Azimut svela le carte su Unicredit e obiettivi al 2024

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Azimut chiude il 2022 con un utile compreso tra 395 e 405 milioni di euro, in linea con la guidance, e punta ad arrivare a 500 milioni nel 2024. Intanto, i vertici hanno svelato il nome della società nata dall’accordo con Unicredit: si chiamerà Nova Investment Management

Con Unicredit, l'obiettivo è di creare un polo di asset management di matrice italiana

Giuliani (presidente): “Con circa il 40% del nostro business fuori dall’Europa, la presenza in 18 Paesi con una forte matrice Made in Italy, siamo una realtà con persone fuori dal comune: Azimutiane/i”

Nel 2022: utili netti di 395-405 milioni, una raccolta netta totale di 8,5 miliardi e 79 miliardi di masse (di cui il 42% fa riferimento al business estero)

Azimut spinge l’acceleratore sui private market e sullo sviluppo dell’economia reale e punta dritta al 2024, anno in cui prevede di arrivare a un utile netto di 500 milioni di euro. Intanto svela il nome della nuova società creata con Unicredit: si chiamerà Nova Investment Management


Andamento di Azimut nel 2022 

Nonostante il difficile contesto che ha caratterizzato lo scorso anno, la società stima di chiudere il bilancio 2022 con un utile compreso fra 395 e 405 milioni di euro, in linea con la guidance fornita al mercato (400 milioni di euro, in condizioni di mercato normali). Nello stesso periodo, intanto, la raccolta netta totale ha raggiunto gli 8,5 miliardi di euro, superando la fascia più alta dell’obiettivo fissato a inizio anno di 6-8 miliardi, mentre il totale delle masse si è attestato a 79 miliardi, di cui il 42% fa riferimento al business estero. Numeri che confermano la natura multinazionale del gruppo. 

Quanto ai dividendi, l'ad di Azimut, Alessandro Zambotti, ha precisato che il gruppo distribuirà come cedole tra il 50 e il 70% dell'utile ricorrente, intendendo l'utile al netto delle commissioni di performance, ossia l’utile ricorrente che si aggira attorno a 350 milioni. La decisione spetterà comunque al cda. 


Obiettivi 2023

Per il 2023, Azimut stima di realizzare, “in condizioni di mercato normali”, una raccolta netta totale tra i 6-8 miliardi di euro e un utile netto di almeno 450 milioni di euro. 


Una realtà sottovalutata in Borsa

“In tre anni Azimut ha prodotto utili pari a 1,4 miliardi di euro, cioè circa la metà del suo valore medio attribuitole dalla Borsa. E puntiamo a farne altrettanti nel prossimo triennio, incluso anche il 2022”, ha commentato Pietro Giuliani, presidente del gruppo, durante la conferenza stampa di apertura del 2023, che ha visto riuniti i vertici societari. 

“Il gruppo dimostra la sua unicità nel panorama finanziario italiano e la sua capacità di crescita e di rendimento per gli investitori. Tutto ciò grazie alla diversificazione geografica e di attivi: con circa il 40% del nostro business fuori dall’Europa, la presenza in 18 Paesi con una forte matrice Made in Italy, siamo una realtà con persone fuori dal comune: Azimutiane/i”, ha aggiunto il presidente. 


La partnership con Unicredit 

Lo scorso dicembre, Azimut ha siglato una partnership con Unicredit, che prevede la costituzione di una fabbrica prodotti in Irlanda che gestirà fondi collocati attraverso la rete si Unicredit in Italia. “Con Unicredit l'obiettivo è di creare un polo di asset management di matrice italiana da qualche decina di miliardi di masse gestite nei prossimi anni. Ma non vedremo l'impatto di questo accordo prima della fine del 2023”, ha precisato Giuliani, ricordando che "il processo autorizzativo richiederà tempo". 


L'ad Giorgio Medda ha poi aggiunto: “Sono cominciate le attività con la Banca centrale irlandese, che ha accolto con favore il progetto. Come già detto a dicembre ci vorranno 6-9 mesi per le autorizzazioni della nuova management company irlandese. Intanto abbiamo lanciato il primo fondo e abbiano scelto il nome della società irlandese, che si chiamerà Nova investment management".

Azimut: operatore leader per masse nei private market in Italia 

Nei private market Azimut ha realizzato nel 2022 una raccolta di 1,9 miliardi e raggiunto asset under management di 6,5 miliardi, in aumento del 42% rispetto all'anno precedente. Il dato rappresenta circa il 12% del totale delle masse gestite e proietta il gruppo al raggiungimento dell’obiettivo di realizzare almeno 15% entro la fine del 2024, che era stato annunciato nel 2019 quando le masse relative al segmento rappresentavano appena l’1% circa.


Attualmente, il gruppo oggi può contare sul segmento private market 40mila clienti e un’ampia gamma d’offerta composta complessivamente da 46 prodotti sulle diverse asset class (private equity, private debt, venture capital, real asset e infrastrutture). Parlando di economia reale, l’ad Paolo Martini, ha poi aggiunto: “Un ambito quest’ultimo che ha già visto raccogliere oltre 6,5 miliardi di euro, l’attivazione del 90% della nostra rete, interessato 40mila clienti e portato supporto concreto a più di 400 pmi con importanti ricadute per l’intero sistema Italia come, ad esempio, la creazione di 50mila nuovi posti di lavoro”. 


Le nuove iniziative in corso nel 2023

Nei private market nel 2023 il gruppo ha in cantiere nuove iniziative: club deal per investire in Sygnum (digital asset bank) e in Liftt (incubatore di innovazione industriale); nuove strategie sui real asset con un innovativo prodotto per investire in macchine sportive di lusso in partnership con Rossocorsa; un nuovo fondo di venture capital in partnership con HighPost Capital, società di private equity statunitense nata dalla partnership delle famiglie Bezos e Moross di cui il gruppo è socio di minoranza.

Direttore di We-Wealth.com e caporedattore del magazine. Giornalista professionista, è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino. Ha lavorato a MF, Bloomberg Investimenti, Finanza&Mercati. Ha collaborato con Affari&Finanza (Repubblica) e Advisor

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