Martano: “La legge 1/91 ha segnato solo un punto di inizio di una professione che peraltro il legislatore è andato a normare dopo diversi anni dalla sua nascita e sotto il forte impulso degli stessi operatori, riuniti già dal 1977 in Anasf”
Conte: “Il caposaldo delle nuove frontiere è la corretta pianificazione finanziaria, ma la visione prospettica deve includere l’innovazione digitale e culturale”
We Wealth lo ha chiesto a Germana Martano e a Luigi Conte, rispettivamente direttore generale e presidente di Anasf, in occasione dell’evento “Le nuove frontiere della consulenza”, organizzato dall’Associazione nazionale consulenti finanziari.
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Com’è nata la consulenza finanziaria e quali sono i passaggi normativi fondamentali legati all’evoluzione di questa professione?
“La legge 1/91 ha segnato solo un punto di inizio di una professione che peraltro il legislatore è andato a normare dopo diversi anni dalla sua nascita e sotto il forte impulso degli stessi operatori, riuniti già dal 1977 in Anasf proprio per richiedere il riconoscimento di una professione peraltro molto delicata perché attinente ai risparmi dei cittadini”, ha risposto Martano, spiegando che “era la nascita della promozione finanziaria cui è seguito, altro passaggio normativo fondamentale, il riconoscimento del servizio di consulenza come attività riservata, con la Mifid I, nella quale – ancora una volta, come risposta a una evoluzione della realtà in corso – il legislatore nel 2004 ha posto una forte enfasi alla tutela del risparmio”.
E poi, cos’è successo negli ultimi anni?
“Dopo, grazie alla Mifid II – e siamo nel 2016 – la professione si è vista restituire quella denominazione, di consulente finanziario per l’appunto, che la norma faticava a riconoscere, sempre perché un passo indietro rispetto alla realtà dei fatti. In questa evoluzione normativa continua, il consulente finanziario ha dimostrato nei fatti di saper rispondere prontamente alle esigenze dei risparmiatori, e, seppur dovendo superare nel corso degli anni diverse resistenze, Anasf è riuscita a far affermare presso le autorità competenti quella fiducia in una categoria che è sempre stata un passo avanti nel mondo del risparmio”, ha spiegato Martano.
Guardando al futuro, quali sono le nuove frontiere che la consulenza finanziaria dovrà affrontare?
“Il caposaldo delle nuove frontiere è la corretta pianificazione finanziaria, ma la visione prospettica deve includere l’innovazione digitale, centrale per liberare tempo da dedicare all’attenzione del cliente, e culturale, al fine di accrescere l’alfabetizzazione finanziaria del cittadino anche in merito alla sensibilità Esg, tema su cui è necessaria l’attività della categoria per orientare i risparmiatori in un ambiente complesso”, ha risposto Conte, che poi ha aggiunto: “Inoltre, tra le nuove frontiere, vedremo la gestione del passaggio generazionale di ingenti patrimoni, oggi non più solo finanziari ma anche aziendali e immobiliari, che coinvolgerà circa il 24% dei nostri clienti nel prossimo decennio. Ed è anche nostro compito aiutare le aziende del territorio, in gran parte pmi, a generare valore nel tempo, anche alla luce del fatto che solo il 30% delle imprese familiari sopravvive al suo fondatore e che appena il 13% giunge alla terza generazione”.
In questo contesto, come si collocano i giovani, le donne e le società di professionisti?
“Per questa importante sfida, è fondamentale il contributo della consulenza in team, composto anche da giovani consulenti finanziari, uomini e donne di uguale talento, con competenze e conoscenze necessarie per affrontare la nuova era di generazioni digitali. Il consulente finanziario del futuro deve quindi saper padroneggiare una vasta gamma di servizi da offrire al cittadino”, ha commentato Conte, che poi ha concluso dicendo: “Crediamo che lo sviluppo dei team sia una modalità di lavoro vincente per superare questa sfida”.