Intesa Sanpaolo, svolta su tecnologia green e cyber security

È di fine febbraio la notizia che Intesa Sanpaolo e IBM hanno stretto un accordo per l’adozione di infrastrutture tecnologiche innovative a supporto della sicurezza informatica e del servizio, assieme alla riduzione dei consumi del comparto IT. L’ambiente tecnologico della banca verrà ulteriormente modernizzato grazie all'IBM z16, progettato per ottenere maggiori prestazioni con un minor consumo di energia (di circa il 20%). La partnership si colloca nell’attuazione del piano d’impresa 2022-2025 di Intesa Sanpaolo, focalizzato sull’ottimizzazione dell’infrastruttura IT, la modernizzazione tecnologica, la cybersicurezza, la creazione della nuova banca digitale Isybank e l’adozione di politiche Esg sempre più stringenti, con il posizionamento della banca come leader di settore nell’impatto sociale e nell’impegno sul clima, fino ad arrivare a zero emissioni nette entro il 2030.
Ma in concreto che cosa cambierà per gli utenti?
Lo abbiamo chiesto a Massimo Proverbio, chief IT digital & innovation officer di Intesa Sanpaolo.
«Il gruppo Intesa Sanpaolo ha avviato da tempo un percorso di digitalizzazione dei propri processi e dei servizi alla clientela, utilizzando tecnologie all'avanguardia e gestendo attentamente i rischi. Questo approccio ha permesso alla banca di soddisfare le esigenze dei clienti di operare attraverso canali digitali come l'app, l'internet banking e la filiale digitale, migliorando il servizio offerto e riducendo i costi», ci risponde Proverbio. «Vogliamo offrire alla clientela un servizio digitale completo e percorsi interamente digitali, promuovendo un nuovo modello di business affidabile, sostenibile e scalabile. I servizi digitali in continua evoluzione, oltreché normative sempre più stringenti in materia di sicurezza e sostenibilità, rendono necessario per le banche aggiornare le proprie infrastrutture. L’evoluzione dell’infrastruttura IBM affianca il modello hybrid cloud del nostro gruppo e si inquadra nel più ampio contesto di adozione di tecnologie di ultima generazione, che contribuiscono a garantire le performance necessarie allo sviluppo di questi servizi digitali, migliorando la scalabilità, la disponibilità e la sicurezza dei sistemi IT, offrendo allo stesso tempo una maggiore flessibilità e una gestione più efficiente e sostenibile delle risorse».
Ci si chiede se la tecnologia dell’anno, l’intelligenza artificiale, vi avrà un ruolo da protagonista.
«Il gruppo Intesa Sanpaolo utilizza sistemi di intelligenza artificiale a supporto dei propri processi interni: ha infatti integrato sia i sistemi marketing sia la propria gestione dei rischi di soluzioni realizzate internamente o acquisite dal mercato. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è stato introdotto con una forte responsabilità e la massima attenzione ai suoi aspetti di governo e sta già contribuendo in maniera rilevante all’accelerazione della trasformazione digitale. Le soluzioni di IBM aiutano lo sviluppo dell’AI sia per l’utilizzo dei dati in modo controllato sia nella gestione delle fasi di sviluppo e integrazione nei processi produttivi».
Nell'annuncio della collaborazione si parla di tecnologia quantum-safe. Che cosa significa? Quali sono i rischi di un sistema quantistico?
«La tecnologia quantum-safe (o post-quantum) è un insieme di tecniche crittografiche progettate per resistere agli attacchi dei computer quantistici. Questi dispositivi sono teoricamente in grado di risolvere - in maniera molto più efficiente rispetto ai computer tradizionali - i problemi matematici su cui si basano alcuni degli algoritmi crittografici dei sistemi di comunicazione attuali. La tecnologia quantum-safe si propone di proteggere i dati introducendo algoritmi innovativi che basano la loro sicurezza su nuovi problemi matematici non risolvibili in modo efficiente da un computer quantistico. In questo modo, se un attaccante dovesse avere accesso a questa tipologia di hardware, non sarebbe in grado di decifrare i dati protetti con questi algoritmi in tempi brevi. I rischi più concreti sono quelli legati all’accesso non autorizzato a dati sensibili o alla frode informatica. Nonostante la tecnologia non sia ancora disponibile per questo tipo di minaccia, è bene che le grandi organizzazioni come Intesa Sanpaolo inizino ad indirizzare questo tipo di presidi».