Family office: modelli, strutture, fiscalità ed evoluzioni

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Il seminario organizzato da Step Italy traccia un quadro dettagliato delle soluzioni per la gestione dei patrimoni delle imprese familiari. In Italia si contano 214 family office (Fo), di cui il 47,2% single e il 43,5% multi. Meglio holding o società semplici? Forma giuridica e localizzazione incidono sugli aspetti fiscali. Pro e contro dei trust

Family office: modelli, strutture, fiscalità ed evoluzioni sono stati al centro del seminario che ha chiuso il ciclo di incontri organizzati nel 2022 da Step, il ramo italiano che associa i professionisti ed esperti del settore trust, patrimoni e successioni. In particolare, con la moderazione di Marco Cerrato (presidente Step Italy) il tema è stato dibattuto da Josip Kotlar (Politecnico di Milano) insieme a Stefano Massarotto (Facchini Rossi Michelutti), Andrea Tavecchio (Tavecchio & Associati) e Alberto Toffoletto (Advant Nctm). 


Lo stato dell’arte in Italia

Il punto di partenza è che il patrimonio di una famiglia imprenditoriale non ha solo dimensioni di business ma anche socio-emotive (come la continuazione della dinastia famigliare, l’esercizio di autorità e controllo sull’impresa/e, il senso di appartenenza e identità e il mantenimento di una reputazione famigliare e aziendale favorevole) che influenzano profondamente strategie e performance di tali realtà. I family office (Fo) sono, quindi, le organizzazioni che svolgono la funzione di coordinamento, indirizzo strategico e gestione del patrimonio di una o più famiglie imprenditoriali con una logica che tiene conto anche delle generazioni future. Se la parola chiave è l’eterogeneità di queste strutture, il grafico dell’Osservatorio family office del Politecnico di Milano rappresenta le quattro configurazioni principali a cui possono essere ricondotte le diverse organizzazioni.


Le categorie principali sono single family office (quando un’unica famiglia è controllante e destinataria dei servizi) o multi family office (chiusi e a controllo familiare o aperti e professionali, non controllati dalle famiglie clienti). 


Secondo l’Osservatorio family office 2022 del Politecnico di Milano in Italia si contano 214 family office di cui il 47,2% single, il 43,5% multi, mentre il 9,3% restante è rappresentato da organizzazioni di origine bancaria. 


I family office e la variabile fiscale 

Come incide il fisco su queste organizzazioni? La variabile fiscale è rilevante da più punti di vista: per la forma giuridica (società di capitali o di persone, trust commerciale o non commerciale, soggetto regolamentato o non regolamentato, fondo o veicolo di investimento) e per la localizzazione (Italia o estero). 


Difficile, quindi, stabilire a priori quale sia la forma migliore di un family office dal punto di vista fiscale. La risposta dipende da almeno tre ordini di valutazioni

1. nuovi trend fiscali: 

  • misure di trasparenza fiscale principalmente cross-border – Crs, Dac6, Dac8 (crypto-asset e advance cross-border ruling per Hnwi) – e rischi di sovrapposizione dei flussi informativi 
  • Beps (disposizioni antiabuso, Cfs, Stabile organizzazione, etc.)

2. mutamenti nel tempo nella composizione degli asset e nelle esigenze dei membri della famiglia 

3. misure fiscali agevolative/attrattive: 

  •  regimi fiscali Hnwi 
  • assegnazione agevolata beni ai soci (Ddl Bilancio 2023) 
  • investment management exemption rule (Ddl Bilancio 2023) 
  • etc.

Un esempio concreto? 

Il grafico sottostante rappresenta le diverse situazioni dal punto di vista fiscale in caso di dividendo/plusvalenza e di proventi da fondi non armonizzati.

Il professionista e l’evoluzione del family office 

Una premessa necessaria è che le funzioni di un family office dipendono dalle esigenze della famiglia e che una discriminante fondamentale è il liquidity event, cioè la monetizzazione da parte di un imprenditore di quanto costruito nel tempo. È facile immaginare che, al verificarsi di tale disinvestimento dall’attività imprenditoriale familiare, aumenterà la parte di attività del family office dedicata alla gestione degli investimenti e alla filantropia a scapito delle aree di amministrazione e tax&estate e che scompariranno le attività dedicate alle società operative. Gli imprenditori, è stato fatto notare, hanno un Dna che orienta anche la loro scelta degli investimenti e che privilegerà, ad esempio, la partecipazione a club deal rispetto a tipologie di investimento più “statiche”. 


Quali sono le forme giuridiche dei family office in Italia? 

Dall’Osservatorio emerge che le società a responsabilità limitata (srl) è scelta dal 55% dei family office; le società per azioni (spa) dal 35,5%, mentre le restanti forme giuridiche pesano per il 9,5%. 


Il processo di creazione di un trust di famiglia 

Il ruolo di un family office è aiutare i clienti a ragionare non solo sulla situazione di partenza, ma anche con prospettive a medio e lungo termine (5, 15 e 50 anni) per valutare i potenziali conflitti tra settlor, trustee, beneficiari, professionisti e protector, affiancando in particolare la famiglia nella selezione dei candidati a svolgere la funzione di trustee ed eventualmente di protector. Il trust, infatti, può giocare un ruolo importante in questo ambito. 


Tra i vantaggi dell’introduzione di un trust nei family office sono state messe in evidenza alcune caratteristiche come:

  • trasferimento del patrimonio a un professionista; 
  • vincolatività dell’utilizzo del patrimonio all’obiettivo del settlor; 
  • scopo flessibile, predeterminato e in grado di adattarsi alle esigenze familiari; 
  • gestione indipendente e imparziale. 

Non mancano, infine, degli aspetti critici come i seguenti: 

  • percezione di maggiore opacità della struttura a fini Aml (antiriciclaggio); 
  • perdita della proprietà degli asset (istituto a forte connotazione fiduciaria); 
  • limitato spettro operativo (impossibilità di svolgere in via diretta servizi e attività di investimento o altre attività riservate).

Cosa vorresti fare?