si legge nei numeri di alcune materie prime, nella logistica, nei colli di bottiglia che si manifestano in modo sempre più evidente nelle catene produttive e di fornitura globale”, rileva Vittorio Gaudio, direttore asset management development di Banca Mediolanum.
Lo spettro dell’inflazione
Ricordiamoci sempre che le aziende con un brand forte sono meno vulnerabili, perché in grado di trasferire almeno in parte al consumatore l’aumento dei prezzi”, osserva il manager. I nomi che possono beneficiare dell’aumento dei prezzi delle materie prime rappresentano, a detta del manager, una buona copertura, da tenere in portafoglio. “Ma in una prospettiva di lungo termine, non si può rinunciare a un’esposizione verso le aree di maggiore crescita, come tecnologia e digitale. Favoriti, per altro, dagli ingenti flussi di capitale legati ai Piani nazionali di ripresa e resilienza”.
L’Italia come tesi d’investimento
Che si somma a politiche fiscali straordinariamente accomodanti, a una leadership politica che vanta una grandissima credibilità sul piano internazionale e alle caratteristiche del nostro tessuto produttivo: l’Italia è un’economia di pmi, che si muovono bene in un contesto di ripresa della crescita globale. Siamo un mercato ciclico, con una spiccata vocazione all’export e tanta manifattura. Abbiamo la responsabilità di garantire un uso produttivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza: se sapremo fare debito “buono”, come lo ha definito lo stesso Draghi, potremmo assistere a un importante cambio di paradigma, a favore di un aumento della produttività, alimentato da forti investimenti in infrastrutture e nel digitale.
Attenzione però”, avverte. “questa finestra di opportunità per l’Italia è a tempo. Non finisce domani, ma non durerà in eterno”.
La Cina stretta tra due fuochi
Dall’altra, le crepe minacciose del settore immobiliare, riapparse con la crisi colosso delle costruzioni Evergrande. “L’élite politica cinese non vuole smontare gli ingranaggi della crescita, ma dare spazio ad altri settori e a una traiettoria più sostenibile. La correzione apre opportunità, per chi si muove in una logica di più lungo termine”. E forse alla fine proprio il rallentamento del Dragone, che molti osservatori ritengono inevitabile, potrebbe rassicurare anche chi agita lo spettro dell’inflazione.
Articolo tratto dal numero di ottobre di We Wealth – Magazine