“In uno dei periodi piu? volatili della storia dei mercati finanziari, i family office hanno adottato un atteggiamento diverso. In un certo senso, abbiamo visto adottare un approccio istituzionale, implementando meticolose strategie di asset allocation e rigorosi processi di investimento”, dichiara Josef Stadler, responsabile del global family office di Ubs global wealth management
Nel primo trimestre del 2020, il drawdown massimo dei family office si e? attestato mediamente al 13%. Sono comunque riusciti a proteggersi dai peggiori effetti del sell-off, riequilibrando i portafogli per gestire i rischi
Sono comunque riusciti a proteggersi dai peggiori effetti del sell-off, riequilibrando i portafogli per gestire i rischi. Oltre tre quarti degli intervistati (77%) hanno infatti dichiarato che, da inizio anno a maggio, la performance dei loro portafogli e? stata in linea o superiore ai rispettivi benchmark target. Questi mesi hanno dunque portato un cambio o comunque a un assestamento per cercare di metter al sicuro il proprio patrimonio. La ricerca sottolinea infatti come se da un lato due terzi (67%) dei family office affermano di non aver modificato la view di medio termine, dall’altro la maggior parte di loro vorrebbe modificare i portafogli in chiave tattica per rispondere ai cambiamenti macroeconomici e di mercato. “In uno dei periodi piu? volatili della storia dei mercati finanziari, i family office hanno adottato un atteggiamento diverso. In un certo senso, abbiamo visto loro adottare un approccio istituzionale implementando meticolose strategie di asset allocation e rigorosi processi di investimento. Per quanto a volte possa essere stato scomodo, si sono attenuti ai loro piani e sono rimasti disciplinati”, dichiara Josef Stadler, responsabile del global family office di Ubs global wealth management.
Rischio, oro e cash
I family office hanno una forte propensione al rischio e stanno approfittando della dislocazione di mercato per far leva sulle opportunita? e ottenere rendimenti piu? elevati. Il 45% sta cercando di incrementare le allocazioni nel settore immobiliare, mentre il 44% sta puntando ad aumentare la propria esposizione nell’azionario dei mercati sviluppati. Infine il 38% si sta indirizzando verso l’azionario emergente. Molti family office hanno anche deciso di incrementato le proprie allocazioni in cash e in oro. Il calo delle esposizioni in contanti sembra però avere una natura temporanea. Il 26% afferma infatti di voler diminuire le proprie riserve in contanti nei prossimi 2-3 anni. L’oro invece potrebbe essere un beneficiario di lungo termine, visto che il 45% dichiara di voler aumentare le esposizioni su questa asset class. “Eppure anche i family office abbracciano e gestiscono il rischio come nessun altro investitore. L’obiettivo e? quello di non riportare perdite, rinunciando anche a quelle opportunita? che possono rivelarsi una fonte di preoccupazione per i loro clienti. Per questo il fine ultimo e? quello di investire liquidita? per trarre vantaggio dalle dislocazioni del mercato. Ci aspettiamo di vedere grandi cambiamenti nei prossimi mesi”, continua Stadler.
Private equity: un alleato?
Secondo la ricerca il 77% dei partecipanti investono nel private equity, con il 69% che considera il settore uno dei principali driver dei rendimenti. Tuttavia le aspettative di rendimento del private equity sono calate a causa dalla pandemia. Solo 51% dei family office stima dunque che il segmento private equity sovraperformi rispetto agli investimenti pubblici. I family office sottolineano invece come gli investimenti diretti offrono un maggiore controllo. Il 35% degli intervistati ritiene infatti che questa caratteristica sia un vantaggio, rispetto al 27% rilevato prima della pandemia.
Sostenibilità
Il 73% dei family office attualmente investono, almeno una parte del patrimonio, in modo sostenibile. Ubs prevede un’accelerazione di questo trend nei prossimi anni, con quasi il 39% dei family office che investiranno la maggior parte dei portafogli in modo sostenibile nei prossimi cinque anni. Attualmente, i family office si indirizzano verso l’opzione piu? semplice. Scelgono cioè le strategie basate sull’esclusione di tutti quegli investimenti che non sono sostenibili (armi, tabacco) che costituiscono il 30% dei loro investimenti. L’integrazione Esg sta però recuperando terreno. I family office stimano infatti di poter raddoppiare la propria allocazione nei prossimi cinque anni, dal 9% al 19%. Una piccola minoranza intende invece continuare a massimizzare i rendimenti attraverso gli investimenti tradizionali, continuando, al contempo, con le attivita? filantropiche.