I family office preferiscono i mercati privati

Private equity, immobiliare, debito privato: sono le scelte di allocazione patrimoniale privilegiate dai family office a cavallo della pandemia, in uno dei periodi “più incerti da parecchi decenni a questa parte”. Lo rileva l’ultima edizione dell’Ubs Global Family Office Report 2022. La banca svizzera, dal suo punto di vista privilegiato, ha esaminato in prospettiva le decisioni di investimento di 221 singoli family office, per un totale di masse gestite pari a 493 miliardi di dollari (2,2 miliardi in media).

I family office stanno rivedendo la loro allocazione strategica degli asset (saa, strategic asset allocation) in quello che è l’inizio di una nuova era finanziaria, mentre viene meno il supporto delle banche centrali agli asset e alla liquidità sulla scorta dell’inflazione montante. Nel 2021 la strategia di allocazione è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2019. Ma il futuro prospetta dei cambiamenti. Il 32% dei portafogli era allocato in azioni, il 15% in obbligazioni, il 12% nell’immobiliare, il 10% in liquidità, il 4% in fondi speculativi, il 2% in debito privato, l’1% in oro e l’1% in commodity. L’unica categoria cresciuta dal 2019 al 2020 è stata quella del private equity, passato dal 16% del 2019 al 21% del 2021.
I family office si aspettano che raggiungere i loro obiettivi sarà più difficile. Nonostante questo, il 77% è intenzionato ad aumentare la propria ricchezza. Le preoccupazioni maggiori sono l’inflazione (25%), le tensioni geopolitiche (21%), le valutazioni (20%).
Il 42% degli uffici prevede di aumentare le allocazioni dirette in private equity; il 38% invece intende aumentare gli investimenti in fondi di private equity e fondi di fondi. Le strategie attive sono diventate la strada privilegiata per la ricerca di rendimento per la metà dei family office, che si stanno affidando maggiormente alla selezione dei gestori o comunque sta valutando di farlo.
Nel frattempo, l'84% dei family office a livello globale afferma che la trasformazione digitale è il tema d'investimento che li coinvolge maggiormente, con molti dei desk che investono in asset digitali e tecnologie blockchain. Consapevoli del suo potenziale rivoluzionario, vogliono comprendere la tecnologia e le sue applicazioni commerciali.
Gli stessi trend sono ravvisabili nei family office italiani, rivela Paolo Federici, market head di Ubs Gwm in Italia: “Anche nel nostro Paese assistiamo ad un interesse crescente verso le soluzioni di private equity ed in generale di private market, certamente favorito dal fatto che molti di questi family office fanno riferimento a famiglie imprenditoriali con grande esperienza nella gestione aziendale”. Per di più, continua Federici, “le tensioni sui tassi di interesse hanno favorito l’allungamento dell’orizzonte temporale adottato dalle famiglie benestanti italiane nella gestione del proprio portafoglio, incrementando la componente azionaria e ricercando crescente diversificazione negli strumenti”, più in linea con la media degli analoghi uffici internazionali.