Gli investitori più anziani e meno ricchi hanno maggiore probabilità di definirsi “moderati”
I soggetti più giovani e ricchi sono tendenzialmente maggiormente aggressivi
Fonte: SpectremGroup
Stando ai dati del report si nota come gli investitori più anziani e meno ricchi hanno maggiore probabilità di essere identificati (e di definirsi) più “moderati”, mentre i soggetti più giovani e ricchi sono tendenzialmente maggiormente aggressivi. Questa posizione di tolleranza al rischio può essere vista anche nelle allocazioni di portafoglio. Alla fine del 2020 il 26% delle attività dei portafogli erano investiti in “investimenti alternativi”. Una situazione del genere la si può ritrovare solo andando al 2018 quando c’era stata una suddivisione molto simile. Da sottolineare che in generale, si ritiene come gli investimenti alternativi presentino un rischio di investimento maggiore rispetto ai tipici investimenti in azioni, obbligazioni o liquidità che solitamente costituiscono la porzione più ampia del portafoglio di un cliente private.
Il 71% degli investitori hanno indicato di “mettere da parte una parte dei guadagni per investimenti più speculativi o ad alto rischio“.
Forse le criptovalute sono alcuni di questi investimenti? Non è un caso che diverse banche private hanno iniziato ad aprire a questi asset digitali. E alcune stanno studiando come iniziare a proporli ai propri clienti. Da ricordare che le criptovalute per loro natura sono molto volatili, ma nell’ultimo anno hanno raggiunto vette impensabili anche grazie all’apertura di diverse branchie del mondo finanziario.
“Mentre i mercati continuano a raggiungere i massimi storici, i livelli di tolleranza al rischio di investimento di questi ricchi investitori stanno probabilmente dando i loro frutti. Il trucco sarà per queste persone sapere quando rivalutare i loro portafogli e forse tornare a un profilo di rischio più moderato”, si legge nel report. I consulenti finanziari devono dunque sapere quando dire ai propri clienti di ritirarsi, il che può essere difficile poiché l’attuale contesto di mercato potrebbe non seguire le tendenze storiche.